ELISA GELSOMINO
Classe
'88, torinese di nascita e tedesca di adozione.
Lettrice
vorace, blogger e scrittrice in erba.
Dal
2010 caporedattrice su Il Club del Libro.it."
Nel blog Odor di Gelsomino racconta il suo viaggio nei luoghi del Parco Letterario Regalpetra, Caltanissetta e Racalmuto. Riportiamo a seguire la seconda parte del suo racconto dedicato al paese di Leonardo Sciascia, Racalmuto.
Racalmuto è un centro agricolo di poco più di ottomila abitanti in provincia di Agrigento. Come tutti i
paesini della zona, consiste essenzialmente di una via principale, case e
casette, vecchietti seduti fuori dai bar e signore socievoli che attaccano
bottone, una stazione abbandonata e meravigliose colline a perdita d’occhio. Un
paesino come tanti, quindi? Nient’affatto. Caso più unico che raro, Racalmuto è riuscito a valorizzarsi al
massimo — e l’aver dato i natali a Sciascia è la sua punta di diamante
(presto aprirà anche un raffinato Hotel dal nome Regalpetra).
Di Racalmuto e
Sciascia si è sentito parlare giusto un paio di settimane fa: gli eredi hanno messo in vendita una delle
tre case racalmutesi dello scrittore; per evitare che andasse in mano a
privati, i comuni agrigentini hanno fatto “colletta” per acquistarla, ed il
progetto è di realizzarci unacasa-museo.
Scelta azzeccata (a questo punto, a Racalmuto toccherà ritornarci tra qualche
anno) e che conferma l’orgoglio dei racalmutesi nell’essere concittadini
di Leonardo Sciascia: se anche
un turista arrivasse ignorandolo, gli basterebbero dieci secondi a scoprirlo.
Un
amore corrisposto, su questo non ci piove…
«Tutti
amiamo il luogo in cui siamo nati e siamo portati ad esaltarlo. Ma Racalmuto è davvero un paese straordinario.
Oltre al Circolo e al Teatro, che richiamava un tempo le compagnie più in
voga, di Racalmuto amo la vita
quotidiana, che ha una dimensione un pò folle. La gente è molto
intelligente, tutti sono come personaggi in cerca dʼautore…»
Il
percorso racalmutese a scoperta dello scrittore parte dalCastello Chiaramontano (XIV sec.) — lo dicono gli itinerari
turistici, e lo dico anche io perché nei pressi del castello ho parcheggiato la
macchina. Da lì, in verità, è stato un zigzagare per il paese: avanti e
indietro, a perdersi volontariamente ed involontariamente — ché è perdendosi
che si arriva all’essenza dei luoghi. E naturalmente non potevano mancare quel Circolo
equel Teatro, della citazione qui sopra: il Circolo Unione — attivo dal 1836 e
di cui Sciascia fu socio ed assiduo frequentatore — ed ilTeatro Comunale Regina Margherita — teatro all’italiana molto
amato dallo scrittore, sin da bambino, e che ha avuto in anni recenti Andrea
Camilleri come direttore artistico.
Lungo
la via principale, una statua
commemorativa a grandezza naturale, realizzata dallo scultore Giuseppe
Agnello, lo ritrae mentre passeggia assorto per la via, con la sigaretta tra le
dita… e a braccetto della sottoscritta (sono quelle foto irrinunciabili, come
quella in cui si “regge” la Torre di Pisa…!)!
Alla Chiesa di Santa Maria del Monte —
dove a metà del mese di luglio si svolge una festa molto particolare — si
svolsero i funerali di Sciascia il 22 novembre 1989 e, nelle sue immediate
vicinanze, si trovano la casa natale e la casa delle zie dello scrittore. Ai
piedi della scalinata della chiesa c’è un altro circolo ben caro a Sciascia,
quello degli Zolfatai e Salinai.
Ma il
pezzo forte di questo itinerario sciasciano è senz’ombra di dubbio la Fondazione Sciascia, istituita dal
Comune di Racalmuto d’intesa con lo scrittore, che le ha donato una collezione
di oltre 200 ritratti di scrittori,
le edizioni italiane e straniere dei
suoi libri, 2000 volumi della
sua biblioteca, corrispondenza e
carteggi. Nei locali di una ex centrale elettrica ristutturata trova posto,
inoltre, una mostra fotografica
permanente.
La Fondazione Sciascia è ciò che, tra tutto il bello che ho
incontrato a Racalmuto, più mi è
rimasto nel cuore. E non è solo perché mi è sembrato di entrare nella testa
e nel cuore di uno scrittore che più conosco e più amo, ma anche — e forse
soprattutto — perché ho trovato, nella persona di un dipendente (l’unico, visto
che la Fondazione versa in una gravissima crisi — situazione che mi auguro
possa risolversi, poiché si tratta di una realtà davvero eccezionale), chi ci
mette la sua testa e il suo cuore per far sì che ciò avvenga con ogni studioso,
ogni appassionato, ogni curioso e ogni turista che arriva in paese per
conoscere Sciascia.
Non
sono andata al cimitero di Racalmuto sulla tomba di Sciascia perché odio i cimiteri e non faccio il segno
della croce: sono convinta di avergli reso ben più omaggio cercandolo nelle vie
di Regalpetra, fermandomi un paio d’ore a chiacchierare alla Fondazione e
acquistando, nei suoi luoghi, alcuni suoi libri.
Non
sono riuscita, per mancanza di tempo, a visitare, un po’ fuori dal paese, Contrada Noce, la casa in campagna
“rifugio” di Sciascia, e le grotte
di fra Diego La Matina, personaggio di cui racconta in Morte
dell’Inquisitore.
Non
esagero se definisco la mia giornata a Racalmuto speciale ed indimenticabile.
Non resta, una volta in più, che dare ragione a Leonardo Sciascia: Racalmuto è davvero un paese
straordinario.
Consigliamo ai nostri lettori di visitare il sito di approfondimento culturale di Elisa Gelsomino: http://www.elisagelsomino.com/
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