domenica 24 agosto 2014

Elisa Gelsomino (blogger e scrittrice) racconta il suo viaggio nei luoghi di Leonardo Sciascia: "Racalmuto è davvero un paese straordinario"




ELISA GELSOMINO 

Classe '88, torinese di nascita e tedesca di adozione.
Lettrice vorace, blogger e scrittrice in erba. 
Dal 2010 caporedattrice su Il Club del Libro.it." 

Nel blog Odor di Gelsomino racconta il suo viaggio nei luoghi del Parco Letterario Regalpetra, Caltanissetta e Racalmuto. Riportiamo a seguire la seconda parte del suo racconto dedicato al paese di Leonardo Sciascia, Racalmuto.


Racalmuto è un centro agricolo di poco più di ottomila abitanti in provincia di Agrigento. Come tutti i paesini della zona, consiste essenzialmente di una via principale, case e casette, vecchietti seduti fuori dai bar e signore socievoli che attaccano bottone, una stazione abbandonata e meravigliose colline a perdita d’occhio. Un paesino come tanti, quindi? Nient’affatto. Caso più unico che raro, Racalmuto è riuscito a valorizzarsi al massimo — e l’aver dato i natali a Sciascia è la sua punta di diamante (presto aprirà anche un raffinato Hotel dal nome Regalpetra).
Di Racalmuto e Sciascia si è sentito parlare giusto un paio di settimane fa: gli eredi hanno messo in vendita una delle tre case racalmutesi dello scrittore; per evitare che andasse in mano a privati, i comuni agrigentini hanno fatto “colletta” per acquistarla, ed il progetto è di realizzarci unacasa-museo. Scelta azzeccata (a questo punto, a Racalmuto toccherà ritornarci tra qualche anno) e che conferma l’orgoglio dei racalmutesi nell’essere concittadini di Leonardo Sciascia: se anche un turista arrivasse ignorandolo, gli basterebbero dieci secondi a scoprirlo.
Un amore corrisposto, su questo non ci piove…
«Tutti amiamo il luogo in cui siamo nati e siamo portati ad esaltarlo. Ma Racalmuto è davvero un paese straordinario. Oltre al Circolo e al Teatro, che richiamava un tempo le compagnie più in voga, di Racalmuto amo la vita quotidiana, che ha una dimensione un pò folle. La gente è molto intelligente, tutti sono come personaggi in cerca dʼautore…»
Il percorso racalmutese a scoperta dello scrittore parte dalCastello Chiaramontano (XIV sec.) — lo dicono gli itinerari turistici, e lo dico anche io perché nei pressi del castello ho parcheggiato la macchina. Da lì, in verità, è stato un zigzagare per il paese: avanti e indietro, a perdersi volontariamente ed involontariamente — ché è perdendosi che si arriva all’essenza dei luoghi. E naturalmente non potevano mancare quel Circolo equel Teatro, della citazione qui sopra: il Circolo Unione — attivo dal 1836 e di cui Sciascia fu socio ed assiduo frequentatore — ed ilTeatro Comunale Regina Margherita — teatro all’italiana molto amato dallo scrittore, sin da bambino, e che ha avuto in anni recenti Andrea Camilleri come direttore artistico.
Lungo la via principale, una statua commemorativa a grandezza naturale, realizzata dallo scultore Giuseppe Agnello, lo ritrae mentre passeggia assorto per la via, con la sigaretta tra le dita… e a braccetto della sottoscritta (sono quelle foto irrinunciabili, come quella in cui si “regge” la Torre di Pisa…!)!
Alla Chiesa di Santa Maria del Monte — dove a metà del mese di luglio si svolge una festa molto particolare — si svolsero i funerali di Sciascia il 22 novembre 1989 e, nelle sue immediate vicinanze, si trovano la casa natale e la casa delle zie dello scrittore. Ai piedi della scalinata della chiesa c’è un altro circolo ben caro a Sciascia, quello degli Zolfatai e Salinai.
Ma il pezzo forte di questo itinerario sciasciano è senz’ombra di dubbio la Fondazione Sciascia, istituita dal Comune di Racalmuto d’intesa con lo scrittore, che le ha donato una collezione di oltre 200 ritratti di scrittori, le edizioni italiane e straniere dei suoi libri, 2000 volumi della sua biblioteca, corrispondenza e carteggi. Nei locali di una ex centrale elettrica ristutturata trova posto, inoltre, una mostra fotografica permanente.
La Fondazione Sciascia è ciò che, tra tutto il bello che ho incontrato a Racalmuto, più mi è rimasto nel cuore. E non è solo perché mi è sembrato di entrare nella testa e nel cuore di uno scrittore che più conosco e più amo, ma anche — e forse soprattutto — perché ho trovato, nella persona di un dipendente (l’unico, visto che la Fondazione versa in una gravissima crisi — situazione che mi auguro possa risolversi, poiché si tratta di una realtà davvero eccezionale), chi ci mette la sua testa e il suo cuore per far sì che ciò avvenga con ogni studioso, ogni appassionato, ogni curioso e ogni turista  che arriva in paese per conoscere Sciascia.
Non sono andata al cimitero di Racalmuto sulla tomba di Sciascia perché odio i cimiteri e non faccio il segno della croce: sono convinta di avergli reso ben più omaggio cercandolo nelle vie di Regalpetra, fermandomi un paio d’ore a chiacchierare alla Fondazione e acquistando, nei suoi luoghi, alcuni suoi libri.
Non sono riuscita, per mancanza di tempo, a visitare, un po’ fuori dal paese, Contrada Noce, la casa in campagna “rifugio” di Sciascia, e le grotte di fra Diego La Matina, personaggio di cui racconta in Morte dell’Inquisitore.
Non esagero se definisco la mia giornata a Racalmuto speciale ed indimenticabile. Non resta, una volta in più, che dare ragione a Leonardo Sciascia: Racalmuto è davvero un paese straordinario.

Consigliamo ai nostri lettori di visitare il sito di approfondimento culturale di Elisa Gelsomino: http://www.elisagelsomino.com/

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