mercoledì 12 giugno 2013

RACAL- MUTO di Serafina Macaluso

RACAL- MUTO...... 

Quando ero più piccola , ho sentito dire il nome del nostro paese da un tizio strano, aveva un viso paonazzo, gli occhi un po' storti, era vestito di nero... questa persona disse "racal-MUTO" sottolineando "muto" ricordo che si portò l'indice al naso per sottolineare ancora di più questa strana affermazione.... ero troppo piccola ma  rimase in me impressa la violenza del gesto, di quell'indice tremante, forse di rabbia..... chissà cosa racchiudeva.
Troppo piccola per capire cosa mai volesse dire e forse anche adesso non vuol dire niente, forse era solo una chiacchiera di piazza qualsiasi, ma io quel Racal-Muto me lo portai dietro come un fastidio, che non vuole andare via, come qualcosa che pur non avendo senso rimane dentro. Quel tizio che forse faceva parte di quella categoria che vuole un Racalmuto muto?
Tutti muti i suoi abitanti, tutti sordi, tutti muti.... come i morti ammazzati, con la terra o le pietre in bocca per ammonire tutti, per creare il silenzio. Bene quel tizio si sbagliava, si sbagliano questi tizi che vorrebbero il nostro paese in balia del silenzio comodo, per sciupare e asciugare le ricchezze della nostra terra, ma la verità è che la gente che ha voglia di parlare è di più di quella che si potesse immaginare! 
NOI VEDIAMO, SENTIAMO, PARLIAMO . 
Diciamolo pure che questo paese non è mafioso, ma mafioso è qualche piccolo soggetto che lo voleva e lo vuole rendere tale. Di silenzioso piano piano non ci sarà pi niente, perché questi giovani hanno abbastanza voglia e abbastanza coraggio per fare rumore, perché il rumore, le parole a noi piacciono. Tante cose dimostrano che questo paese può vincere, la manifestazione contro la mafia e tutte le altre iniziative ne sono la prova.
Questo paese è troppo bello per lasciarlo morire nel silenzio, i suoi abitanti sono troppo onesti per mettere che ciò accada, noi lo stiamo salvando questo nostro paese. E siamo pronti a fare rumore, tanto casino affinché nessuno si porti l'indice alla mano o storpi il nome di Racalmuto a proprio piacimento. 
Adesso chi vuole il silenzio deve rimanere da solo, perché sarà assordato dalla giustizia, dall'onestà, sarò assordato da tutte queste  parole, che non rimangono belle parole scritte nel vento, ma che prendono forma nella coscienza sociale, nelle istituzioni e perché no anche nei cuori, "vogliamo fare della giustizia il nostro modo di vivere il quotidiano " affrontiamo con coraggio anche le piccole paure.
Allora facciamo casino, e aumentiamo la cerchia di quelli che parlano che vedono e che sentono, mettiamo al centro di questo cerchio i tizi che dicono Racal- MUTO, assordiamoli. 
CHE SIANO ASSORDATI DALLA GIUSTIZIA.

Serafina Macaluso

1 commento:

  1. Da condividere pienamente quanto dice Serafina. Il silenzio, inteso risultato di una paura nei riguardi della mafia, o, ancora peggio, come accondiscendenza all'agire mafioso, non può più e non deve sussistere in un paese che comincia a mostrare segni di risveglio da un torpore secolare e che vuole proiettarsi verso un futuro migliore.
    E' giustissimo quanto dice Serafina e cioè che "il silenzio deve rimanere da solo, perché sarà assordato dalla giustizia, dall'onestà, sarà assordato da tutte queste parole, che non rimangono belle parole scritte nel vento, ma che prendono forma nella coscienza sociale, nelle istituzioni e perché no anche nei cuori, "vogliamo fare della giustizia il nostro modo di vivere il quotidiano".
    Tutto questo, cara Serafina, non basta. Bisogna certamente "fare casino" come tu dici; ma ancor più bisogna preparare i giovani a un futuro che sia fondato sulle competenze, sulle idee, sull'etica sociale, sul bene comune. e per affrontare queste tematiche è necessario "fare progetti", "affrontare iniziative"; "predisporre le misure a lunga scadenza" con rigore, competenza e lungimiranza. Solo così possiamo sperare che il seme seminato in un terreno adeguatamente lavorato e concimato possa dare abbondante frutto.
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