mercoledì 8 maggio 2013

8 Maggio: Festa della Patrona di Racalmuto, Maria Vergine del Monte


Per il giorno della festa della Patrona di Racalmuto proponiamo ai lettori la descrizione della Madonna di Padre Bonaventura Caruselli da Lucca del 1856, tratto dal libro "Maria Vergine del Monte in Racalmuto" edizione Malgrado tutto.

Il più bello dei monumenti, la più gloriosa delle memorie di cui va superba Racalmuto è l'angusto Simulacro della Vergine, che s'adora sotto il titolo di Maria del Monte. Il Simulacro è inciso in marmo bianco col Bambino sul sinistro braccio. La precisione con cui sono tirati tutti i lineamenti del volto, la proporzione in tutte le parti non lasciano nulla  desiderare.
Il bello che in complesso spira il santo Simulacro, è quasi diremo, seducente. Quanto per la prima volta ci toccò la beata sorte di vagheggiarlo da vicino, l'anima nostra s'intense cosiffattamente rapire in un'estasi soave di santa dolcezza, che non sapevamo dipartirci dal santo altare, né ci siamo allontanati senza una sensibile amarezza. D'allora Maria del Monte divenne la più soave delle nostre dolcezze, la più gioconda delle nostre allegrezze; la Chiesa del Monte la più deliziosa delle nostre visite, e ci riesce doloroso il giorno che i doveri del nostro stato non ci permettono di visitarla. Perdonino i nostri lettori questo slancio di tenerezza per Mari, che quasi nostro malgrado abbiamo opposto, ma i noti del nostro cuore sono irrefrenabili, ove su i labbri ci viene il dolcissimo nome di Maria.
Padre Bonaventura Caruselli da Lucca, 1856


1 commento:

  1. Ricordo che da bambino io e i miei fratelli e sorelle sentivamo cantare da nostra mamma una canzoncina in onore di Santa Maria del Monte. Non era armonica nelle note, non era costante nei toni, non era collegata una frase con l'altra, non se ne capiva bene l'intreccio, ma per noi bambini era bellissima e per noi era sempre più bella ogni volta che ci cimentavamo a cantarla.
    Ecco il "testo":
    La vugliddra, la vugliddra
    e la ciancianeddra.
    Dunni mi vinni, dunni mi vinni
    sta bammineddra.
    O di Trapani, o di Trapani
    o di Missina.
    Ci arrialaru, Ci arrialaru
    tri cannili.
    Ci li misiru, ci li misiru
    ncapu l'antaru.
    tutti l'ancili, tutti l'ancili
    ci la cantaru.
    Ci la cantaru, ci la cantaru
    ncinucchiuni.
    La madonna, la Madonna
    e lu Signuri.
    Lu Signuri, lu Signuri
    a la Batia,
    Viva, viva, viva viva
    Rusalia.
    Rusalia, Rusalia
    ncapu lu munti.
    Chi liggiva, chi liggiva
    li beddri cunti.
    Lu canazzu, lu canazzu
    ci diciva:
    Va maritati, va maritati
    Rusalia.
    Sugnu bona, sugnu bona
    maritata ,
    cu Gessuzzo, cu Gesù
    sugnu spusata.
    E la robba e la robba
    nun è mia:
    è di Gésu, è di Gésu e di Maria.......

    Ancora oggi non posso fare a meno di abbinare il ricordo della Madonna del Monte con questa canzoncina che, anche se apparentemente storpiata e insignificante, ha un grandissimo fascino e significato per me.
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