lunedì 1 aprile 2013

Si senti cacuocciula, ma è carduni. Universitas Studiorus Racalmutensis

Tanti i modi di dire in dialetto per "descrivere" certi personaggi, spesso si utilizzano delle metafore con vegetali.

Cerchiamo di capire insieme:
Il cardo è una pianta erbacea, definito il fratello povero del carciofo.
Si dice "carduni" di persona ingenua e sempliciotta.

Il carciofo dal punto di vista botanico non è frutto, né fiore, ma è l’infiorescenza di una pianta.
Si dice "cacuocciula" di persona che si crede importante, quando invece non lo è.

Il cardo è un vegetale povero, il carciofo è l'infiorescenza di una pianta, non un fiore.
Se il carciofo non viene raccolto prima, dal suo centro si innalza un fiore violetto tenero, con sfumature lilla; poeticamente qualcuno l’ha così definito: 

“Sembra un occhio di cielo incastonato in un calice d’oro in foglie scolpite”.

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"Universitas Studiorus Racalmutensis"   




1 commento:

  1. Ode al carciofo

    di Pablo Neruda

    Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
    ispida edificò una piccola cupola,
    si mantenne all’asciutto sotto le sue squame,
    vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
    divennero viticci,
    infiorescenze commoventi rizomi;
    sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
    la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
    la verza si mise a provar gonne,
    l’origano a profumare il mondo,
    e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero,
    brunito come bomba a mano,
    orgoglioso,
    e un bel giorno,
    a ranghi serrati,
    in grandi canestri di vimini,
    marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
    la milizia.
    Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
    gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
    file compatte,
    voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
    ma allora arriva Maria col suo paniere,
    sceglie un carciofo,
    non lo teme,
    lo esamina,
    l’osserva contro luce come se fosse un uovo,
    lo compra,
    lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
    con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
    entrando in cucina,
    lo tuffa nella pentola.
    Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
    poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
    del suo cuore verde.

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