Lettera scritta dalla mamma di Giovanni Domencio Marchese in occasione della IV edizione della mostra concorso "Il piccolo Giotto"
Il tuo gioire insieme ai tuoi compagni cantare e danzare con la spensieratezza dei bambini senza essere contagiato dal desiderio di essere perfetto o il sentirsi in imbarazzo … Un esserino che già aveva la voglia di mordere la vita con gioia e semplicità … risentire la tua voce di bambino è stato come un dono fattomi da Dio, inaspettato e meraviglioso quella voce tenera che mi dedicava la canzone e che invogliava i compagni a fare bene. Un qualcosa di indescrivibile che per un attimo mi ha fatto scordare la realtà e ho rivisto mio figlio che teneramente mi stringeva le braccia al collo. In ogni frammento di foto, di video ho rivissuto tanti frangenti di vita che, mi hanno risvegliato l’anima, Giovanni con gli amici, Giovanni che abbraccia e coccola suo fratello, Giovanni che ride felice e regalando un mazzo di fiori raccolto nei campi vuol fare capire quanto è grande il suo bene per la nonna, Giovanni che ama il sole, le feste, Giovanni che non si ferma alla superficie delle cose ma vuole sapere, capire imparare senza vergognarsi nel chiedere spiegazioni a suo padre, al nonno o al suo “fratello” maggiore, come chiamava suo zio. Giovanni che abbraccia la vita, mordendola come un frutto succulento … e poi … Giovanni pochi mesi prima di andare via … all'inaugurazione della biblioteca della scuola, sul suo viso il sorriso e negli occhi la caparbietà di rendere il massimo, perché … amava la sua scuola, e a quella scuola voleva lasciare qualcosa di bello, l’anno dopo avrebbe iniziato un nuovo percorso, una nuova scuola lo aspettava, affinché potesse avverare il suo sogno … diventare un pittore, con le mani sporche di colore ma con dentro la convinzione di non barattare mai il successo con la sua integrità morale e la sua dignità di uomo semplice e umile. … Continuo a guardare e asciugo le lacrime ormai copiose, Giovanni non avrebbe voluto, non vorrebbe … ma come faccio ? Voglio Mio figlio, vorrei urlare, per favore ridammi mio figlio … rialzo il viso e i miei occhi “ incontrano “ quelli di mio figlio, mi sta sorridendo come a dirmi … “ non disperarti … basta che tu pronunci il mio nome perché risuoni in te il suono della mia voce che come un tempo ti farà capire quanto ti voglio bene … non ti disperare, non porta a niente disperarsi … c’è un tempo per ogni cosa … e … vivi , per far si che io viva in te. Fidati di me, ovunque tu sarai , io sarò con te … Sorrido, il mio sorriso è per te Giovanni, è per mio figlio … e per un angelo che da lassù, chissà magari ci guarda e conoscendolo sta dicendo “ grazie, non merito tanto … grazie a tutti.
Gentile Mamma di Giovanni Domenico,
RispondiEliminala Sua lettera ci commuove per la ricchezza e la delicatezza del legame e dell'affetto nei riguardi di Suo figlio. Nel contempo ci induce a una riflessione: Suo figlio è ancora presente; la abbraccia e la invita a non disperare, la riempie di gioia e di speranza.
la sua presenza è palpabile e continua, discreta e incoraggiante. Giovanni Domenico costituisce ormai un punto di riferimento certo e indispensabile.
Per chi è credente questo è un bellissimo esempio di fede e speranza.
Grazie, Giovanni Domenico, per quello che fai per tua madre e per l'esempio che dai a tutti noi.
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