domenica 21 aprile 2013

Il mio sorriso è per te Giovanni (Lettera di una mamma al figlio)


Lettera scritta dalla mamma di Giovanni Domencio Marchese in occasione della IV edizione della mostra concorso "Il piccolo Giotto"

E’per te, Giovanni, che ho deciso di essere presente insieme a tutti per ricordarti … Tu solo puoi capire, quanto mi costa, ma non potevo mancare … esco “dall’ombra”, da quell’ombra in cui mi sono nascosta come in un guscio per vivere il mio dolore da quando le nostre vite si sono separate per sempre da quel maledetto mattino di inizio settembre in cui in un istante tutto si è frantumato.  Mi aggiro per la casa inquieta,  mi chiedo  e mi richiedo sempre: “ Chissà quale è  il senso nel disegno Dio … con il tuo arrivo nella mia vita, se dovevo averti per un tempo tanto breve  … Sarà una mia “ folle “ illusione, un modo per consolarmi, ma sento che da “lassù” sei venuto mandato come un raggio di luce … per contagiare di te la mia esistenza, per farmi provare l’emozione più intensa chiamata … amore, la forma di amore che solo chi è madre può provare. Sei approdato nel mio cuore e mi hai fatto entrare nel tuo, hai dato colore ai giorni, tu che amavi così tanto i colori, hai fatto si, che ogni istante fosse pieno di colore, e ora nel ricordo mi scoppia il cuore per la nostalgia.
Quella stessa nostalgia che, facendomi vincere il mio ostinato rifiuto nel rivedere qualunque cosa mi riporti ad un tempo che non tornerà …. nonostante questo, qualcosa mi ha  condotto davanti la porta della tua stanza,  sedermi  e rivedere foto, video di un tempo felice. Mi lascio portar via … e mi ritrovo immersa nei ricordi che ti appartengono. Iniziare è stato devastante, poi non riesco più a staccare gli occhi dalle immagini che ti ritraggono … inizio  un cammino a ritroso, ripercorrendo gli anni sino dai tuoi primi passi in questa vita … Ho  rivissuto te da piccolo, piccolissimo nel  video partecipi ad  una recita dedicata alla mamma, Quanta allegria trapela da ogni tuo gesto, da ogni tuo sorriso, la tua risata così unica e contagiosa, lo sguardo vispo e immensamente innamorato della vita, penso: se alla felicità dovessi dare un nome quel nome sarebbe Giovanni.
Il tuo gioire insieme ai tuoi compagni cantare e danzare con la spensieratezza dei bambini senza essere contagiato dal desiderio di essere perfetto o il sentirsi in imbarazzo … Un esserino che già aveva la voglia di mordere la vita con gioia e semplicità …  risentire la tua voce di bambino è stato  come un dono fattomi da Dio, inaspettato e meraviglioso quella voce tenera che mi dedicava la canzone  e che invogliava i compagni a fare bene. Un qualcosa di indescrivibile che per un attimo mi ha fatto scordare la realtà e ho rivisto mio figlio che teneramente mi stringeva le braccia al collo. In ogni frammento di foto, di video ho rivissuto tanti frangenti di vita che, mi hanno risvegliato l’anima, Giovanni con gli amici, Giovanni che abbraccia e coccola suo fratello, Giovanni che ride felice e  regalando un mazzo di fiori raccolto nei campi vuol fare capire quanto è grande il suo bene per la nonna, Giovanni che ama il sole, le feste, Giovanni che non si ferma alla superficie delle cose ma vuole sapere, capire imparare senza vergognarsi nel chiedere spiegazioni a suo padre, al nonno o al suo “fratello” maggiore, come chiamava suo zio. Giovanni che abbraccia la vita, mordendola come un frutto succulento … e poi …   Giovanni   pochi mesi prima di andare via … all'inaugurazione della biblioteca della scuola, sul suo viso il sorriso e negli occhi la caparbietà  di rendere il massimo, perché … amava la sua scuola, e a quella scuola voleva lasciare qualcosa di bello, l’anno dopo avrebbe iniziato un nuovo percorso, una nuova scuola lo aspettava, affinché potesse avverare il suo sogno …  diventare un pittore, con le mani sporche di colore ma con dentro la convinzione di non barattare mai il successo con la sua integrità morale e la sua dignità di uomo semplice e umile. … Continuo a guardare e asciugo le lacrime ormai copiose, Giovanni non avrebbe voluto, non vorrebbe … ma come faccio ? Voglio Mio figlio, vorrei urlare, per favore ridammi mio figlio … rialzo il viso e i miei occhi “ incontrano “ quelli di mio figlio, mi sta sorridendo come a dirmi … “ non disperarti … basta che tu pronunci il mio nome perché risuoni in te il suono della mia voce che come un tempo ti farà capire quanto ti voglio bene … non ti disperare, non porta a niente disperarsi … c’è un tempo per ogni cosa … e … vivi , per far si che io viva in te. Fidati di me, ovunque tu sarai , io sarò con te … Sorrido, il mio sorriso è per te Giovanni, è per mio figlio … e per un angelo che da  lassù, chissà magari ci guarda e conoscendolo sta dicendo “ grazie, non merito tanto … grazie a tutti.  

1 commento:

  1. Gentile Mamma di Giovanni Domenico,
    la Sua lettera ci commuove per la ricchezza e la delicatezza del legame e dell'affetto nei riguardi di Suo figlio. Nel contempo ci induce a una riflessione: Suo figlio è ancora presente; la abbraccia e la invita a non disperare, la riempie di gioia e di speranza.
    la sua presenza è palpabile e continua, discreta e incoraggiante. Giovanni Domenico costituisce ormai un punto di riferimento certo e indispensabile.
    Per chi è credente questo è un bellissimo esempio di fede e speranza.
    Grazie, Giovanni Domenico, per quello che fai per tua madre e per l'esempio che dai a tutti noi.
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