lunedì 14 gennaio 2013

Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito. Cogli l'attimo. RACALMUTO tra Stato, mafia e politica.

Racalmuto, solitudine
Foto di Alfonso Guttilla

« Dum loquimur fugerit invida aetas:
 carpe diem, 
quam minimum credula postero. » (Orazio)


« Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito, 
come se ci odiasse. 
Cogli l'attimo, 
confidando il meno possibile nel domani. »


Alla Commissione Straordinaria di Racalmuto
Alla Prefettura di Agrigento
Al Ministero dell’Interno 
Ai Blog Cittadini

Osservando, riflettendo, ragionando delle e sulle vicende sociali, politiche e amministrative che riguardano la nostra Racalmuto, o per lo meno tentando di farlo, si viene colti da un senso di sconcerto, amarezza mista a rabbia, e in ultimo di sconforto.
Da tanti anni (troppi) i cittadini non hanno punti di riferimento credibili; non ce ne sono attualmente, non se ne vedono all'orizzonte.

La Mafia che nasce come reazione sociale di difesa dalle prevaricazioni di una certa politica, finisce con il diventare essa stessa elemento prevaricante, spesso in simbiosi con quest’ultima.
La Politica, come è successo nel nostro Comune, ha operato quasi esclusivamente al servizio dei singoli o nella migliore delle ipotesi di gruppi eterogenei di potere, diventando troppo spesso causa di problemi dal pesante risvolto sociale ( gestione del servizio r.s.u. e creazione del bacino dei precari per fare qualche esempio).
Lo Stato che attraverso una propria Commissione interviene d’imperio, con l’intento di estirpare il germe della cattiva e collusa politica, invece di porsi come indispensabile e rassicurante punto di riferimento, per i cittadini, finisce per appiattirsi su posizioni di fredda e distaccata burocrazia, in cui contano più gli equilibri di bilancio da raggiungere a tutti i costi e da esibire all'occorrenza  che le persone e le famiglie.

Eppure dentro la corazza Istituzionale della così detta Commissione Straordinaria Ministeriale ci sono delle persone in carne ed ossa, con esperienza, professionalità, e certamente sensibilità umana stratificata.

-Ai Racalmutesi sembrava ovvio che lo Stato nella sua azione avrebbe dato priorità al ripristino del rapporto fiduciario tra le parti che sta alla base del funzionamento di un libero sistema democratico.
 -Sembrava scontato che lo Stato avrebbe agito con imparzialità e giustizia, completando quell'azione di “pulizia” all'interno del municipio iniziata con lo scioglimento degli organi elettivi. 
-I Racalmutesi pensavano che finalmente avrebbero saputo la verità su tutto quello e su chi amministrativamente e moralmente ha portato alla deriva il nostro paese.
 -Credevano che persone del calibro dei Commissari, che non perdono occasione per ossequiare la figura di Sciascia e il suo messaggio, non avrebbero avuto alcun problema a interloquire, con la parte non appiattita, culturalmente, della società Racalmutese che a volte non la pensa come loro. 
-I Racalmutesi pensavano di trovarsi al cospetto di un organismo Istituzionale che finalmente, avrebbe difeso gli interessi e le istanze collettive come mai era successo in precedenza.
-Avevamo creduto al messaggio positivo che il Ministro Cancellieri ci aveva trasmesso nella sua visita. Ci sbagliavamo, ancora una volta. Racalmuto come nell'apologo di Sciascia in cui l’Onorevole in visita al circolo dei Zolfatai nel sentite certe storie di indicibile degrado si contorce e si agita dal dolore, tanto da rompere involontariamente una lampada che era sul tavolo.
Promette immediati interventi risolutivi. Gli sfortunati saranno costretti a comprare una lampada nuova con i propri soldi. In verità ad oggi dopo quasi due anni di Commissariamento tra Regionale e Prefettizio, e dopo tante promesse di aiuti finanziari, occupazionali, gestionali siamo alle prese come prima, più di prima con l’aumento esponenziale delle tasse locali, con arretramento inaccettabile del livello dei servizi, con un welfare che fa acqua da tutte le parti, con il totale disconoscimento dello status di cittadini. In una celebre intervista Sciascia disse “ Io non sto ne con lo Stato ne con la Mafia”.
Oggi i Racalmutesi, di certo, non stanno con questo Stato dalle tonalità cancianti.
Qualcuno, sbagliando per quanto ci riguarda, inizia a pensare che si stava meglio quando si stava peggio; e questo non è certamente un bene.
 Racalmuto 12/01/13
Giuseppe Guagliano

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