E' stata svolta il
22 settembre scorso la Premiazione del Concorso "Una poesia per
Pirandello" , 4a Edizione del Pirandello Stable Festival, presso la
casa natale del nostro amato scrittore agrigentino.
Hanno aderito tanti poeti provenienti da diverse parti della Sicilia e anche dal nord Italia. Il concorso si articolava in tre sezioni: Lingua Italiana, Lingua Siciliana e Poesia Giovani.
La vincitrice di quest'ultima sezione è stata Valeria Salvo, classe 1987, con la poesia "Trame di ricordi in fiamme di citalena" apprezzata molto dalla giuria e dal pubblico.
"E' stata una grande emozione vincere il 1° Premio di Poesia
Giovani, ci speravo tanto. L'anno scorso mi è stato conferito il 2° Premio
Pirandello per un'ode in lingua italiana e quest'anno ho voluto scrivere
qualcosa che veramente toccasse il cuore di tutti, ho voluto incidere su
carta la memoria dei carusi, della
pirrera in fiamme di citalena. Ho adoperato questi tre termini in
dialetto affinché la poesia rendesse di più l'idea e perché penso che
certi termini in siciliano siano insostituibili".Hanno aderito tanti poeti provenienti da diverse parti della Sicilia e anche dal nord Italia. Il concorso si articolava in tre sezioni: Lingua Italiana, Lingua Siciliana e Poesia Giovani.
La vincitrice di quest'ultima sezione è stata Valeria Salvo, classe 1987, con la poesia "Trame di ricordi in fiamme di citalena" apprezzata molto dalla giuria e dal pubblico.
Valeria dedica questo premio ai genitori e ai fratelli che l'hanno sempre sostenuta e a cui è legata tantissimo.
Trame di ricordi in fiamme di citalena.
Carrelli rovesciati sulle timide rotaie
e
foschia velata di pallide nubi
nel
sonno eterno della bruna “pirrera”.
Occhi
assenti di carusi, inchiodati
alle
pareti sgretolate
e
fatiche angoscianti, scalpitanti
nelle
furiose membra.
Dorme
la memoria
di
quei corpi mai più riportati alla luce
ma
“luce diventati”
nella
fiamma viva della vecchia “citalena”.
Alta
la luna smaltata, intreccia tra le dita delle stelle
trame
di ricordi, sangue e miseria,
mentre
il vento soffia, ancora, sul velo nero
della
madre che al petto stringe
il
respiro spento del suo amato caruso.
Cantano
i solfatari nelle lunghe notti,
mine
esplodono nel frantumo delle zolfare,
nel
dimenticatoio di un angolo
in
questo mondo immenso.
Silenzi
sfuggono dalle mani e fiamme di citalena si spengono,
portando
con sé carusi senza nome,
in
un tempo in cui lo zolfo si fece memoria
e
il ricordo anonimo divenne vita.
Valeria Salvo
Nessun commento:
Posta un commento