lunedì 23 gennaio 2012

Vincenzo Consolo e le chorisie di Palermo. Nel ricordo di Piero Carbone


Mi sovviene un ricordo legato alle corisie, rievocate nel romanzo Lo spasimo di Palermo.
Alla fine di un convegno, Consolo fu incuriosito dagli alberi panciuti e spinosi detti anche alberi bottiglia che costeggiano il Viale delle Scienze di Palermo e mostrò il desiderio di conoscerli meglio. Anch’io mi trovai con altri convegnisti a sentire quella richiesta. Gli promisi che avrei fatto delle ricerche in proposito e gliele avrei comunicate. Lui gradì molto e mi ringraziò.

Dopo qualche tempo, in occasione della presentazione di un libro sul restauro della chiesa dello Spasimo, gli consegnai una busta con le notizie sulle chorisie speciose, richieste a mia volta al professore Giovanni Liotta della facoltà di Agraria. Quando nel 1998 uscì il romanzo Lo Spasimo di Palermo, provai piacere nel ritrovarvi le corisie o alberi del Kapoc; nella scrittura consoliana, le asettiche notizie della botanica rappresentavano soltanto un pretesto: “i tronchi rigonfi delle corisie, la minaccia d’ogni lancia o spina, la meraviglia d’ogni rivolta e attorcimento, l’espansione sinuosa delle ramaglie, il fitto cielo delle foglie, la caduta delle radici e lo strisciare gropposo delle magnolie”.
Piero Carbone

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