domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua a tutti i lettori del blog Regalpetra Libera

Nel fare i nostri immensi auguri di una Buona Pasqua a tutti i lettori del blog Regalpetra Libera, suggeriamo la lettura della lettera scritta ieri da don Mario Colavita, che ci aiuta a capire il senso di questa festa: la resurrezione come possibilità di trasformazione dell'umanità, nella condivisione e nella gioia di vivere insieme.

Pasqua di Resurrezione
di don Mario Colavita


Non capiremo mai il senso pieno della Risurrezione di Cristo se non tenteremo di farci discepoli di colui che apre le porte della vita donandoci la novità dell'amore pasquale. Il cristianesimo si fonda sulla risurrezione di Cristo, il suo messaggio nè più nè meno è messaggio pasquale per eccellenza. Una religione di vita, insomma, che ha affascinato e preso gradualmente tutte le fasce sociali del grande impero romano.

Nel suo esodo spirituale il filosofo russo Berdiaev (1874-1948) leggeva il cristianesimo come la religione della risurrezione: "Il cristianesimo è la più grande religione, perché è la religione della risurrezione: perché non si adatta alla morte e alla sparizione, perché cerca la risurrezione di tutto ciò che veramente è".
Porre attenzione alla risurrezione è scavare dentro il nostro essere cristiani, porre un fondamento stabile della verità di Dio che nel suo amore trinitario si rivela come il Dio della vita. Nel suo libro su Gesù di Nazareth Joseph Ratzinger ci invita a chiederci con onestà cosa significhi per noi oggi la risurrezione di Cristo, scrive: "Essa è un evento dentro la storia che, tuttavia, infrange l'ambito della storia e va al di là di essa. Forse possiamo servirci di un linguaggio analogico, che sotto molti aspetti rimane inadeguato, ma può tuttavia aprire un accesso alla comprensione. Potremmo considerare la risurrezione quasi come una specie di radicale salto di qualità in cui si dischiude una nuova dimensione della vita, dell'essere uomini".
La Pasqua di Risurrezione diventa assicurazione di una qualità di vita nuova, diversa, al cui centro non c'è più l'io egoistico ma c'è un radicale cambiamento all'altro. La festa delle feste, dunque, dà un senso alla storia e alla vita degli uomini: la storia non è chiusa in se stessa, ha un'apertura, una feritoia, un piccolo spazio per guardare sempre l'oltre, non solo, Pasqua deve donare un senso alla vita umana, alla vita come dono, alla vita come condivisione che nell'agire trinitario nella storia diventa comunione, solidarietà, fraternità, gioia di stare bene insieme.
La Pasqua chiede di essere interiorizzata mai privatizzata: pretende perciò di venir assunto come principio di umanesimo, perché evento salvifico che coinvolge l'umanità e la trasforma in nuova umanità. Nel tempo dell'indecisione e della paura dove l'incertezza e l'ansia economica rischiano di diventare incertezza sull'uomo, la risurrezione indica un punto di riferimento solido. Evidentemente, non basta che la risurrezione venga presentata come un modello di vita da imitare; si richiede, anzitutto, che essa sia un principio di vita che trasformi dall'interno le esistenze degli uomini e delle donne, che vogliono adottarlo come paradigma di umanesimo. A queste condizioni l'evento vissuto della risurrezione è capace di sprigionare imprevedibili energie: ad esempio, può ampliare con forza unica gli orizzonti della speranza, in un tempo nel quale essi tendono a ridursi, ad arricchire la vita e l'esistenza degli uomini con prospettive di solidarietà e di fraternità. La mancata fraternità è segno di sottosviluppo e di profondi contraddizioni sociali. Benedetto XVI, sulla sia del magistero sociale della chiesa, lo aveva chiesto come impegno globale: "la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l'uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità..." (Caritas in Veritate, 19). La Risurrezione non può che donare all'uomo il desiderio della fraternità come esigenza inderogabile per una nuova umanità, in poche parole il messaggio pasquale del Risorto aiuta e rinsalda la Verità nella carità degli uomini tra loro.
Il vescovo Melitone della città di Sardi in Asia minore, stimato dal popolo come pastore carismatico, alla fine del II secolo dopo Cristo, propose alla sua gente una elegante e sostanziosa omelia sulla pasqua, l'unica a noi pervenuta. Melitone vedeva nel mistero del Cristo risorto un passaggio dinamico: dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla redenzione, con questa dinamicità il credente può dire e dare lode a Dio: alleluja.
Pasqua, dunque, è rinnovare la fiducia vitale nel Dio trinitario è affermare senza paura, ma con orgoglio e onore che vale la pena vivere come Cristo da risorti; la vita che il vangelo ci propone è rinnovata e per questo buona e bella. Pasqua è la positività di Dio che entra nelle case degli uomini: libertà, gioia, festa, luce, redenzione come un unico canto di vita, è la vita del Dio amore che fiorisce nel modo degli uomini.
di don Mario Colavita

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