"Il profilo dell'Italia nel mondo non è mai stato tanto basso - scrive Varese - in una democrazia matura, i leader del Pdl gli avrebbero suggerito di fare un passo indietro per il bene del partito. Ma in Italia lui 'possiede' il suo partito.
Le opposizioni potrebbero essere un'alternativa ma non lo sono". E i media, aggiunge Varese, potrebbero avere un ruolo, usando il materiale che proviene dalle indagini sugli scandali recenti, "ma Mr. Berlusconi possiede le tv private e controlla quella pubblica e i suoi oppositori spesso vengono umiliati a mezzo stampa". A tutto questo si aggiunge la riluttanza degli altri attori della scena italiana a "smarcarsi", dagli imprenditori "che in ogni caso preferiscono un governo guidato da Berlusconi che dalla sinistra" al Vaticano, "che dopo le misure a sostegno delle scuole cattoliche si è mostrato estremamente timido nel criticarlo", alla Lega, "della quale resta il partner favorito". "Gli italiani, dunque, potrebbero essere arrivati al punto di rottura. Ma non le elite economiche, sociali e politiche. Speriamo - conclude Varese - che ci arrivino presto".
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http://www.repubblica.it/politica/2011/01/27/news/berlusconi_new_york_times-11708629/?ref=HRER1-1
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