lunedì 13 settembre 2010

A proposito del libro di Messana ( forum facebook Salvo- Cutaia - Vassallo - Carbone)

Per Giovanni Salvo il libro di Eugenio Napoleone Messa andrebbe ristampato, per Cutaia il libro  è fazioso, per Vassallo è "una miniera di informazioni" come lo defini Leonardo Sciascia, per Carbone la faziosità a volte funziona da molla per altre ricerche storiche.
Giovanni Salvo
Andrebbe ristampato il libro di EUGENIO NAPOLEONE MESSANA sono ormai troppo poche le copie in giro, anche se in biblioteca una copia c'è.
In verità io ci ho provato, quando ne ho avuto la possibilità, con scarsi risultati.
E'' un libro ricco... della storia di Racalmuto, ben raffigurato.
Forse sono in molti a non conoscerolo e secondo me ogni famiglia racalmutese dovrebbe possederne una copia.
Qualcuno sostiene che è una lettura di parte e non sempre precisa.
Umilmente penso e sostengo che che in fondo molti libri di storia hanno questa caratteristica.
E dunque Riproviamoci......

Angelo Cutaia
del libro di Messana, parente, amico e del quale ho ammirato l'impegno sociale, ho scritto testualmente: In realtà il libro di Messana è molto impreciso, fazioso, troppo dipendente dalla superficiale e risorgimentale letteratura dell'Ottocent...o e il suo autore era "fantasioso", come mi disse una volta Sciascia (mi si passi la citazione, visto c...he non lo utilizzo mai!). Non è il caso quindi di spendere soldi pubblici. Se qualche editore lo volesse pubblicare a sue spese ... che lo faccia. Io non sono mai riuscito a leggere tre pagine di seguito. Tuttavia ogni libro è utile, bisogna leggerlo "cum grano salis" e con la conoscenza del clima politico della data di pubblicazione per ricavarne delle notizie storicamente attendibili. Ora aggiungo: semmai andrebbe pubblicata una edizione critica, cioè annotata per evitare errori storici come l'origine di Racalmuto da Mothyon, Al Minsciar collocata al Castelluccio, ingenuità come le scale nelle pareti del Castelluccio, Apollofar asssediato ad al Minsciar dal Guiscado, ecc. ecc..Per non dire della impostazione eccessivamente marxista del racconto storico che tende all'indottrinamento politico. Altro c'è da dire, quì non è possibile per lo spazio limitato. Una tavola rotonda?

Nino Vassallo
Caro Angelo, sono meravigliato del tuo giudizio così impietoso sul libro di E. Messana. Lo accusi addirittura di essere stato "fantasioso" e citi come esempio il riferimento all'origine di Racalmuto da Mothyon o ad Apollofar assediato ad "...al Minsciar" e altro. Ma Messana si limita a riferire queste cose quando parla dei precedenti studi storici, vale a dire delle notizie riporate da Serafino Messana e da Nicolò Tinebra Martorana. E scrive: del primo "il Messana (Serafino, suo bisnonno si presenta l'erudito che pensa di illustrare il passato del suo paese...ma azzardando ipotesi, a cui sembra inclinare o giungere pur di concludere un passato storicizzato di Racalmuto sufficientemente declaratorio. Il secondo evade le difficoltà...e scivola nella scialba retorica al fine di tentare di condurre il lettore a vedere un bello ed un poetico nei luoghi e nelle cose del paese." Le notizie che tu dici, Eugenio Messana le riporta per dovere di cronaca e per un desiderio di completezza sulle cose scritte su Racalmuto; lo dice e ripetutamente che sono solo delle congetture. Ovviamente anche il libro di di E. Messana ha delle pecche come tutti i libri scritti dagli "storici locali" che non hanno una formazione "scientifica" da storici. E risente del clima, dei mezzi e della reperibilità delle fonti della sua epoca (anni sessanta). Ma il pregio maggiore dell'opera sta proprio nelle notizie che egli ci fornisce sull'ottocento racalmutese, frutto di una sua personale ricerca d'archivio, e a tutt'oggi in gran parte, unica fonte di informazione. (una "miniera di informazioni" definì il libro Leonardo Sciascia alla sua presentazione nel settembre 1969. Sono in possesso delle foto di quell'evento e, appena avrò tempo, provvederò a pubblicarle su FB). Ed è per questo che dovremmo essere grati ad E. Messana di questo lascito pubblico (una volta tanto per carità, anche se tra racalmutesi, specie per le cose fatte a beneficio della collettività e aggratis, non è cosa usuale!). E non mi sembra che l'autore indulga tanto alla retorica risorgimentale visto che è proprio lui ad essere il primo e unico racalmutese che ha scritto sui moti racalmutesi del 1862. E. Messana, negli anni sessanta e per anni andava e veniva dall'archivio di Stato di Agrigento e con i mezzi di allora per battere su una olivetti 32 le sue pagine di storia. C'è da chiedersi a 41 anni dalla pubblicazione dell'opera (a sue spese e rimettendoci!) come mai nessuno si è preso la briga, in tanti anni che sono passati, di ristamparlo integralmente, parzialmente o in edizione critica, visto che volenti o nolenti è continuamente citato (ma lo hai detto tu: era comunista!). Ma c'è, soprattutto, da chiedersi perchè nessuno, come ha fatto E. Messana a proprie spese (ma che bestemmia!) o a spese pubbliche, si sia accollato sino ad oggi la fatica di fare delle ricerche d'archivio che ci dia un quadro più approfondito degli ultimi due secoli di storia del paese!

Angelo Cutaia
caro Nino, ho rimarcato le imperfezioni del libro del Messana per replicare a Giovanni Salvo che vorrebbe ristampare anastaticamente il libro affinché ogni famiglia ne abbia uno. Come se fosse una Bibbia! Invece, oltre agli indubbi meriti,... ci sono delle inesattezze, che o di sua elaborazione, o riportate da altri autori, ingenererebbero, come hanno già fatto, delle leggende sulla vera storia del paese. (Ancora oggi un gruppo folk si chiama Mothyon!) Ho sempre scritto, anche in questo caso, che nessun libro di storia è inutile. Nel caso specifico si tratta solo di sapere sceverare la notizia dal suo imbellettamento ideologico, o, peggio, dalle sue finalità ideologiche. L'esposizione è troppo prolissa. Proprio durante la presentazione del libro Sciascia ebbe a dire che lo si sarebbe potuto scrivere con la metà delle pagine. (A proposito, vedi se ci sono anche io in quelle foto). Comunque non ho mai avuto intenzione di stroncare il libro, solo di mettere in guardia dall'accettazione acritica che se ne è fatta e se ne fa. Se i sono fantasie e faziosità ogni lettore può giudicare da sé. Lo stesso avrei detto del libro di Tinebra Martorana e, somma eresia, anche delle Parrocchie di Sciascia. I libri di storia nascono condannati ad essere superati dagli studi posteriori, ma senza di essi non si potrebbe proseguire negli studi, no? -
Che ne pensi di fare un seminario, una tavola rotonda per discutere su questo libro come pretesto per parlare di storia? Potremmo andare in TV od organizzare un convegno. Lo stesso fatto di parlarne è un atto di omaggio all'Autore. Intanto grazie per la tua attività di riscopritore della storia patria. Nel contempo si valorizza il nostro paese che di questi tempi è trascinato giù.

Nino Vassallo
Angelo, io sono disponibile, ma nel paese interesserebbe a qualcuno? Mi sembrano tutti appiattiti all'amministrazione (pessima!) del presente, a lotte di potere e a sbarcare il lunario attraverso le cariche pubbliche. Comunque, se ci fossero 20, 30 persone interessate all'argomento si potrebbe fare.

Angelo Cutaia
per andare in TV Europa bastiamo io e te. Una piazzetta. Poi se suscita interesse se ne può fare un convegno.

Nino Vassallo
ammunì!

Piero Carbone
Interessatissimo. Esattezza a parte (su cui si può sempre intervenire, documenti alla mano, ecco l'importanza dell'archivio storico), il libro di Messana è una miniera di spunti. Nel mio libro fantasma, perché sparito dalla circolazione "Eretici a Regalpetra" ho riscoperto i libri di tanti autori racalmutesi grazie alle citazioni "faziose" del Messana. Anche la faziosiità a volte funziona da molla per ulteriori ricerche storiche non faziose. E intanto se ne parla, si coltiva la memoria. Se io ne avessi avuto il tempo e la disponibilità in termini di risprse, il libro di Messana, e non solo il suo, lo avrei volentieri ristampato.

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