sabato 25 settembre 2010

Il saluto a Giacinto Carafa


Il saluto a Giacinto Carafa
La commedia dell’arte e della vita

Regista e animatore culturale a Racalmuto,
fondò la compagnia del “Piccolo Teatro”
dove hanno fatto esperienza numerosi giovani racalmutesi. Tutto iniziò nel 1996.
Ecco il ricordo di tre ragazzi della compagnia di quegli anni
di
Carmelo Marchese, Salvatore Picone, Salvatore Pinò

Se Racalmuto, negli ultimi quindici anni, ha avuto ragazze e ragazzi che si sono cimentati con il teatro, lo si deve a Giacinto Carafa. Lo si deve anche a lui perchè sin dagli inizi degli anni Novanta (quando Racalmuto usciva da un periodo buio e triste, segnato dalle stragi e dai morti in piazza) Carafa iniziò ad avvicinare tanti giovani al suo “Piccolo Teatro Città di Racalmuto”. La compagnia iniziò a debuttare – siamo nel 1996 – nella palestra della scuola elementare. Ancora il teatro era chiuso. Ma sognavamo quel palcoscenico che avevamo visto in foto. E Carafa ce lo ha fatto amare da fuori. E ora che lui non c’è più emergono flash di ricordi.
Quel gruppo di adolescenti iniziò a leggere testi teatrali: di Pirandello, di De Filippo e Scarpetta, di Totò. Ci avvicinammo ai testi di Pasolini, Martoglio… e naturalmente di Sciascia. Una volta a settimana all’auditorium Santa Chiara, locale freddo ed umido, ci si incontrava non solo per provare, ma per leggere assieme, chiacchierare, programmare, scherzare e litigare. E per diversi anni siamo riusciti a portare la gente a vedere una commedia, a ridere nei giorni di Natale con le avventure di casa Cupiello. D’estate poi giravamo le piazze dei comuni. E Giacinto Carafa sempre dietro le quinte a suggerire, ad arrabbiarsi e congratularsi.
Nel frattempo era diventato presidente provinciale della Federazione Italiana Teatro Amatori. I contatti quindi crescevano sempre di più.
Ci parlava sempre – in quei pomeriggi a casa sua, tra i libri e il fumo e i caffè della signora – della sua terra d’origine. Di come aveva iniziato lui la sua avventura con il teatro. E riuscì a portarci nel suo paese d’origine, Carinaro. Andammo per diversi giorni con la compagnia e con un gruppo folk di Agrigento. Portammo a Carinaro le pagine di Leonardo Sciascia che in quell’occasione gli dedicò una strada. Ci fece visitare Napoli, Caserta. Ce la raccontò a modo suo, da chi l’aveva amata e vissuta e letta attraverso i libri.
Anche lui aveva scritto e pubblicato qualcosa. Ricordiamo un volume che raccoglie alcune sue poesie molte delle quali dedicate a Racalmuto, paese che lo ha adottato.
Amico dei giovani dunque, Giacinto Carafa è stato il porto che ha spinto tante navi nel mare della vita.
Poi, nel 2003, il Teatro Regina Margherita è stato riaperto dopo più di quarant’anni di chiusura. Un sogno che si avverava per tutti. Ad alcuni di noi venne facile trovare spazio tra quinte e scenografie, tra stucchi e velluti. Un po’ avevamo masticato parole di teatro.
Altri invece hanno lasciato il paese. Ma Carafa, inconsapevolmente, ci ha lasciati sempre uniti. La parola teatro ci accomuna sempre, in ogni cosa che facciamo. La facilità di parlare con tanta gente davanti, stare dietro una telecamera o in un aula di Tribunale o dietro le quinte di un teatro (com’è nel nostro caso) lo dobbiamo in gran parte all’esperienza di quegli anni al “Piccolo Teatro Città di Racalmuto” e naturalmente a Giacinto Carafa.
Organizzò per diversi anni (fu anche animatore del Centro per Anziani “San Luigi” e di tante altre iniziative sociali e culturali) al teatro di Racalmuto anche una stagione di teatro popolare. Seguitissima, come sempre. Come lo scorso mese di aprile quando i ragazzi della compagnia, i ragazzi di ieri e di oggi, l’hanno omaggiato con una serata dedicata a lui. Si muoveva a fatica, ma era contento. La “sua” compagnia non aveva bisogno più di un suggeritore, aveva assistito alla commedia da un palco e non da dietro le quinte.
Ci diceva sempre che il suo motto, nel giorno in cui se ne fosse andato, doveva essere un verso di Neruda “Confesso che ho vissuto”. E noi lo confessiamo: con lui abbiamo vissuto anni straordinari nel grande palcoscenico della giovinezza. Grazie a lui abbiamo indossato “maschere”. E sono quelle che, inconsapevolmente, sempre ci portiamo dietro.
Per Giacinto Carafa ora si è alzato il sipario del cielo.

Carmelo Marchese, Salvatore Picone, Salvatore Pinò


Gli autori del blog "Regalpetra Libera Racalmuto" esprimono
sentite condoglianze alla famiglia del compianto Giacinto Carafa. 

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