venerdì 20 agosto 2010

RACALMUTO: NEMMENO VERGA AVREBBE IMMAGINATO TANTO DECADIMENTO


Cinzia Orsini e Paola Volpe
Ill.mo Sindaco di Racalmuto, questa mattina mi è arrivata la notizia di un episodio di inaudita e gratuita barbaria avvenuta nella Sua cittadina, durante la notte appena trascorsa, in un luogo che dovrebbe essere un posto ludico per i bimbi, il parco giochi “Fra’ Diego La Matina”, e dove invece è avvenuto il sacrificio di un essere vivente ed innocente, e mi consenta di parlare così anche se si trattava "SOLO" di un cucciolo di cane, lapidato e bruciato vivo ancora agonizzante, da coloro che non hanno il diritto di essere chiamati umani, per puro divertimento.

Ill.mo Sindaco e Professore, questa mia è per chiederLe un'esemplare atto
di giustizia, non solo verso un animale innocente e atrocemente trucidato,
ma verso tutta la società di coloro che ancora hanno ben chiara la loro
condizione di esseri pensanti, di cittadini d'Italia, dell'Europa e del
mondo.
Tenga alto il nome della Sua cittadina, della Sua bella terra, la
Sicilia, ed il nome di tutti noi cittadini del bel paese, l'Italia.
Nemmeno Verga, che ci ha fatto tutti testimoni delle sofferenze umane e
delle ingiustizie sociali, avrebbe mai potuto immaginare un tale
decadimento.
La prego non lasci impunito un così cruento e malvagio gesto di inciviltà e
di vigliaccheria, perchè ieri è stato un povero cucciolo d'animale, in un
domani non troppo lontano potrebbe essere un cucciolo d'uomo, un
mendicante, un anziano, una ragazza, una donna e tutti coloro che sono i
più indifesi. Se la giustizia non protegge i deboli, chi li protegge più?
La prego non lasci che i colpevoli la passino liscia, che si sentano
invulnerabili, intoccabili, che la loro violenza cresca e si ingigantisca
forte della mancanza di una meritata e dura punizione e possano pensare di
poter spadroneggiare sul mondo con la legge del prepotente e del violento.
E La prego, non permetta che si parli della Sua cittadina, della Sua terra
come se fosse il solito posto testimone silenzioso ed omertoso, ma anzi che
se ne parli come un insegnamento del rispetto della giustizia e
compassione, un luogo dove ancora si partecipa con dolore alla sofferenza,
qualunque sia la sua forma ed espressione, e dove con intransigenza si
estirpano sul nascere le radici del male.
Grazie di avermi letta ed ascoltata, sono certa che sentirò parlare di Lei
e non ne sentirò che bene.
I miei più distinti saluti.

Cinzia Orsini
Paola Volpe
Fonte: parcodeinebrodi.blogspot.com/

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