sabato 13 febbraio 2010

Giovanni Salvo: no eolico, no privatizzazione acqua, no silenzio ...


Voglio ribadire il Mio parere nettamente sfavorevole riguardo ai generatori eolici, che da qui a poco, verranno istallati sul Monte Castelluccio.
Lo faccio per fare conoscere a tutti quale è il mio, modestissimo ed ininfluente, pensiero su un fatto che interessa il paese in cui sono nato e cresciuto.
Confermo e sintetizzo il mio parere: sono contrario all’eolico e sono favorevole, come fonte di energia rinnovabile al solare, ai pannelli fotovoltaici per intenderci.
Da cittadino esprimo il mio disappunto poiché mi è bastato leggere i giornali di buon mattino, tra una genovese e un cappuccino, per comprendere quanto a poco servano quei pali altissimi, se non a deturpare.
Pare, da quello che si legge in giro, che tali impianti stimolino tante forme di “energia” molto meno pulita di quella elettrica, di cui potremmo fare benissimo senza.
Non ho la presunzione di convincere qualcuno, scrivo con lo stesso stato d’animo di chi, volendo sfogare la propria rabbia , sferra un pugno al muro sapendo di farsi male.
Sono cosciente che potrebbe anche non servire a nulla.
Ammetto anche di non trovarmi d’accordo alla privatizzazione dell’acqua e soprattutto sono contrario a chi sta zitto.
Ci pensate ogni qualvolta si presenta una tornata elettorale quanti cittadini di Racalmuto si mettono in movimento?
Quante facce, quanti manifesti, quanti volantini, quante discussioni, ma vi ricordate chi sono?
Rimembrate coloro che, si fanno chiamare “Dirigenti politici ”, che si affannano a formare le liste, che sono bravi a fare la conta dei voti in prospettiva, quelli che sono abili a tirare dalla manica l’assessore giusto al momento giusto; l’uomo al quale, sino a quel momento, nessuno ha pensato.
L’asso vincente, il famoso cittadino della società civile che tanto ci fa pensare ai marziani.
Ricordate gli spot in TV: Noi che amiamo Racalmuto…, Io ci sarò…, Il mio impegno per un paese che amo… e altre cazzate.
Dove sono i tanti Sindaci che aspirano ed hanno aspirato a governare il paese, e soprattutto dove sta la passione che sono pronti a dimostrare solo in certi momenti , come si dice dalle nostre parti , quando “ tirano per il tollo”.
Dove è finita la faccia che abbiamo da subito non apprezzato, guardando quel volantino offertoci con la mano tesa, con quel gesto volto ad intenerirci.
Dove è quella persona che ci ha dato quel fac-simile che avremmo voluto rifiutare, se non fosse stato per la nostra educazione?
Chissà che fanno quelli che sono tanto lesti ad andare a passo svelto verso l’auto bleau dell’onorevole di turno, a cui hanno dato appuntamento proprio al centro della piazza per mostrare a tutti i propri muscoli.
Dove sono quei pretoriani che durante le campagne elettorali indossano la cravatta, che forse mai avrebbero indossato se non di domenica , pronti a sottolineare con eleganza la serietà del momento.
Che fine hanno fatto quelle menti pronte a sventolare i propri curriculum scolastici e lavorativi a garanzia del loro impegno?
Chi sa dove sono quei giovani volenterosi costretti a comiziare a qualsiasi costo, che con la mano e la voce tremante sono soliti sventolare un discorso preparato da altri?
Certamente a suo tempo, confidando nel cambiamento, abbiamo apprezzato anche questo tipo di sforzo, che oggi ci sarebbe piaciuto riscontrare nella voglia non sussultante e nell’interesse certo per il proprio paese.
Avremmo voluto che quella voce vacillante, amplificata dagli altoparlanti, che abbiamo scambiato per emozionata, non fosse invece la prova dell’imbarazzo provato nello svolgere un ruolo forzatamente, per motivi che con la politica nulla hanno a che fare.
E dove sono anche questi altri, ventriloqui, scrittori di discorsi?
E dove sono i figli ai quali i papà hanno lasciato il posto in politica travasando i propri voti, che dicono?
Dove sono quei baffi, quei culi all’insù, quei giornali sotto braccio, quegli abiti blu che in passato tanto abbiamo odiato e che ci tocca ricordare, per non dimenticare nessuno.
Dobbiamo a tutti i costi, con il nostro silenzio, dare forza all’intolleranza di chi non sopporta chi si oppone civilmente?
Che ci rompiamo le scatole se la politica, la passione, la voglia di esprimere il proprio pensiero liberamente senza paura, il bisogno di informarsi sulle sorti del proprio paese, in molti “Dirigenti” , finisce all’indomani della sconfitta elettorale.
Comunque non spero e non ci tengo a conoscere l’opinione di tutti.
Che sentimento! I nostri uomini di cultura hanno messo nel consegnare, negli anni passati, i premi di poesia intitolati al deturpando Monte Castelluccio.
Non conto di punzecchiare tutti, ancor meno quegli “intellettuali” che negli anni ci hanno fatto lezioni, invitandoci a mirare quel Monte di fronte Racalmuto, come fosse l’ermo colle.
All’intellighentia racalmutese dico soltanto: “E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio”
No!, il pensiero degli intellettuali racalmutesi non lo voglio proprio conoscere, non mi interessa:
“ Così tra questa immensità s'annega il pensier mio”
Non m’importa sapere cosa dicono coloro che pensano che sono questi i loro principi ma che se non piacciono ne hanno altri.
Mi riferisco a quanti sono stati prosciolti, sdoganati, graziati dal Sindaco ed ora per questo amministrano con lui, pur avendo perso le elezioni contro di lui; di quelli ne faccio a meno, potrebbero benissimo cambiare idea qualche istante dopo avermi fatto sapere cosa pensano.
Però, in fondo, parlando di pensiero e passione, anche questi ultimi sono protagonisti:
“ Tutti gli uomini sono soggetti all'errore: e molti uomini ne sono, in molti aspetti, esposti alla tentazione per passione dell’ interesse.”
Giovanni Salvo

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