domenica 31 gennaio 2010

Giovanni Salvo: Uniamo Grotte e Racalmuto,"mutu tu e mutu iu" ... POLITICI DOVE SIETE ???


Racalmuto e Grotte uniti, ma qui nessuno dice la sua.
Le idee sono come le stelle: non possiamo raggiungerle, ma almeno proviamo a tracciare la rotta.
Due paesi attaccati, geograficamente intersecati, uniti anche da un lembo di sottile conflitto campanilistico che indiscutibilmente oggi andrebbe rimosso.
Giusto ricercare collaborazione tra due comunità quali, Grotte e Racalmuto, che seppur limitrofe presentano degli aspetti “antropologici” differenti.
Il popolo grottese ha saputo superare con l’intraprendenza e con tenacia una condizione sociale storicamente scarna rispetto alla vicina Racalmuto.
Dal canto suo il racalmutese nonostante abbia avuto una sua storia ricca, intrisa di : zolfo, miniere di sale, teatro, cinema, personaggi illustri, medici illuminati, pittori, scrittori; sembra non avere mai perso il suo humus “tavernaro”.
La Regalpetra sciasciana pare aver conservato integra la mentalità del minatore, ossia quella di vivere alla giornata.
Una differenza da sempre esistita tra i due paesini, che può essere letta anche dal rapporto dato dal numero delle pizzerie e bar che esercitano nell’uno e nell’altro territorio.
Tra pizzerie e rosticcerie, le attività che esercitano a Racalmuto sono circa sette contro solo una che è presente a Grotte, divario altrettanto consistente riguarda altri esercizi quali i bar.
Il Racalmutese ha vissuto da sempre, nei confronti del grottese, con un forte complesso di superiorità, che neppure lo scrittore Leonardo Sciascia ha evitato di evidenziare, quando parlando dell’antagonismo dei due paesi scrisse : ” quanti siete?. Tri cristiani e un gruttisi.”
Certo Racalmuto annovera primati di tipo letterario che i grottesi ci invidiano, ma che non sempre è corrisposto con un vero sviluppo socio-culturale nel senso più ampio del termine, almeno parlando del presente.
Seppur il primo libro che ricostruisce la storia di Racalmuto è stato scritto alla fine dell’ottocento, mentre i grottesi hanno potuto leggere la propria solo di recente, credo attorno agli anni novanta.
Forse avere attribuito, a torto, ai circa cento anni di differenza, fra i due libri di storia, non solo un divario temporale ma anche sociale e per il fatto di aver dato i natali ad un illustre scrittore come Sciascia, che i racalmutesi hanno sviluppato un complesso di superiorità nei confronti della confinante grotte, pur rimanendo “tronfi” nella più totale inerzia imprenditoriale.
Intanto chiuse le miniere, fermato l’indotto e l’agricoltura, Racalmuto è caduto lentamente nell’oblio.
La laboriosità dei Grottesi invece nell’ultimo trentennio ha prodotto ricchezza, facendo guadagnare alla popolazione un certo savoir-faire sociale, sfociante in una sorta di buon gusto che si evidenzia nelle attività svolte.
Di contro l’essenzialismo racalmutese, tendente all’approssimazione, che non sempre ha voluto significare sostanza.
E non è perché l’erba del vicino sembra più verde, due esempi: la cura dell’estetica che si può notare nelle nuove costruzioni presenti a Grotte, la compostezza del corpo di polizia municipale e potrei continuare.
Sono certo che a questa mia affermazione molti, miei compaesani audaci campanilisti, storceranno il naso, ma come dice l’antico proverbio“ Biddizzi e dinari nun si ponnu ammucciari”.
Dobbiamo ammettere che oggi dai grottesi abbiamo solo da imparare, e forse oggi anche sotto l’aspetto culturale, un esempio su tutti la manifestazione che si celebra ogni anno a Grotte, ossia il premio letterario “Racalmare” intitolato a Leonardo Sciascia, che meglio di qualsiasi altro, Fondazione Sciascia compresa, riesce a focalizzare molto bene una promozione culturale nel senso più ampio del termine, valicando l’orizzonte locale.
Oltre alla devozione che molti cittadini di Grotte hanno nei confronti della Madonna del Monte di Racalmuto , la cosa che più sembra accomunare le due comunità è data dall’emigrazione di tantissimi giovani.
Oggi Grotte con la fine del commercio fiorente degli anni ottanta e Racalmuto con la fine delle miniere, hanno perso molti dei presupposti economici e molti giovani cittadini sono andati via dai rispettivi paesi alla ricerca di un lavoro.
Basta attraversare le due cittadine, dopo il tramonto, per coglierne tutto lo sconforto.
Serve fare qualcosa, un vero politico non può permettersi il lusso di non essere ottimista e di non sfornare idee.
Potrebbe essere un’idea la proposta fatta di recente dal Sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, che ci indurrebbe a dei cambiamenti stravolgenti: può una sinergia gestionale, in termini dei servizi comunali, aprire anche le porte ad una unica guida politica dei due centri?
In effetti è l’unione a fare la forza.
Anche se pare trattarsi di un’idea semplice quanto bizzarra, poichè utopistica e molto rivoluzionaria, si apprezza lo sforzo.
Ma se i politici si riconoscono dalle proprie idee a Racalmuto non dovremmo averne tanti.
Ci piacerebbe, parlando di idee, conoscerne di più, ma sembrano davvero pochi i racalmutesi desiderosi oggi di esprimere le proprie, giuste o sbagliate.
Dove sono i sindaci che verranno?
Dove sono i Consiglieri Comunali gli Assessori che supplichiamo di parlarci di “idee” , sempre che ne abbiano, e possibilmente di dibatterle con la stessa grinta che sono capaci di tirare fuori solo allor quando si parla di soldi e di presidenze.
Peccato che dalle nostre parti l’unione si trova soltanto e solamente in certe occasioni di tornaconto e la forza si trova solo per raggiungere l’interesse personale.
Ma perché qui a Racalmuto nessuno più parla?
"Politici, dove siete? che fate? cosa pensate sulle questioni che si vanno presentando?
Riduciamo allora il numero degli Assessori che non parlano, non sarebbe un’idea?
Ma i grottesi che se ne fanno di una classe politica muta, avranno già la loro!
Tranne che non si voglia fare il solito gioco e come si dice dalle nostre parti, mutu tu e mutu iu.

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