di Salvatore Salvaggio
Costruito nell'arco di dieci anni, tra il 1870 e il 1880, il Teatro "Regina Margherita" era nato per celebrare la ricchezza delle famiglie di Racalmuto che con gli zolfi e le miniere avevano conquistato rispettabilità e potere. L'amministrazione comunale ne deliberò la realizzazione il 19 dicembre 1870 e affidò il progetto all'architetto Dionisio Sciascia, allievo della scuola di G.B. Filippo Basile, ideatore del Teatro Massimo di Palermo, disegnato negli stessi anni.
E del Massimo, infatti, il gioiello di Racalmuto riproduce e anticipa per certi versi linee e concezione strutturale, nell'armonia del classico teatro all'italiana: annesso alla sede del Municipio, ospitato nel giardino dell'ex monastero di Santa Chiara, il teatro ha 350 posti, due ordini di palchi e loggione a ferro di cavallo, un ampio palcoscenico e fossa mistica. Destinati a durare due anni, i lavori di costruzione si protrassero per un decennio: autore degli stucchi è Giuseppe Carta, che firmò anche il sipario che raffigura " I Vespri Siciliani".
Il pittore Giuseppe Cavallaro dipinse i dodici scenari.
Inaugurato il 9 novembre 1880, con "il Rigoletto" della compagnia di Argenite Innocenti, il Teatro fino al 1930 ospitò compagnie d'opera, d'operette e di prosa, anche di grande rilievo.
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