giovedì 1 ottobre 2009

Nel film di Giuseppe Tornatore "Baarìa" c'è anche Racalmuto e Sciascia ... di Salvatore Picone

"Scrivetemeli su un biglietto altrimenti li scordo"



Questo film, come "Nuovo Cinema Paradiso", contiene anche le nostre radici, i nostri nonni e le loro fatiche, le nostre piazze, i nostri cortili, le nostre campagne, le nostre feste, i nostri sentimenti fra ricordi e nostalgie.
di Salvatore Picone

A me è piaciuto il film di Giuseppe Tornatore. “Baarìa si è imposta come titolo, malgrado tutto”, ha detto il regista. Ed è inutile che vi parli del film, di quel che racconta. Ma c’è qualcosa di cui mi piacerebbe invece parlare. Qualcosa che c’è nel film e che riguarda il mio paese, che riguarda Racalmuto. Si sa quanto Tornatore fosse legato a Leonardo Sciascia. Ricordiamo le parole di Tornatore, di Vincenzo Consolo, di Matteo Collura su quella visione “privata” di "Nuovo Cinema Paradiso" entrata ormai nella storia del cinema. Sciascia vide il film in una sala cinematografica di Milano accompagnato dalla moglie, la signora Maria, e da alcuni amici. Si trovava in quella città per via delle cure. Siamo nel 1988 e lo scrittore era già malato.Sciascia, ricorda lo scrittore Consolo, “pianse per tutta la durata della proiezione” - “Eravamo imbarazzati”, ha scritto da qualche parte Matteo Collura. Di questo fatto ne parlò una volta anche la signora Maria, la vedova di Sciascia. Siamo andati a trovarla nella sua casa di Palermo in occasione del conferimento della “cittadinanza onoraria” di Racalmuto. Maggio 2007. Il sindaco di allora, Gigi Restivo, accolse la mia proposta e la mia idea di conferire la cittadinanza di Racalmuto-Regalpetra alla moglie del più grande dei figli di questo paese, scomparsa lo scorso 6 gennaio.
Ci recammo a Palermo, la signora si muoveva appena, appoggiata nel bastone del suo Nanà. C’erano anche Anna Maria Sciascia, Aldo Scimè, Felice Cavallaro e Carmelo Marchese. La signora ci parlò del matrimonio con lo scrittore, di come si sono conosciuti. E parlò anche di quel giorno a Milano quando Sciascia pianse nel rivedere le scene del "Cinema Paradiso", degli sputi dal loggione, dalle aule scolastiche di un tempo. Del resto Tornatore lo ha sempre detto: certe scene di quel grande colossal siciliano vengono da certe lontane pagine dello scrittore di Racalmuto. Quella degli sputi, per esempio, è tratta da "Gli zii di Sicilia".E ora, a vent’anni dalla morte dello scrittore e a vent’anni dall’uscita di "Nuovo Cinema Paradiso", riecco l’omaggio del regista di Bagheria allo scrittore racalmutese.
Una scena di "Baarìa", quella dei saluti dei vivi da mandare all’aldilà tramite un morente, è un fatto raccontato da Leonardo Sciascia e realmente accaduto a Racalmuto. Una scena divertente e drammatica nello stesso tempo: sul letto di morte il padre di Peppino, il protagonista, sta per morire. I parenti e i vicini l’implorano di salutare i morti. E lui, pur nell’agonia del trapasso, ha la forza di dire ironicamente: “Scrivetemeli su un biglietto altrimenti li scordo…”. Questo fatto è racalmutese in tutto e per tutto. C’è l’ironia (mi si perdoni il campanilismo) dei racalmutesi.E nella fatica di Giuseppe Tornatore, dunque, di ricostruire il proprio paese, la sua Bagheria, di rifare la topografia dei luoghi e dei sentimenti, ecco una pagina che riguarda Racalmuto e Sciascia. Un omaggio dovuto di Tornatore nel ventennale della scomparsa dell’autore de "Le parrocchie di Regalpetra".
Del resto Tornatore l’ha sempre detto e lo ha ricordato anche al Festival di Venezia, poche settimane fa: “C’è stato uno scrittore che io ho amato molto, Leonardo Sciascia che diceva che si è siciliani con difficoltà…”.
E qui Tornatore ricorda quel passo di "Come si può essere siciliani?" pubblicato, anche questo, vent’anni fa nella raccolta Sellerio "Fatti diversi di Storia letteraria e civile". “Né con te né senza di te posso vivere”, conclude il saggio, parlando della Sicilia. E noi, siciliani di Racalmuto, ricordiamo Sciascia pensando a questo film di Tornatore che contiene anche le nostre radici, i nostri nonni e le loro fatiche, le nostre piazze, i nostri cortili, le nostre campagne, le nostre feste, i nostri giochi, le cose belle e le cose brutte, i nostri sentimenti fra ricordi e nostalgie.



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