mercoledì 13 novembre 2013

REGALPETRA Indigestione collettiva nel paese delle (finte) meraviglie

Guardando qua e là vedo sempre gli stessi volti nelle manifestazioni in genere. Signori e signore con lo stesso vestito e gli stessi accessori.  Mancano però i cittadini.
In questi giorni ho letto un numero 25.000 visitatori in un anno. Se questi sono i numeri e il costo di entrata  è di un euro, togliendo 5000 visitatori locali non paganti, le entrate dovrebbero corrispondere a 20.000 euro almeno. Un ottimo risultato direi se sono queste le cifre.
Ma le foto raccontano cose diverse. Togliendo le istituzioni, gli impiegati e parenti resta ben poco. Poi dicono che la colpa è della gente che non partecipa. Queste manifestazioni sono indigeste, le persone non sopportano lo scarso impegno nell'affrontare quei bisogni quotidiani e quelle emergenze economiche familiari. Non un soldo per i bisognosi, non un soldo per le scuole, non un soldo per le associazioni, non un soldo per tutto il resto.
E' possibile dare spazio ai giovani, dare ai giovani la possibilità di organizzare mostre, dibattiti, confronti. Organizzare una serata di ballo per gli anziani. Far vedere ai più piccoli uno spettacolo adatto a loro. Sempre la stessa minestra. Rispetto a prima - in tal senso - è cambiato molto poco.
E' questo il cambiamento che io voglio, spero di essere capito dai miei lettori. Il programma per il paese deve partire dal coinvolgimento di tutti, l'impiegato o l'amministratore non può e non deve escludere il popolo per nessun motivo.
Sono molto deluso, non tanto per le iniziative che sono importanti, ma non capisco come mai tra le istituzioni che ci rappresentano e il popolo si creata questa frattura.
E' la gente a non capire o le istituzioni che hanno intrapreso la strada sbagliata?
Un popolo rimasto in solitudine, gente che non entra più al comune in questi anni per paura di essere frainteso e piangere delle conseguenze. Il comune è la casa della gente, un organismo del popolo, eppure non è così.
Il comune è diventato una casa per pochi invitati, gli eventi non hanno finalità collettiva ma familiare. Una volta si rimproverava la famiglia mafiosa, poi quella politica, più avanti la stampa critica, adesso è il turno dei funzionari, domani saranno gli operai e poi... Tutti responsabili nessuno responsabile e il paese va sempre più in basso.
In questo paese ci vuole una grande rivoluzione dentro le istituzioni, io ne sono convinto.
Una rotazione di personale, un cambio di ruoli, una pennellata negli uffici con nuovi colori.
Dobbiamo lavorare per mettere in mostra il paese e non delle umide stanze senza luce.
Rompere certi equilibri che stanno portando ritardi enormi.
Si confondono compiti e responsabilità.
Non esistono carichi di lavoro. Obiettivi. Tempi. Progettualità.
Non esiste un organigramma, non esiste comunicazione con l'esterno.
Tante vicende non vengono spiegate. Grave.
Non si sa più chi fa cosa e per cosa.
Una grande confusione, che deve essere spiegata.
Tutto questo mi costerà un invito in meno nelle manifestazioni, meglio.
Non voglio essere invitato come non è invitata la gente del mio paese.

Sergio Scimè, blogger



6 commenti:

  1. http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.it/2010/09/si-accende-il-forum-sentite-le-parole.html

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  2. Scia scia periscopio non vendere libri e non ingannare i miei lettori. NOn importa se tu cammini piano l'importante che non ti ferma

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  3. I cittadini di Racalmuto che non hanno, volontariamente, partecipato all'evento al Castello Chiaramontano Racalmuto, che è quello a cui ti riferisci, si sono persi, sempre volontariamente, una magnifica full immertion nell'arte e nella cultura cinese.

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  4. Sciascia aveva scelto una frase di Georges Bernanos come guida del suo essere scrittore: “Preferisco perdere la fiducia dei miei lettori, piuttosto che ingannarli”. Questa regola gli derivava anche dalla convinzione che il fare e il leggere libri fossero “buone azioni”.

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  5. Confucio- Non importa quanto vai piano, l'importante è che non ti fermi.
    Grande frase di Confucio, non si fermò mai e quando lo fece morì.

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  6. Caro Sergio mi piace leggere il tuo blog e i tuoi scritti perché sei sincero e dici quello che tanti noi non abbiamo il coraggio di dire. Si vede chiaramente con quale discrezionalità viene gestito poi ci raccontano che il bilancio è povero, siamo muti ma non fessi.

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