L'intervento del Comitato Art.1 pubblicato su Malgradotuttoweb
La proposta più facile da fare quando si parla di crisi della politica
è, semplicisticamente, quella di indicare volti nuovi.
(Non importa se poi andranno ad occupare
posti secondo logiche che sanno, maledettamente, di vecchio).
Personalmente ritengo che la questione meriti una disquisizione più
seria e posizioni più caute.
In linea di principio concordo con Savatteri, Padre Martorana e con
quanti sostengono che in politica, il turnover generazionale non può essere rallentato ne,
tantomeno, bloccato pena il deterioramento dei meccanismi democratici.
Tuttavia limitarsi a proporre concetti approssimativi e minimali,
spesso non rispettosi di una realtà ben più complessa, non risulta utile ne
funzionale a qualsivoglia tentativo di cambiamento in meglio della politica e
della società.
L’argomento è talmente importante da rendere deprecabile ogni
sconfinamento nella demagogia o nel facile populismo; anche se questo venisse praticato
in modo soft e garbato.
Racalmuto ha bisogno, oggi, di aprire
una stagione di verità e assunzione di responsabilità ad ogni livello.
Condizione -sine qua non- per
potersi sedere seriamente al tavolo del
confronto e del ragionamento.
E dovrebbe essere proprio questo il compito di chi si erge a guida etica
e morale del paese, avendone riconosciuta, tale dirittura, dalla generalità dei
cittadini Racalmutesi.
Il rinnovamento innaturale, dal sapore vagamente “violento”, (già
sperimentato) di cui si discute in questi
giorni non può certo essere, a mio modestissimo parere, la soluzione ne
temporanea ne definitiva.
In questo momento, come mai, ci sono le condizioni affinché un
percorso virtuoso possa essere intrapreso.
Tre anni di gestione Commissariale, se da un lato hanno suscitato
sentimenti e giudizi non certo lusinghieri nei cittadini, hanno tuttavia
rafforzato la consapevolezza che solo un evento eccezionale avrebbe potuto bloccare
la metastasi sociale della mala politica che tanto male ha fatto a
Racalmuto.
Non è onesto intellettualmente sostenere come assioma la formula: -Tutti
quelli che, indistintamente, si sono occupati di politica, a qualunque livello
anche per un solo giorno, sono responsabili e dunque devono mettersi da parte-.
Eppure, sono evidenti e facilmente riscontrabili le diverse
responsabilità di chi ha fatto politica in questi anni, e di chi, da
professionista o componente della società, cosiddetta, “ civile” non solo ha
attinto a piene mani da quella politica oggi, giustamente, vituperata ma si è
anche girato dall’altra parte quando la stessa politica ha scaricato i guasti
sulla pluralità dei cittadini.
Ci sono politici e persone comuni che hanno ricoperto ruoli importanti
di Giunta o di Consiglio nell’ultima legislatura a cui, in maniera palese, può
essere attribuita la responsabilità dell’onta dello scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Ma ci sono anche altri che hanno assunto posizioni assolutamente di
contrasto a un certo “modus operandi”, pagandone prezzi salatissimi anche nella
sfera personale e familiare.
Non si può mettere sullo stesso piano chi avendo sostenuto un progetto
politico risultato vincente decide di scendere dal carro del governo, con chi
avendo perso le elezioni fa di tutto per salirvi. (Spesso riuscendovi)
E si potrebbe continuare a lungo in questo discernimento, delle
responsabilità.
Se mi posso permettere, con tutto il rispetto possibile, vorrei dare un suggerimento , come contributo alla
positiva discussione in atto; Ritengo sarebbe utile spostarsi sul terreno del pragmatismo,
sia che riguardi la doverosa analisi critica dei fatti, piuttosto che le
proposte e i programmi per il futuro
della comunità.
La gente ha il diritto di sapere cosa pensa chi vorrebbe proporsi al
governo e chi si propone come guida morale, su argomenti
di cui personalmente ho avuto modo di manifestare, pubblicamente, in
altre occasioni, la mia opinione.
Si potrebbe iniziare a parlare:
--Del bilancio della gestione Commissariale in questi tre anni.
--Della Fondazione Sciascia. (Che diventa sempre più corpo estraneo al
Paese)
--Della scelta (mai spiegata ai cittadini) di confermare in toto i
dirigenti di un’amministrazione sciolta per infiltrazione mafiosa, e del
mancato riordino del personale dipendente secondo migliori logiche di servizio.
--Della
questione cimitero, compresa l’imbarazzante vicenda dei 540.000 € pagati dai
Racalmutesi per un lotto di terra, dove seppellire i propri defunti, e che a
distanza di quasi 4 anni non hanno ricevuto ne il terreno ne il rimborso.
--Dei 2
Milioni di € dei Fondi Anas mai spesi. ( In un paese che vive,sempre più, il
dramma lavorativo)
--Del Teatro
Regina Margherita che nonostante i soldi del bilancio spesi e
un’interrogazione parlamentare continua a restare misteriosamente chiuso.
--Del
mancato ritorno alla gestione comunale dei rifiuti, e del mancato ri-conteggio
del costo del servizio con la società concessionaria, nonostante le evidenti
anomalie segnalate da una petizione popolare firmata da più di 1.700 Cittadini
a cui non è stata data neanche una formale risposta.
--Della Gestione, sempre più prevaricante di Girgenti Acque e del depuratore dello scandalo.
--Dei manutentori che vagano a piedi per il paese senza una meta
precisa non disponendo di mezzi di trasporto, e
del materiale necessario per prestare il loro compito.
--Della politica di chiusura che ha interessato:
L’asilo nido, (il cui personale ormai da tanti mesi continua ad essere
pagato pur non lavorando), l’ufficio di collocamento, il servizio scuolabus, il
servizio circolare anziani, il servizio mensa scolastica, la Pro Loco, le
villette comunali, fino ad arrivare, incredibilmente, a negare il servizio
(obbligatorio) di assistenza igienico personale ai bambini in situazione di H nelle scuole di competenza comunale.
--Di quanta responsabilità va attribuita alle passate amministrazioni
per tutto questo.
E di tanti altri argomenti che testimoniano l’inadeguata gestione dell’Ente Comune passata ed attuale.
C’è un filo e una condizione che
unisce e caratterizza tutti questi ed altri argomenti così come il
passato e il presente; ovvero l’assoluta mancanza di trasparenza e di coinvolgimento
dei cittadini che rende tutto antidemocratico, e per questo, eticamente, moralmente e legalmente insostenibile
e inaccettabile.
E chiaro che contestualmente alle doverose analisi vanno indicate
le proposte per affrontare dette
questioni.
Ed è proprio dal coraggio di assumersi o fare assumere le
responsabilità e ristabilire la verità che può scaturire l’energia per proporre
soluzioni giuste, efficaci e quanto più condivise.
Il compito per il giornalista Savatteri, padre Martorana e le altre guide, e decisamente impegnativo.
Tuttavia non penso che a questo punto sia possibile per loro tirare la
pietra nello stagno e nascondere la mano.
Tutto il resto rischia di diventare retorica e chiacchiericcio di
seconda o terza mano.
Racalmuto 30/10/2013
Per Comitato Civico Art. 1 G. Guagliano
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