lunedì 4 novembre 2013

La gente ha il diritto di sapere

L'intervento del Comitato Art.1 pubblicato su Malgradotuttoweb

La proposta più facile da fare quando si parla di crisi della politica è, semplicisticamente, quella di indicare volti nuovi.   
(Non importa se poi andranno ad occupare posti secondo logiche che sanno, maledettamente, di vecchio).
Personalmente ritengo che la questione meriti una disquisizione più seria e posizioni  più caute.
In linea di principio concordo con Savatteri, Padre Martorana e con quanti sostengono che in politica, il turnover  generazionale non può essere rallentato ne, tantomeno, bloccato pena il deterioramento dei meccanismi democratici.
Tuttavia limitarsi a proporre concetti approssimativi e minimali, spesso non rispettosi di una realtà ben più complessa, non risulta utile ne funzionale a qualsivoglia tentativo di cambiamento in meglio della politica e della società.
L’argomento è talmente importante da rendere deprecabile ogni sconfinamento nella demagogia o nel facile populismo; anche se questo venisse praticato in modo soft e garbato.
Racalmuto ha  bisogno, oggi, di aprire una stagione di verità e assunzione di responsabilità ad ogni livello.
Condizione -sine qua non-  per potersi sedere seriamente al tavolo  del confronto e del ragionamento.
E dovrebbe essere proprio questo il compito di chi si erge a guida etica e morale del paese, avendone riconosciuta, tale dirittura, dalla generalità dei cittadini Racalmutesi.

Il rinnovamento innaturale, dal sapore vagamente “violento”, (già sperimentato)  di cui si discute in questi giorni non può certo essere, a mio modestissimo parere, la soluzione ne temporanea ne definitiva.
In questo momento, come mai, ci sono le condizioni affinché un percorso virtuoso possa essere intrapreso.
Tre anni di gestione Commissariale, se da un lato hanno suscitato sentimenti e giudizi non certo lusinghieri nei cittadini, hanno tuttavia rafforzato la consapevolezza che solo un evento eccezionale avrebbe potuto bloccare  la metastasi sociale  della mala politica che tanto male ha fatto a Racalmuto.
Non è onesto intellettualmente sostenere come assioma la formula: -Tutti quelli che, indistintamente, si sono occupati di politica, a qualunque livello anche per un solo giorno, sono responsabili e dunque devono mettersi da parte-.
Eppure, sono evidenti e facilmente riscontrabili le diverse responsabilità di chi ha fatto politica in questi anni, e di chi, da professionista o componente della società, cosiddetta, “ civile” non solo ha attinto a piene mani da quella politica oggi, giustamente, vituperata ma si è anche girato dall’altra parte quando la stessa politica ha scaricato i guasti sulla pluralità dei cittadini.
Ci sono politici e persone comuni che hanno ricoperto ruoli importanti di Giunta o di Consiglio nell’ultima legislatura a cui, in maniera palese, può essere attribuita la responsabilità dell’onta dello scioglimento per  infiltrazione mafiosa.
Ma ci sono anche altri che hanno assunto posizioni assolutamente di contrasto a un certo “modus operandi”, pagandone prezzi salatissimi anche nella sfera personale e familiare.
Non si può mettere sullo stesso piano chi avendo sostenuto un progetto politico risultato vincente decide di scendere dal carro del governo, con chi avendo perso le elezioni fa di tutto per salirvi. (Spesso riuscendovi)
E si potrebbe continuare a lungo in questo discernimento, delle responsabilità.
Se mi posso permettere, con tutto il rispetto possibile, vorrei  dare un suggerimento , come contributo alla positiva discussione in atto; Ritengo sarebbe  utile spostarsi sul terreno del pragmatismo, sia che riguardi la doverosa analisi critica dei fatti, piuttosto che le proposte e i programmi per il futuro  della comunità.
La gente ha il diritto di sapere cosa pensa chi vorrebbe proporsi al governo e chi si propone come guida morale, su  argomenti  di cui personalmente ho avuto modo di manifestare, pubblicamente, in altre occasioni, la mia opinione.
                                                                                                       
Si potrebbe iniziare a parlare:
--Del bilancio della gestione Commissariale in questi tre anni.
--Della Fondazione Sciascia. (Che diventa sempre più corpo estraneo al Paese)
--Della scelta (mai spiegata ai cittadini) di confermare in toto i dirigenti di un’amministrazione sciolta per infiltrazione mafiosa, e del mancato riordino del personale dipendente secondo migliori logiche di servizio.
--Della questione cimitero, compresa l’imbarazzante vicenda dei 540.000 € pagati dai Racalmutesi per un lotto di terra, dove seppellire i propri defunti, e che a distanza di quasi 4 anni non hanno ricevuto ne il terreno ne il rimborso.
--Dei 2 Milioni di € dei Fondi Anas mai spesi. ( In un paese che vive,sempre più, il dramma lavorativo)
--Del Teatro Regina Margherita  che nonostante  i soldi del bilancio spesi e un’interrogazione parlamentare continua a restare misteriosamente chiuso.
--Del mancato ritorno alla gestione comunale dei rifiuti, e del mancato ri-conteggio del costo del servizio con la società concessionaria, nonostante le evidenti anomalie segnalate da una petizione popolare firmata da più di 1.700 Cittadini a cui non è stata data neanche una formale risposta.    
--Della Gestione, sempre più prevaricante di Girgenti Acque e del  depuratore dello scandalo.
--Dei manutentori che vagano a piedi per il paese senza una meta precisa non disponendo di mezzi di trasporto, e  del materiale necessario per prestare il loro compito.
--Della politica di chiusura che ha interessato:
L’asilo nido, (il cui personale ormai da tanti mesi continua ad essere pagato pur non lavorando), l’ufficio di collocamento, il servizio scuolabus, il servizio circolare anziani, il servizio mensa scolastica, la Pro Loco, le villette comunali, fino ad arrivare, incredibilmente, a negare il servizio (obbligatorio) di assistenza igienico personale ai bambini in situazione di H  nelle scuole di competenza comunale.
--Di quanta responsabilità va attribuita alle passate amministrazioni per tutto questo.
E di tanti altri argomenti che testimoniano  l’inadeguata  gestione dell’Ente Comune passata ed attuale.
C’è un filo e una condizione che  unisce e caratterizza tutti questi ed altri argomenti così come il passato e il presente; ovvero l’assoluta mancanza di trasparenza e di coinvolgimento dei cittadini che rende tutto antidemocratico, e per questo,  eticamente, moralmente e legalmente insostenibile e inaccettabile.
E chiaro che contestualmente alle doverose analisi vanno indicate le  proposte per affrontare dette questioni.
Ed è proprio dal coraggio di assumersi o fare assumere le responsabilità e ristabilire la verità che può scaturire l’energia per proporre soluzioni giuste, efficaci e quanto più condivise.
Il compito per il giornalista Savatteri, padre Martorana  e le altre  guide, e decisamente impegnativo.
Tuttavia non penso che a questo punto sia possibile per loro tirare la pietra nello stagno e nascondere la mano.
Tutto il resto rischia di diventare retorica e chiacchiericcio di seconda o terza mano.

Racalmuto 30/10/2013

                                                                                                    Per  Comitato Civico Art. 1 G. Guagliano  

Nessun commento:

Posta un commento