La ricetta di SEL:
tagliare i costi della politica, le pensioni d'oro, gli incarichi multipli e le consulenze per
creare nuove opportunità di
svilupo per la Sicilia.
Solo
nel 2012, nella
nostra provincia, risultano
a rischio circa
10 mila posti
di lavoro su una
popolazione di appena 450
mila abitanti. Nel
solo settore pubblico sono a
rischio oltre 2.500 precari per mancato rinnovamento del
contratto in scadenza a dicembre.
La
questione dei precari, si inquadra nel vasto panorama delle contraddizioni
della macchia amministrativa siciliana. Dove malgrado vi sia una grande disponibilità di professionalità e di
esperienza, si assiste al permanere di inefficienza e disservizi. In tale
senso, i lavoratori precari siciliani vanno inquadrati nell'insieme del grande
serbatoio di risorse umane che da oltre 20 anni
di pubblica amministrazione
rappresentano ormai una costola indispensabile della macchina amministrativa.
Una risorsa che alla stregua di tutto il personale publico dipendente aspetta
solo di essere valorizzato,
riqualificato e apprezzato per quello che veramente ancora può dare alla collettività.
Chi pensa che i precari siano
lavoratori di serie B sbagliano di grosso. Il precariato è solo la punta di un aisberg ben più profondo e
consistente. È il paradigma di una
società che ha perso i suoi punti principali di riferimento. Che in nome del
liberismo globalizzante ha dimenticato il senso dei suoi valori fondativi.
Quello del lavoro in primo luogo.
Il quadro
economico e sociale della Provincia di Agrigento è infatti allarmante e rischia di precipitare
verso il basso.
La ormai troppo
citata crisi finaziaria globale, aggravata dalla totale
incapacità della politica liberista,di porre alcun rimedio, colpisce indistintamente tutti i settori deboli della
società: le famiglie
più esposte economicamente, i
precari, i lavoratori occasionali,
ma anche quelli a reddito fisso
(dipendenti e pensionati). Oggi più che
mai bisogna difendere il lavoro, come elemento di sicurezza sociale e di
reddito. Consapevoli che ciò che viene perso non sarà più recuperato.
La soluzione al risanamento dei bilanci
comunali e reginali, sconquassati da decenni di corruzione, sperpero e
spartizioni, non può oggi gravare sulle spalle dei lavoratori, improvvisamente
rivelatesi eccedentari e inutili. I bilanci vanno risanati tagliando i costi
insostenibili della politica, le pensioni d'oro degli alti funzionari, gli
incarichi multipli e le consulenze. Mali di cui anche oggi, mentre a pensionati
e lavoratori vengono chiesti lacrime e sangue, la Sicilia continua a morire.
Se
il precariato è solo un "male della spesa pubblica", bisogna essere
coscienti che eradicarlo significherà per buona parte uccidere la macchina
stessa e con essa la società.
Lillo Alaimo Di Loro
Resp. Organizzazione SEL Agrigento
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