Sulla vicenda relativa alla
notifica di alcuni ricorsi da parte del Ministero dell’Interno e della
Prefettura di Agrigento relativi alla richiesta di incandidabilità per alcuni
ex amministratori e consiglieri del Comune di Racalmuto, a seguito dello scioglimento
dell’ente disposto per infiltrazioni mafiose, interviene oggi l’ex consigliere
comunale Calogero Campanella:
“Nei giorni scorsi – dichiara
Campanella -, nella qualità di ex consigliere comunale di Racalmuto, mi è stato
notificato un ricorso da parte della Prefettura di Agrigento con il quale viene
chiesto al Tribunale di Agrigento di applicare, anche nei miei confronti, i
provvedimenti previsti dal comma 11 dell’art. 143 del Testo unico degli enti
locali. In sostanza la Prefettura, alla luce della relazione presentata dalla
Commissione di accesso al Comune che ha portato allo scioglimento dell’ente,
ritiene di potere addebitarmi delle condotte che avrebbero dato luogo alla
sanzione disposta dal Ministero.
A parte l’ovvio sentimento di
amarezza conseguente alla ricezione di un provvedimento del genere – prosegue
Campanella -, dopo avere visionato, attraverso il mio legale, gli atti
depositati presso il Tribunale, si è aggiunto un sentimento di sorpresa e di
sconcerto.
Non avrei mai creduto infatti
che, a fronte di un provvedimento così grave che ha coinvolto il Comune di
Racalmuto, le mie responsabilità potessero risiedere, esclusivamente, nei
marginali elementi che la Prefettura di Agrigento ha ritenuto di segnalare
prima al Ministero dell’interno e successivamente al Tribunale.
Da quarant’anni a questa parte –
continua l’ex consigliere comunale – mi spezzo la schiena con il duro lavoro di
panificatore nell’azienda della mia famiglia e mai ho avuto contatti con
esponenti mafiosi o con esponenti della criminalità in genere e tutti coloro
che conoscono me e la mia famiglia condividono oggi il mio stesso sconcerto.
Avendo sempre avuto la massima
fiducia nelle istituzioni dello Stato, il prossimo 7 giugno – conclude
Campanella – mi presenterò davanti ai giudici del Tribunale di Agrigento al
fine di dimostrare la mia assoluta estraneità alle vicende che hanno portato
allo scioglimento del Consiglio comunale, assicurando sin d’ora la mia completa
disponibilità a chiarire qualunque eventuale dubbio che la magistratura possa
avanzare”.
a Racalmuto ci conosciamo tutti, Lillo con il scioglimento del comune non c'entra nulla. Posso metterci la mano sul fuoco
RispondiEliminasono impazziti!!!!!!!!!!!!!!!!! nn skerziamo raga'
RispondiEliminaa RACALMUTO è andata a finire che chi è onesto e non ha mai avuto a che fare con la lurdia deve dare conto e ragione del nulla e cìè chi pure ha patito di brutto per il nulla......invece i disonesti sono tranquilli non devono dare conto di nulla e sono cueti non dovendo patire niente...meno male che ci conosciamo tutti e Lillo cpmunque vadano le cose è e rimane persona per bene come lo è sempre stato!!!!
RispondiEliminaIl Comune di Racalmuto è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Il Consiglio Comunale ha la funzione di indirizzo e controllo politico-amministrativo. E, quindi, anche tutti i consiglieri comunali devono vigilare e nel caso denunciare (se ci sono) atti che ritengono non corretti.
RispondiEliminaFare il Consigliere Comunale a volte è presa troppo alla leggera, infatti, ad ogni tornata elettorale sono in tanti a scendere in campo, e a volte, mi dispiace dirlo, senza conoscere le responsabilità che ci sono nel ricoprire questa carica.
Credo che chi abbia lavorato nell'interesse del comune e dei cittadini, non deve avere timore alcuna.