mercoledì 16 maggio 2012

L'ex consigliere Calogero Campanella: "non ho mai avuto contatti con esponenti mafiosi. Ho sempre lavorato onestamente"


Sulla vicenda relativa alla notifica di alcuni ricorsi da parte del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Agrigento relativi alla richiesta di incandidabilità per alcuni ex amministratori e consiglieri del Comune di Racalmuto, a seguito dello scioglimento dell’ente disposto per infiltrazioni mafiose, interviene oggi l’ex consigliere comunale Calogero Campanella:
“Nei giorni scorsi – dichiara Campanella -, nella qualità di ex consigliere comunale di Racalmuto, mi è stato notificato un ricorso da parte della Prefettura di Agrigento con il quale viene chiesto al Tribunale di Agrigento di applicare, anche nei miei confronti, i provvedimenti previsti dal comma 11 dell’art. 143 del Testo unico degli enti locali. In sostanza la Prefettura, alla luce della relazione presentata dalla Commissione di accesso al Comune che ha portato allo scioglimento dell’ente, ritiene di potere addebitarmi delle condotte che avrebbero dato luogo alla sanzione disposta dal Ministero.

A parte l’ovvio sentimento di amarezza conseguente alla ricezione di un provvedimento del genere – prosegue Campanella -, dopo avere visionato, attraverso il mio legale, gli atti depositati presso il Tribunale, si è aggiunto un sentimento di sorpresa e di sconcerto.
Non avrei mai creduto infatti che, a fronte di un provvedimento così grave che ha coinvolto il Comune di Racalmuto, le mie responsabilità potessero risiedere, esclusivamente, nei marginali elementi che la Prefettura di Agrigento ha ritenuto di segnalare prima al Ministero dell’interno e successivamente al Tribunale.
Da quarant’anni a questa parte – continua l’ex consigliere comunale – mi spezzo la schiena con il duro lavoro di panificatore nell’azienda della mia famiglia e mai ho avuto contatti con esponenti mafiosi o con esponenti della criminalità in genere e tutti coloro che conoscono me e la mia famiglia condividono oggi il mio stesso sconcerto.
Avendo sempre avuto la massima fiducia nelle istituzioni dello Stato, il prossimo 7 giugno – conclude Campanella – mi presenterò davanti ai giudici del Tribunale di Agrigento al fine di dimostrare la mia assoluta estraneità alle vicende che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale, assicurando sin d’ora la mia completa disponibilità a chiarire qualunque eventuale dubbio che la magistratura possa avanzare”.

4 commenti:

  1. a Racalmuto ci conosciamo tutti, Lillo con il scioglimento del comune non c'entra nulla. Posso metterci la mano sul fuoco

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  2. sono impazziti!!!!!!!!!!!!!!!!! nn skerziamo raga'

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  3. a RACALMUTO è andata a finire che chi è onesto e non ha mai avuto a che fare con la lurdia deve dare conto e ragione del nulla e cìè chi pure ha patito di brutto per il nulla......invece i disonesti sono tranquilli non devono dare conto di nulla e sono cueti non dovendo patire niente...meno male che ci conosciamo tutti e Lillo cpmunque vadano le cose è e rimane persona per bene come lo è sempre stato!!!!

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  4. Il Comune di Racalmuto è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Il Consiglio Comunale ha la funzione di indirizzo e controllo politico-amministrativo. E, quindi, anche tutti i consiglieri comunali devono vigilare e nel caso denunciare (se ci sono) atti che ritengono non corretti.
    Fare il Consigliere Comunale a volte è presa troppo alla leggera, infatti, ad ogni tornata elettorale sono in tanti a scendere in campo, e a volte, mi dispiace dirlo, senza conoscere le responsabilità che ci sono nel ricoprire questa carica.

    Credo che chi abbia lavorato nell'interesse del comune e dei cittadini, non deve avere timore alcuna.

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