mercoledì 11 aprile 2012

Il PD di Racalmuto scrive una lunga lettera al Ministro Cancellieri


Il PD di Racalmuto ringrazia il Ministro Anna Cancellieri per la scelta di visitare la nostra città e ne apprezza il valore altamente simbolico.
Pur esprimendo il proprio apprezzamento per  il lavoro della Commissione Prefettizia che ha portato a termine le indagini sulle infiltrazione mafiose nel Comune di Racalmuto, pur comprendendo il provvedimento del Consiglio dei  Ministri con il quale assieme ad altri è stato sciolto il consiglio Comunale di Racalmuto intende proporre all'attenzione, in particolare di S.E. il Ministro degli Interni, e delle Istituzioni Nazionali e Regionale ed alla opinione Pubblica alcuni temi di riflessione sui metodi di lotta alle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni pubbliche ed in particolare negli Enti Locali.

E’ indubbio che la mafia ha fortemente condizionato la comunità racalmutese.
La guerra tra Cosa Nostra e Stidda agli inizi degli anni Novanta seminò il panico, uccidendo anche uomini innocenti. Gli attentati agli imprenditori e il conseguente affermarsi di imprese mafiose in settori nevralgici dell’economia fecero il resto.
Quei momenti di tensione e di violenza efferata mutarono profondamente lo spirito e le abitudini della comunità racalmutese in uno con la crisi economica e sociale, che prese le mosse in quegli anni per esplodere in tutta la sua gravità nei difficili giorni presenti.
Lo scioglimento del Consiglio Comunale scaturisce innanzitutto da una valutazione generale di contesto che non può non condividersi: la diffusa presenza del fenomeno criminale e mafioso nel nostro territorio, testimoniata dalle numerose operazioni di polizia giudiziaria e dalle sentenze di condanna inflitte.
La Commissione afferma, ed è questo il punto politico che ci riguarda direttamente, che il potenziale condizionamento ambientale ad opera della criminalità organizzata e mafiosa non abbia trovato un oggettivo argine e contrasto nella politica e nel governo dell’istituzione Comune.
Vengono in risalto le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco, un assessore, alcuni funzionari e tecnici comunali; i rapporti di natura personale o imprenditoriale evidenziati tra alcuni consiglieri comunali e tra gli assessori con soggetti mafiosi o in qualche modo coinvolti in indagini penali; alcuni affidamenti diretti ad imprenditori i cui diretti familiari risultano condannati all’ergastolo per delitti di mafia, ed altri per i quali sono riscontrati profili di irregolarità; la violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e correttezza che presidiano l’azione amministrativa contestata a settori nevralgici della burocrazia comunale.
Tutti questi elementi hanno indebolito l’immagine, il ruolo e l’autorevolezza dell’istituzione comunale, facendola apparire permeabile al condizionamento mafioso, quando non contigua.
Naturalmente il rilievo non nasce e muore con questa amministrazione e con questo Consiglio.
Chi lo pensa e lo scrive commette un errore e in alcuni casi è pure in mala fede.
E’ a partire dagli anni ottanta, quando in piena tangentopoli e mafiopoli siciliana vennero finanziate per decine di miliardi nel nostro paese opere pubbliche  rimaste incompiute, che la mafia sposta i suoi interessi dalla campagna e la miniera all’edilizia e alle opere pubbliche.
Ed è di quegli anni la battaglia per la trasparenza negli appalti condotta da questo gruppo dirigente, contro i cottimi fiduciari e in favore dell’asta pubblica.
Battaglia portata avanti anche durante la prima e la seconda amministrazione Petrotto, quando denunciammo l’uso spregiudicato degli affidamenti diretti per lavori sino a 50 milioni delle vecchie lire e la mancanza di trasparenza nell’esecuzione dei lavori per la metanizzazione del paese.
Così come durante l’amministrazione Restivo, riproponemmo il tema della complessiva inadeguatezza a garantire standard di efficienza delle strutture apicali della burocrazia comunale, ufficio tecnico in testa.
Siamo stati fortemente critici nei confronti del terzo mandato Petrotto, con pubbliche prese di posizione in cui individuavamo i limiti dell’azione amministrativa, la necessità di fissare un ordine di priorità programmatiche, di porre fine ai continui balletti di assessori.
Il passaggio è dirimente e va affrontato senza ambiguità e imbarazzi di sorta, ma senza eluderlo facendo di tutta l’erba un fascio.
Il fronte della legalità, si nutre del rispetto delle regole ma anche della trasparenza e della credibilità dei comportamenti.
Il PD Racalmutese intende riaffermare, nell'unità di tutto il suo gruppo dirigente per il futuro, così come ritiene di averlo profuso in passato, il suo impegno antimafia, promuovendo numerose manifestazioni e collaborando con tutte le Istituzioni ed in particolare la Prefettura, cui non ha mancato di segnalare comportamenti amministrativi, a suo giudizio, non cristallini.
Un paese in cui è forte la presenza mafiosa non può permettersi disattenzioni o sottovalutazioni nella formazione delle liste, nella scelta degli assessori, nella selezione delle imprese fiduciarie e nell’adozione delle relative procedure.

Possiamo riconoscerlo con la serenità e l’autorevolezza della forza politica che ha posto sempre in primo piano sia nelle campagne elettorali che dentro l’istituzione comunale la battaglia per l’affermazione della legalità contro la mafia.
Parimenti, riteniamo di dovere esprimere una valutazione di carattere generale, perché pensiamo che la legislazione vada corretta e resa più efficace e mirata oltreché estesa ad altre Istituzioni in particolare quelle non elettive.
Il Parlamento si ostina a non dare avvio ad una legislazione che tenga fuori dalle Istituzioni coloro che hanno subito una condanna di primo grado per reati contro la pubblica Amministrazione, per corruzione o per favoreggiamento della criminalità mafiosa.
E’necessario un bilancio delle esperienze Commissariali  nei Comuni sciolti e la presentazione dei risultati per verificarne l'adeguatezza.
Il provvedimento di scioglimento di un consiglio Comunale penalizza tutti i suoi componenti anche coloro che al suo interno sono impegnati nella lotta alla mafia, penalizza maggioranza ed opposizione, mentre sarebbe necessario fare far all'azione antimafia un salto di qualità promuovendo tagli chirurgici nei confronti delle persone, siano esse pubblici amministratori, dipendenti comunali, imprenditori, che con le loro condotte hanno creato il rischio del condizionamento mafioso.
Una azione mirata, certamente, darebbe il senso che si vuole colpire nel segno senza dare la sensazione alla popolazione ed al personale politico locale di una decimazione della politica tutta, senza distinguere dentro di essa funzioni e comportamenti diversi o addirittura contrapposti.
Si può accettare lo scioglimento di un organo su cui ricadono sospetti o indizi di avere favorito la mafia, ma sciogliere un Comune (Racalmuto) commissariato da un anno impedendogli di eleggere un nuovo consiglio può servire?
Molto spesso i Consigli Comunali sono gli unici organi politici trasparenti proprio perché aperti al pubblico, la partecipazione alle loro sessioni consente il controllo popolare dell'attività delle Giunte e dell'opera della burocrazia.
La presa di coscienza dei cittadini e il loro impegno devono diventare lo strumento più importante di lotta alla mafia.
Per queste ragioni il PD di Racalmuto invita le forze politiche, le associazioni, le persone di buona volontà ad non accettare che il periodo di Commissariamento si realizzi nel silenzio della democrazia.
Lo scioglimento e il periodo di commissariamento siano un’opportunità per sperimentare un nuovo modello di amministrazione che combattendo e contrastando la mafia, sia in grado di generare sviluppo culturale, sociale ed economico. Il nostro paese in questi anni è stato in prima fila nel promuovere iniziative culturali di livello nazionale. La presenza della Fondazione Leonardo Sciascia, il Teatro Comunale, il Castello, il centro storico da recuperare, consentono ancora di coltivare il sogno e l’ambizione di un paese fuori dal comune, il paese della ragione, la metafora della Sicilia che non si rassegna alla barbarie mafiosa e si proietta in Europa.
La crisi economica, il degrado sociale e culturale che ne consegue alimentandola, si affrontano e si superano se i nostri bambini, i nostri giovani potranno vedere e sentire il mondo, anche se vivono e crescono a Racalmuto.
In passato ciò è stato possibile, come testimonia quel tenace e vivace gruppo di intellettuali, professionisti, giornalisti, che ha eletto Racalmuto come fucina del confronto libero e democratico, dalle cui analisi si può anche dissentire, ma che condividono un amore e una passione per questo nostro paese davvero straordinari.
Il PD propone alle forze politiche e sociali, alle associazioni culturali, la formazione di un Consiglio permanente che si riunisca periodicamente per affrontare i problemi del Comune e cooperare con i Commissari per la loro soluzione. In quella sede proporremo l’adozione di un codice etico che sia unico e vincolante per tutti e che abbia come obiettivo principale quello di alienare il rischio dell’infiltrazione mafiosa nei partiti e nei movimenti che vogliano concorrere al governo delle istituzioni locali.
Sia un’istanza, che grazie alla sinergia con l’organo commissariale, dia voce alla città nuova che si prepara con dignità a riacquistare i suoi diritti di popolo democratico. 

Racalmuto 10 Aprile 2012 

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