sabato 2 aprile 2011

Chiusura delle indagini "Operazione sorgente" (bianca) , nell'inchiesta coinvolto il sindaco Petrotto

Dopo quasi sei mesi dall’operazione della polizia di Canicattì, è stata notificata a 16 indagati dell’inchiesta antidroga “Sorgente” la chiusura delle indagini preliminari. Le persone, per le quali l’accusa si appresta a chiedere il rinvio a giudizio, potranno adesso prendere visione ed estrarre copia, nella segreteria del pubblico ministero, della documentazione relativa alle indagini espletate.
Entro venti giorni inoltre, gli indagati potranno presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio. La notte del sei ottobre scorso, quando scattò il blitz tra Canicattì, Racalmuto, Agrigento e Caltanissetta, furono 19 le persone arrestate dalla polizia, ma alcune di esse hanno scelto di patteggiare la pena. L’inchiesta partì dal Consorzio Acquedottistico “Tre Sorgenti “ di Canicattì per presunti reati contro la pubblica amministrazione, ma ben presto le cimici intercettarono le frequentazioni e le abitudini dell’ex presidente Calogero Mattina, tossicodipendente dichiarato e da quell’operazione indagato anche per spaccio di stupefacenti.
La cocaina, soprattutto, veniva smerciata a Canicattì così freneticamente tanto che un grammo poteva arrivare a costare fino a 75 euro. L’avidità nella compravendita della droga era così vorace che i presunti pusher, prima di immettere sulla piazza la roba, si sarebbero rubate alcune dosi nascoste. Oltre 20 i cocainomani individuati dalle videoriprese della polizia. Secondo indiscrezioni non si tratterebbe di una specifica fascia sociale, anche se spiccano i nomi di alcuni professionisti e politici canicattinesi insospettabili. All’ormai prossima udienza preliminare come parte lesa potrebbe presentarsi anche Girgenti Acque, la società che con l’allora amministratore delegato Giuseppe Giuffrida informò la Procura di Agrigento di pressioni subite da parte di Mattina e del sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto. Siamo nel troncone che riguarda la concussione. ( fonte: Canicattì web)

1 commento:

  1. Un simpatizzante.sabato, 02 aprile, 2011

    Per un sindaco che ha il coraggio di comportarsi da UOMO facendo un passo indietro, magari per colpe non a lui ascrivibili del tutto, (parlo del sindaco di Favara Russello) un'altro sindaco questa volta del paese della "ragione" che fu di Sciascia che non si dimette neanche se interviene l'esercito o il paese sprofonda. (cosa che in effetti sta succedendo)
    Non sono bastate: la droga, l'imputazione nel procedimento della procura "giochi di potere",il procedimento per tentata concussione denunciato da Giuffrida.
    Non sono bastate le numerose querele intentate da cittadini.
    Per non parlare di un "modus operandi" nell'amministrazione della cosa pubblica e della politica che ha relegato il Paese ai margini da tutto e da tutti.
    Eppure il Sindaco Petrotto non solo non si dimette, (come sarebbe doveroso) ma ha anche la tracotanza di sostenere di volersi ricandidare!!!
    A volte anche il potere può creare dipendenza.
    Forse il nostro Totò, oggi, a bisogno di essere aiutato ad uscire da quest'altro circolo vizioso così come era successo con la cocaina.
    E di questo gli approfittatori politici che lo circondano non ne hanno nessuna intenzione. (almeno per ora)

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