venerdì 15 aprile 2011

Centri di accoglienza intasati: riuscirà l'Italia a gestire il preoccupante fenomeno?

Classe II D - Scuola Media Racalmuto
Silvia Alaimo Di Loro, Aurora Cino
Francesco Gioia, Salvatore Sferrazza Papa 

La Sicilia,  30 marzo 2011, NewspaperGame

Gli italiani hanno conosciuto bene che cos'è l'emigrazione negli ultimi anni dell'Ottocento, dando i propri emigranti al mondo; ma oggi la nostra nazione si trova a dover affrontare l'esodo di milioni di tunisini, algerini, marocchini,libici, slavi, albanesi.

Per quanto tempo ancora l'Italia potrà gestire questa marea di uomini, donne e bambini? Molti di loro arrivano clandestinamente su misere imbarcazioni,rischiando la vita, illusi di poter trovare nel nostro Paese condizioni migliori di quelle che hanno lasciato. Siamo a conoscenza
delle rigide procedure iniziali dopo lo sbarco, ma dopo i primi giorni
di ospitalità nei vari centri di accoglienza,che fine fanno? Dove si sistemano?
Vorremmo risposte certe e convincenti. Sappiamo che la stragrande maggioranza contribuisce allo sviluppo del Paese svolgendo anche i lavori più umili nelle fabbriche, nell'edilizia, nelle miniere, nei campi e molte donne diventano l'aiuto insostituibile nel lavoro domestico e nella cura degli anziani. Anche nel nostro piccolo paese ci sono due centri di accoglienza: il primo, "San Calogero", sito nell'edificio dell'ex ospedale
"Maria Ss. del Monte" che dal 2000 ha ospitato più di 1000 cittadini stranieri, e l'altro opera nei locali dell'ex macello comunale.
Il secondo è stato il risultato del progetto "Tarik", che garantisce protezione ai richiedenti asilo politico; ad essi è garantito vitto, alloggio, assistenza psicosociale, legale, amministrativa e orientamento al lavoro e ai servizi sanitari.
Nella nostra scuola ci sono alunni tunisini, marocchini e albanesi, che
stanno crescendo con noi in un clima di tolleranza e rispetto.
L'atteggiamento della popolazione locale è generalmente aperto e sponibile,
anche se l'integrazione totale, specialmente per gli adulti, non è così
facile, in quanto loro portano con sé culture e tradizioni diverse cui non intendono rinunciare e perciò i pregiudizi e l'ignoranza ostacolano il vero processo di inserimento nella nostra realtà locale.
Noi, futura generazione, comprendiamo perfettamente che la convivenza
con gli extracomunitari è normale e naturale,ma auspichiamo che i politici
facciano il loro meglio per risolvere e pianificare con maggiore chiarezza la loro posizione non solo nel nostro paese ma in tutta Italia.
Silvia Alaimo Di Loro, Aurora Cino
Francesco Gioia, Salvatore Sferrazza Papa II D

1 commento:

  1. Un plauso a questi ragazzi che si interessano così giovani di questi problemi nazionali.
    Ma una tirata di orecchie per i loro docenti, che non hanno spiegato a questi giovanissimi,che i loro nonni,zii ecc. quando emigravano:
    1) per ogni emigrato, lo stato prendeva una percentuale
    2) i nostri venivano emarginati,dovevano dormire nelle baracche, lontani dai centri abitati
    3)i clandestini, venivano tenuti in cella a pane e acqua e rimpatriati.
    Oggi i clandestini che arrivano,vegono accolti come eroi,fate mente locale,chiedetevi chi ci guadagna e quanto? riflettete-

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