giovedì 6 luglio 2017

Racalmuto, Iolanda Salemi: Analisi della Festa del Monte da un punto di vista antropologico


Aspettando la Festa del Monte

Ho pensato di fare una breve analisi della Festa da un punto di vista antropologico, per spiegare ai giovani, con linguaggio semplice, come la Festa  non sia  solo storia e tradizione , ma è carica di simboli primordiali. 
La festa  è cristallizzata nei suoi riti e nelle sue forme, ha degli elementi rituali e simbolici che sono fissi e pertanto la collocano al di fuori del tempo e dello spazio. Si svolge in un tempo che è fuori dall'ordinario tutto è carico di simboli evidenti : il vestito della festa, il cibo della festa, e poi ha una forte connotazione sensoriale : la baraonda musicale, il frastuono dei tamburi, la girandola di colori e di odori fortissimi. Il profumo della festa è quello dello zucchero filato, del torrone semiliquido che gira nel paiolo, delle salsicce arrostite e della cipolla.
La festa, nella società primitiva, in generale, rispondeva al bisogno di conoscere l'esatta durata dell'anno e delle sue suddivisioni, infatti nella società contadina ogni festa è legata al ciclo del lavoro della terra, cioè la semina, la fioritura, il raccolto. La festa del monte conclude il ciclo del grano. 
Il tempo sociale è scandito dal susseguirsi delle feste, la festa ha una valenza sociale, perché è collettiva e celebra il rapporto con gli altri individui. L. Sciascia in “Feste religiose” alla domanda cos'è una festa religiosa risponde: “ sarebbe facile rispondere che è tutto tranne una festa religiosa, è innanzi tutto un'esplosione esistenziale.... è soltanto nella festa che il siciliano esce dalla sua condizione di uomo solo...
La festa è un momento di socializzazione e nella festa si entra nella dimensione interclassista, è come una livella, mette tutti sullo stesso piano;  viene finanziata mediante una questua, ognuno da il suo contributo, quasi dovuto, che dà il diritto di sentirsi parte integrante della società, significa auto identificazione sociale, ogni racalmutese sente la festa come qualcosa che gli appartiene.
La festa rappresenta un momento di caos e di distruzione, anche le spese sfrenate che si fanno durante le feste hanno un significato di distruzione, che precede la rigenerazione come tutti i riti di passaggio.
La festa è quannu veni...” dice un proverbio siciliano che richiama il latino “semel in anno licet insanire” 
Durante la festa tutto è vita, esaltazione di gioia e di passioni, è un momento di trasgressione  in cui tutto è consentito, anche la violenza rituale.
La presa del cero è il momento culminante, quando la festa si tinge di rosso: “ ...rossa fiesta urlante grappolo di gioia...” così la descrive Sciascia, il grappolo urlante è il gruppo di giovani che lottano per conquistare la bandiera. La lotta rituale richiama gli antichi riti propiziatori, quando si scatenano gli istinti primordiali.
La lotta rappresenta l'affermazione di uno stato di potenza, ostentazione fisica di virilità, infatti per questo ha anche una valenza erotica. Il vincitore dimostra di essere il più forte quindi è garanzia di una progenie vigorosa, e la tradizione vuole che si sposerà entro l'anno.
Iolanda Salemi

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