Pubblichiamo integralmente la lettera
di Vincenzo Maniglia
segretario di circolo PD di Racalmuto
Cari amici e compagni,
Il risultato delle primarie nel nostro circolo ha
messo in evidenza il forte calo dei consensi al partito; si è registrato un
risultato pari ad un terzo di quello del 2013 (da 420 votanti alle
primarie del 2013 ai 140 votanti di oggi)e le lotte intestine non hanno aiutato
a recuperare consensi; l’avere contrapposto da una parte la posizione del
Segretario, equivocandone il comportamento di difesa delle ragioni della ex
coalizione e dall’altra la posizione di chi, per ragioni ancora poco
chiare guardava con benevolenza il rovesciamento della maggioranza consentendo
alla minoranza l’ingresso in giunta, ha portato a rendere incandescente il
terreno della discussione.
Il Direttivo di questo partito doveva assumere
democraticamente le decisioni riguardanti la politica locale, promuovere
l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico-programmatici la trasparenza
e un corretto percorso decisionale, la formazione di sintesi condivise,
assumendosene la responsabilità decisionale.
Tutto ciò il nostro Direttivo non è mai riuscito a
concretizzarlo appieno e le innumerevoli e spesso inconcludenti riunioni, hanno
allontanato gli obiettivi fondamentali precludendo di fatto il ruolo di organo
deliberante del partito. Chi ha deciso in questi anni non è mai stato il
Direttivo.
Sappiamo che la scelta di non indicare alcun assessore
comunale, condiviso in campagna elettorale da tutti i gruppi della
ex-coalizione, consegnava al Sindaco una compagine amministrativa del tutto
distaccata dai partiti, in grado di svolgere il proprio lavoro senza
condizionamenti, ma la scelta di una giunta autonoma, ha ben presto presentato
il limite del continuo stato di scollamento con il Consiglio Comunale,
manifestato con segnali di rottura e Atti d’indirizzo sfociati poi nella
ormai nota mozione di sfiducia.
Questa poi è stata fortemente contrastata dai
consiglieri del PD, mentre è stata ambigua ed opportunistica la posizione dei
consiglieri di minoranza; l’abbandono dell’aula dei “borselliniani” ha permesso
sì la bocciatura della mozione, ma gli ha consentito d’incassare immediatamente
posti di governo prima ancora che venisse riconosciuto il giusto merito ed il
ruolo ai nostri consiglieri.
Ho fortemente contrastato questa alleanza, perché non
ne ravvisavo le ragioni e perché ha sancito la morte del progetto della
maggioranza che ha vinto le elezioni; il partito di conseguenza è stato privato
del ruolo di guida politica del paese appiattendosi sulle posizioni del
Sindaco.
Ad oggi Emilio Messana governa con l’ex minoranza, con
due importanti e strategici assessorati in quota alla lista borsellino (Lavori
Pubblici e Bilancio) e senza maggioranza in Consiglio Comunale (solo sette
consiglieri su quindici).
È per questo che avevo al Direttivo di individuare
quale prioritaria la necessità di ristabilire il dialogo con l’ex coalizione
che aveva eletto Messana Sindaco,per non rischiare l’isolamento e perché
indispensabile non solo all’approvazione di atti importantissimi quali
quelli finanziari ma anche quelli conseguentialla prosecuzione del patto
stipulato con gli elettori.
Non dimentichiamoci responsabilmente, quale classe
Dirigente, di anteporre gli interessi generali a quelli personali.
Purtroppo le ostilità interne, i pregiudizi, e
le posizioni di mantenimento dei privilegi già acquisiti non mi hanno
consentito di rilanciare l’azione del partito. Per tali ragioni ritengo
concluso il mio ruolo da Segretario perché è stato svuotato della sua funzione
rappresentativa, mortificato nella sua
agibilità politica e pertanto rassegno le mie irrevocabili dimissioni dalla
carica.
Il Segretario del circolo
Vincenzo Maniglia
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