lunedì 9 gennaio 2017

Racalmuto, Giuseppe Guagliano (PD): se non arrivano riscontri forse sarà meglio interrompere la legislatura

Nota stampa del consigliere 
del PD Giuseppe Guagliano

Sono trascorsi 40 giorni dall'infruttuosa votazione della sfiducia al sindaco Messana.
Ci sono diversi elementi che ancora oggi risultano poco chiari che riguardano le dinamiche e gli obiettivi di tale azione; Non si è capito se siano state prevalenti le motivazioni politiche, piuttosto che quelle personali.
Di certo c'è che molti, con evidente sollievo, hanno potuto “strappare le cambiali” a suo tempo sottoscritte, che difficilmente avrebbero potuto e voluto onorare.
In ogni caso si è trattato di una vicenda, poco edificante, che entra di diritto nella storia politica di questo paese e che, per la legislatura in corso, rappresenta una sorta di sparti-acque tra il prima e il dopo.
E' vero che in una condizione normale della vita politica di qualunque comunità l'opposizione avrebbe dovuto votare la sfiducia per ottenere nuove elezioni.
Ma è altrettanto vero che il gruppo degli 8 consiglieri sfiduciatari  “Ottomani” con i relativi mentori (che a suo tempo avevano voluto fortissimamente la sindacatura  Messana) avrebbero dovuto essere più cauti e nelle more spiegare meglio lo scopo e le reali motivazioni di una sfiducia, apparsa  strumentale e volutamente depotenziata.
Di normale, razionale e serio in questa vicenda c'è veramente poco.
La paura d'impopolarità per un nuovo commissariamento  dell'Ente unita a quella di perdere la
“sedia” e una contraddittoria indennità per qualcuno, ha fatto il resto.
Paradossalmente oggi, per l'opinione pubblica, i veri sfiduciati sono gli “ Ottomani”  con in testa la Presidente.
Hanno votato acriticamente la sfiducia con la sola condizione, come già detto, che non andasse in porto;  un atto  che ha tutto il sapore del “Ricatto politico conto terzi”.
Il Sindaco, con pragmatismo, dopo aver preso atto della difficile situazione, post sfiducia, in sintonia con il Partito Democratico e dei due consiglieri PD rimasti a sostenerlo, ha rilanciato politicamente proponendo  un patto di fine legislatura a tutto il Consiglio Comunale, alle forze politiche e al paese.
L'invito è stato raccolto solo dai 5 Consiglieri della lista Borsellino, i quali con senso di responsabilità e coerentemente con la posizione assunta in Consiglio, contro ogni apparente logica e convenienza politica, hanno dato la loro disponibilità a questo problematico ma doveroso tentativo di rilancio amministrativo.
Un'apertura di credito tuttavia condizionata, sancita tra il Sindaco, i sette Consiglieri Comunali e le rispettive Rappresentanze Politiche.
L'impegno assunto è stato e rimane quello di dare nel giro di qualche settimana un chiaro e preciso segnale di discontinuità politico–amministrativo, di ricercare e coinvolgere le migliori risorse  della comunità nel governo della città, e soprattutto di realizzare un programma, il più sintetico e “praticabile” possibile, in questi due anni a mezzo da venire.
In particolare su problematiche legate a questioni quali:
R.S.U. , IDRICA, PRECARIATO, RIORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE, RIEQUILIBRIO DEL SISTEMA TRIBUTARIO, CIMITERO, CASE POPOLARI, LAVORO GIOVANILE, VIABILITA' INTERNA ED ESTERNA, PIANO REGOLATORE, CENTRO STORICO,  bisognerà dimostrare concretamente e visibilmente alla comunità, già nei prossimi 4/5 mesi, che si è in grado di organizzare una squadra, con cui lavorare alacremente per il raggiungimento degli obbiettivi.
Detto questo, mi sembra doveroso  riportare quella che appare oggi un'opinione molto diffusa nel paese, ovvero che  problematiche di questa importanza vanno sottoposte alla civile e seria discussione Consiliare e che il Consiglio, al proprio interno, deve saper metabolizzare e superare la brutta parentesi politica della mozione di sfiducia al Sindaco, tutto nell'interesse generale della Comunità.
Per rendere possibile ciò appare indispensabile che il Consesso acquisisca la consapevolezza della necessità di individuare (anche nel gruppo degli stessi “Ottomani” che hanno i numeri per farlo) un nuovo presidente come ha già fatto con il Vice.
Ciò appare necessario per ragioni di natura politica, ma anche per un'oggettiva valutazione da farsi nel merito dell'azione amministrativa svolta.
Voglio ricordare che la Presidente  votando la sfiducia al Sindaco senza essersi dimessa né prima né dopo, è venuta meno al suo ruolo  di imparzialità Politico-Amministrativo oltre ad aver agito  scorrettamente dal punto di vista Istituzionale e deontologico.
Inoltre va rilevato che in questi primi trenta mesi di attività non si ha memoria, da parte del Presidente, di una proposta, di una presa di posizione, di un autonomo indirizzo politico-amministrativo, di una convocazione consiliare di sua iniziativa.
Non è mai riuscita a dare sostanza e contenuto a un ruolo che, personalmente, ritengo di straordinaria importanza per la vita democratica della comunità.
Non ha mai tentato, saputo o voluto dare dignità all'organo consiliare e ai consiglieri che lei, rappresenta, preoccupata sempre e soltanto di non arrecare fastidi a soggetti esterni al Consiglio.
E cosa ancora più grave ha negato la possibilità all'Organo di discutere, ragionare e riflettere su un fatto politico gravissimo qual è stato quello della sfiducia al Sindaco da cui dipendeva l'esistenza politica di ognuno degli stessi Consiglieri.
Si è limitata a svolgere un “mero” ruolo burocratico di “Segretariato a favore del Segretario”.
Ritengo, a buon diritto, che una parte consistente delle responsabilità del deterioramento del progetto politico, che ha consentito l'elezione del Sindaco Messana e dei 10 consiglieri dell'originaria maggioranza, siano da attribuire al “modus non operandi” della Presidente del Consiglio.
Per questo si chiede da più parti alla Stessa un passo indietro come atto di abnegazione, e al Consiglio, tutto, un passo avanti con l'elezione di un nuovo presidente, come atto di maturità.
Sono certo, conoscendo la persona, che la collega Mantione sarà capace di un gesto di buon senso, anche per sottrarsi alla poco edificante “diceria popolare” che la vuole asserragliata in quell'ufficio solo per il “vile denaro” e a protezione di un effimero ed aleatorio esercizio del potere fine a se stesso.
Mi auguro che nel gruppo degli “Ottomani” prevalga la ragione in luogo dell'oltranzismo radicale. Se così non dovesse essere, e dal gruppo degli altri consiglieri  “ Cinque + Due Mani” non dovessero arrivare gli auspicati riscontri di rapido cambiamento come in precedenza argomentato, sarà, forse, meglio per tutti interrompere la legislatura e ridare la parola ai cittadini con nuove elezioni.
                                                                            
Giusepppe Guagliano
Consigliere Comunale

    

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