L’opinione di un
semplice cittadino, riguardante una complessa questione attinente il referendum
per la riforma costituzionale, è sicuramente poco rilevante.
Tuttavia sento la
necessità di esternare le mie considerazioni.
Certamente non
voglio entrare nel merito della riforma posta al vaglio della volontà popolare
sovrana.
Ma voglio esprimere
le mie considerazioni di natura politica.
Su un punto,
sicuramente, oggettivamente, si deve essere tutti d’accordo ovvero che il rapporto
tra la classe politica e gli elettori e di natura fiduciaria.
E dunque ci fidiamo
di Renzi che ci propone il Referendum e votiamo SI?
O ci fidiamo di chi
è contro la riforma costituzionale e votiamo NO?
Dobbiamo dare
fiducia al progetto politico proposto da Renzi che governa da due anni?
O allo schieramento
del NO che ha governato per 20 anni?
Per chi ha memoria
corta a si ricorda che il fronte del No è costituita da politici che hanno
governato dal 1993 al 2014:
Governo Berlusconi,
Forza Italia – Lega;
Governo Prodi,
Vecchio PD- Centristi.
Governi che si sono
alternati tra di loro con pause governative dirette da Presidenti tecnici, uno
per tutti il governo Monti. Quest’ultimo è schierato pure con il fronte del NO.
E a dire il vero
Monti meriterebbe il titolo di cattedratico del NO. Fornero Docet.
Se il popolo
Italiano sovrano è soddisfatto dello stato di crisi economica in cui è stata
condotta l’intera Nazione da questi signor NO, Voti NO.
Vent’anni di
governi dei signor NO hanno inoltre generato un sterile fenomeno populistico
chiamato Cinque Stelle.
Un riformista
socialista, quale sono per formazione culturale e politica e per il mio modo di
essere, ha difficoltà ad accettare un movimento politico populista, perché per
poter comprendere le ragioni dei grillini occorre essere contemporaneamente di
destra, di centro e di sinistra.
Una nota a parte
merita la classe politica locale che nell'ultimo periodo è stata impegnata in
problemi di “sfiducia” che pare sono stati superati.
Orbene, si auspica
che non insorgano problemi di “fiducia” con grave ricaduta sull'intera
comunità.
Tuttavia, mi pare,
che poco è stato l’impegno dei politici nostrani nei confronti del Referendum.
Quali siano state le vere ragioni di questo disinteresse non è dato saperlo. Ma
si ha la vaga impressione che si è trattato opportuna prudenza.
L. Sciascia:” da servire a coloro che hanno corta memoria o/e
lunga malafede e che appartengono prevalentemente a quella specie (molto
diffusa in Italia) di persone dedite all'eroismo che non costa nulla e che i
milanesi, dopo le cinque giornate, denominarono «eroi della sesta».
Ma la visione più
chiara ed inquietante di Sciascia era sicuramente quella sul potere che
governava il Paese: “Il potere è sempre altrove, il potere non è nel
Consiglio Comunale di Palermo, il potere non è nel Parlamento della Repubblica,
il potere è altrove“.
Chi vuol sostenere
la CASTA POLITICA, chi vuol sostenere gli interessi delle Assicurazioni delle
Banche, chi vuol sostenere i capitali del mondo delle Telecomunicazioni, chi
vuole avallare i capitali del settore Energetico e petrolifero, chi vuole
garantire che nel futuro questi interessi condizionino l’economia di tutti e
l’intera vita democratica, VOTI NO.
«Quando un
popolo, un paese, una collettività - scriveva Leonardo Sciascia - non perde la
memoria, vuol dire che non è disposto a perdere la libertà».
A chi non ha
perso la memoria e non vuol perdere la libertà, a chi non arriva alla quarta
settimana, a chi e costretto ad emigrare, a chi ha una pensione ai limiti della
sopravvivenza, a chi non è disposto a perdere il diritto al Futuro proprio e
dei propri figli, dunque dico:
io VOTO
SI.
Ignazio Scimè
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