Comitato Civico Racalmuto
Civile
Racalmuto punto e a capo
Cronaca di una crisi annunciata
La coraggiosa decisione
del “gruppo
degli otto”di maggioranza in
consiglio comunale di Racalmuto, non arriva certo come fulmine a ciel sereno.
Dopo decine di atti di indirizzo disattesi, promossi e votati in buona parte
dalla stessa maggioranza, e innumerevoli dichiarazioni di disapprovazione delle
proposte sindacali, pesa con la drammaticità di una “morte annunciata”. Era già scritta in qualche libro del destino.
Magari solo una tardiva presa d’atto che la candidatura di Messana, già allora
in controtendenza con le scelte della dirigenza locale del PartitoDemocretico,
e delle tanti fazioni che lo rappresentavano, non era la soluzione adeguata ad
affrontare le emergenze di Racalmuto e il suo bisogno di cambiamento dopo il
triste periodo commissariale. Certo è
che comunque sia, tirare fuori le contraddizioni all’interno
della propria parte è un atto di dignità politica ed intellettuale.
La peggiore responsabilità
che ci sentiamo, da uomini liberi, di addossare al sindaco Messana e alla sua
giunta è l’insipienza di proposta politica,
l’incapacità conclamata di affrontare e risolvere le
questioni congiunturali e strutturali che riguardano il paese.
Dall’ordinaria amministrazione per assicurare il minimo decoro urbano e
sociale, alle progettualità di grande respiro per dare speranza ai giovani,
alle imprese e ai cittadini. Nulla di fatto. Nessuna battaglia vinta. Nessun
percorso iniziato. Nulla!!
La stessa squadra di
governo, a dir poco approssimativa se valutata come “giunta tecnica” e “rappresentativa del nulla”
se giudicata in rapporto all’aspetto politico, si è qualificata come perfetta terra di mezzo tra l’ignavia e il buon
agire.
Il drappello di sfiducianti contesta al sindaco la scarsa efficacia del
proprio operato e l’incapacità di affrontare e risolvere i problemi del paese.
Per la prima volta si muovono eccezioni di merito che tengono conto del diffuso
malcontento popolare.
La situazione di disastro
gestionale della macchina amministrativa e le falle nel sistema territorio, in
primis, frutto della totale assenza di progettualità politica sono infatti all’occhio di tutti. Mille i punti del disastro annunciato: a fronte di una dichiarata raccolta
differenziata del 40%, il paese è letteralmente immerso nella spazzatura, la Fondazione
Sciascia in fallimento, le Case popolari non
assegnate e in fase di degrado, la Viabilità urbana dissestata, la Viabilità
rurale impraticabile, le Strutture sportive inagibili, il Teatro Comunale non
utilizzato, i Consumi elettrici comunali fuori controllo,l’assistenza agli
anziani e alle famiglie in difficoltà inesistente. E ancora: nessuna prospettiva
per i giovani con conseguente piaga emigratoria, verde pubblico abbandonato, biblioteca
comunale smantellata.
Ancora: nella letteratura degli atti di
indirizzo approvati dalla maggioranza, l’accusa più volte reiterata della mancanza di risposta
sulle possibili soluzioni per alleviare il carico tributario in capo ai
cittadini; sulla definizione delle pratiche di sanatoria edilizia; sul Piano
regolatore generale e sulle osservazioni dei cittadini; sull’utilizzazione
dell’antico mattatoio comunale e sullo spostamento della biblioteca; sulla
manutenzione degli spazi pubblici; sul monitoraggio dei servizi del Piano di Zona
del distretto socio-sanitario di Canicattì per il quale ci sarebbero ben tre
milioni di euro ancora inutilizzati; sulla riorganizzazione del personale di
ruolo e precario ai fini di migliorare l’efficienza dei servizi e della
progettualità pubblico privata.
Eccezioni di merito che sembra si siano tramutate
nell’insostenibile imbarazzo degli sfiducianti rispetto ai cittadini e al
proprio elettorato e che oggi costituisce atto politico morale irreversibile.
Di certo, fonti attendibili, sostengono che “gli otto
di maggioranza” non intendono tornare
indietro e abbandonata ogni possibilità di alchimie di potere proposta dal
primo cittadino, andranno dritti alla mozione di sfiducia in consiglio passando
la palla all’intero consiglio.Quali
prospettive si aprono ora, quale
il destino del paese?
C’è chi agita lo spettro
della vecchia politica e prefigura scenari
di “pupi e pupari” in un “teatro di marionette”, di progetti elettorali già
confezionati per il dopo Messana. Noi
crediamo che la democrazia dei territori sia comunque uno strumento e un valore
irrinunciabile e che il suo corretto funzionamento dipende dalla capacità dei cittadini di discerne tra bene
e male, tra onesti, disonesti e opportunisti, tra professionalmente
capaci e approssimativi vanagloriosi.
La questione che si pone è
molto seria. Si tratta di porre fine ad una esperienza amministrativa che si è
dimostrata non all’altezza di ciò di cui Racalmuto ha bisogno ed è una
questione che investe tutto l’arcipelago della politica racalmutese.
Che ruolo avrà in tutto questo la “lista borsellino” ,
minoranza in consiglio?
I cittadini si chiedono:
saranno in grado i cinque consiglieri dell’opposizionedi assicurare i necessari
quattro voti per portare il dissenso al numero di 12 voti quanti sono necessari
in consiglio per chiudere l’esperienza Messana e aprire finalmente una nuova
costruttiva stagione dei valori,
dell’impegno e della capacità di fattiva proposta politica per Racalmuto?
In alternativa non
resterebbe che il coraggio di buttare giù la maschera dell’ipocrisia e chiamare
ogni cosa con il proprio nome. Chi sono i responsabili della candidatura
Messana e del suo inefficace progetto per Racalmuto? Chi ha sostituito, di fatto riempito, il vuoto che i partiti hanno lasciato nella
loro latitanza dal paese e raccogliendo il consenso con “antica efficacia” ha
consentito l’elezione della attuale maggioranza e il successo di Messana ?. I
responsabili hanno nome e cognome e non sembrano essere in effetti rampolli di
alcuna nuova ne buona politica, sono : Lillo Bongiorno
(Pagliaro e Gagliardi); Luigi Penzillo/
Peppe Gueli ( Tufarulo e Piscopo ); Giglia(Guagliano
e Mattina Morena); Roberto Restivo (
Mantione e arch. Mattina); Totò Sardo (
Ass. Mattaliano)
Una soluzione potrebbe
quindi essere quella di distribuire i posti di potere ai loro reali protagonisti, appunto:Bongiorno, Pensillo/Gueli, Restivo, Sardo.
Cui ovviamente per non fare torto a nessuno, bisognerà dare ruolo istituzionale
di rilievo anche alle altre due “eccellenze vaganti”: l’ex consigliere Carmelo Collura (primo dei non eletti) e l’On. Vincenzo Milioto (per
i suoi noti meriti conquistati in campo); cui comunque non farebbero mancare
consigli e supporto morale gli On.
Martorana e Lauricella. Finalmente
il quadro chiuderebbe senza ipocrisie ed esitazioni. Almeno la politica di
Racalmuto mostrerebbe il proprio volto, il
solito volto da trent’anni a questa parte. Stesse facce (di cera) per tutte
le stagioni.
Non ci resta che sperare che i “
fantastici giovani otto” abbiano il coraggio di recitare sino in fondo la
loro parte di politici indignati e recidere
ogni legame di sudditanza intellettuale con i loro mentori facendo si che la
coerenza vinca sulle tentazioni (che noi vogliamo credere remote) di
opportunismo. Ci rimetteremo comunque alla
inflessibilità della storia che per come
ha sempre dimostrato sa bene giudicare i
coraggiosi e dimenticare i pavidi al
proprio destino.
Ai posteri l’ardua sentenza!!
Comitato Cittadino
Racalmuto Civile
Caro Enzo, questa crisi non di nervi ma di poltrone farà resuscitare pure i morti. Poveracci maledetti, come si può fare finta di niente, sarà una coincidenza o è tutta una finzione cinematografica, di vero il cappone a Natale
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