Le
parole sono state riportate nei luoghi del racconto ed hanno dimostrato come
poco, o nulla, sia cambiato. A dare voce, nel sessantesimo anniversario del "Le parrocchie di Regalpetra",
a Leonardo Sciascia ed al suo
messaggio universale sono stati cento abitanti della sua Racalmuto insieme ad attori, scrittori e musicisti. Di fatto, la città ha riletto se stessa e s'è
trasformata in un grande teatro a cielo aperto.
Il
sindaco, il dirigente scolastico, il maresciallo dei carabinieri, gli studenti,
l'infermiera, il politico, l'insegnante, il giornalista, la casalinga ed il
disoccupato - grazie alla direzione artistica di Mario Incudine - affiancandosi a Moni Ovadia, Kaballà, David Coco e Francesca Incudine si sono trasformati in attori. Ed hanno ridato
il fiato ad uno degli autori più illuminanti della letteratura italiana del
Novecento al circolo degli zolfatari e salinari, al teatro Regina Margherita,
nell'atrio del palazzo di città, al circolo dei galantuomini ed in piazza
Umberto I.
Racalmuto,
scossa nell'anima dal suo concittadino illustre, si è dunque risvegliata ed è
tornata a respirare i fasti di un tempo passato. Ieri, fino a tarda sera, la
città - per dirla con Sciascia - era una "Pampilonia"
... "rossa fiesta, urlante grappolo
di gioia". Ed a rianimare Racalmuto, non c'erano soltanto i suoi
cittadini, ma anche molti residenti dell'hinterland.
Ad
assistere all'atto conclusivo della "Festa
della Cultura", domenica, c'era anche una delegazione di Lublino. Perché con la Polonia si intendono avviare dei
progetti, una collaborazione, che avranno ricadute economiche sul territorio
racalmutese.
"L'eredità
che Sciascia lascia sono le parole sentite domenica sulle labbra dei ragazzi - ha detto il
presidente della Fondazione Leonardo Sciascia, nonché sindaco di Racalmuto, Emilio Messana - . Cento persone, comuni cittadini ed artisti, in nome di Sciascia hanno
fatto capire le enormi potenzialità che Racalmuto ha. La cultura è alla portata
di tutti e grazie alla cultura che potremo cambiare questo paese".
Dello stesso parere anche il presidente del consiglio comunale Ivana Mantione.
"Nemmeno
noi credevamo a questo grande successo - ha dichiarato l'assessore alla
Cultura, Salvatore Picone - . L'evidenza è però che il paese è pronto
a proiettarsi verso il mondo".
Sul
palco di piazza Umberto I, dove ha fatto da colonna sonora il coro filarmonico "Terzo
Millennio" che è diretto dal maestro Domenico Mannella, sono stati
consegnati riconoscimenti oltre che allo stesso coro, alla banda musicale
"Verdi" diretta dal maestro Francesco Carrata, agli studenti della
scuola e all'arciprete don Diego Martorana.
"Non
ricordo che a Milano, città dove abito, sia stata mai dedicata una giornata di
lettura pubblica, collettiva, ad uno dei suoi scrittori - ha detto
l'attore, drammaturgo, Moni Ovadia - . Questo è un grande segno di civiltà. E
non è comune che accada. Continuate! Continuate perché la lettura è capace di
risvegliare ogni cosa".
Il
Festival della lettura è stato
anticipato, nella giornata di sabato, dall'inaugurazione della mostra delle
lettere, che hanno preceduto la pubblicazione de "Le parrocchie di Regalpetra", fra Vito Laterza e Leonardo
Sciascia, e dal relativo convegno durante il quale è stato annunciato - da Giuseppe Laterza, figlio di Vito - che
il carteggio inedito comporrà un libro dal titolo "L'invenzione di
Regalpetra" ed inoltre che le lettere saranno esposte anche a Roma
e a Bari, creando un parallelo con Racalmuto.
Determinare
per realizzare la tre giorni di iniziative culturali è stato il contributo
finanziario concesso dall'Italkali
alla fondazione Leonardo Sciascia, di
cui è vice presidente Aldo Scimè, e
la collaborazione della casa editrice
Laterza. Fra gli sponsor anche il Trame
festival di cui è direttore artistico Gaetano
Savatteri che ha coordinato il convegno
"Caro Vito, Caro Leonardo ...".
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