DANIELA - Il
15 e 16 di giugno u.s. siamo stati in 5 a visitare la miniera di sale di
Racalmuto (previa permessi dalla Italkali sede centrale). 5 fotografi del
Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde (CT), Gaetano di Valverde, Pippo di Acicatena,
Gianluigi di Firenze, Pietro di Acireale ed io, Daniela di Reggio Calabria. Il
progetto che stiamo portando avanti è “Sale dal profondo”, iniziato lo scorso
anno con le riprese fotografiche nella miniera di Realmonte e proseguito
quest’anno nella miniera di Racalmuto. L’obiettivo è quello di realizzare una
mostra fotografica raccontando per immagini il lavoro dei minatori nel bianco
mondo legato alla produzione del salgemma di Sicilia.
Racalmuto
ci ha accolti, prima in miniera e poi in paese.
Accompagnati
in jeep dal Direttore Luigi Scibetta abbiamo avuto il piacere di ri-scoprire il
sale, lo stesso sale di cui facciamo un quotidiano uso in cucina. Ma qui tutto
è diverso, tutto ha un fascino unico. L’accesso alla miniera con Santa Barbara
protettrice a destra dell’imbocco, le gallerie multipiano bianche di sale, per
noi tutte uguali e labirintiche ma per gli addetti ai lavori conosciute e
sicure. Quanti metri percorsi sotto terra, quanti livelli attraversati per
poter giungere là dove la fresa era al lavoro. E mentre il sale scorreva sopra
di noi, cambiavano i colori e le lucidità sulle pareti delle gallerie. Il
direttore ci ha raccontato ricordi di ieri quando da bimbo seguiva il padre nelle
profondità della terra, di generazione in generazione, oggi anche lui è parte
di questo mondo. Con occhi brillanti di orgoglio ci ha mostrato la “sua”
miniera e ci ha parlato con lo stesso affetto dei “suoi” minatori. Ha risposto
alle nostre numerose domande, ci ha spiegato i modi di lavorazione, ieri, con
l’esplosivo ed oggi con le frese. La roccia di sale fresata prende
tridimensionalità se illuminata, il metallo ha morso il bianco sale e le
striature lasciate sono state per noi fotografi una bellezza grafica inattesa.
I camion percorrono incessantemente le gallerie avanti e indietro spostando la
quantità di sale estratto. Questo sale è accumulato per qualità in attesa di
essere portato all’esterno ed intraprendere le successive lavorazioni di
vagliatura, raffinazione ed impacchettamento. L’ingegnere Bonfiglio è stata la
nostra guida nel “mondo di sopra”, quello fatto di motopale e camion, nastri
trasportatori e macchinari sofisticatissimi per la purificazione di eventuali
impurità. Quello in cui si impacchettano e insaccano i granelli di sale per
pezzatura e qualità. Nei capannoni fervono le differenti lavorazioni e come
tante formiche al lavoro, veloci si muovono i muletti con grandi pacchi pronti per
essere spediti e distribuiti alla clientela.
Ma
Racalmuto ci è stata svelata (per il poco tempo a nostra disposizione) da
un’altra gentile persona, Sergio Scimè, il nostro cicerone in paese. Con lui
abbiamo visitato la Regalpetra di Sciascia ripercorrendo luoghi e mestieri
narrati. Abbiamo anche avuto il piacere di provare quella che Sciascia
definisce “un’affossatura sulla poltrona di un circolo”, proprio in quel
Circolo Unione di cui faceva parte anche lui, e qui di parlare piacevolmente di
Racalmuto con il presidente del circolo ed alcuni soci.
Un
grazie va a voi tutti per aver permesso questa
esperienza unica, resa tale dalla cortesia e disponibilità riservataci e per
aver “sopportato” i nostri scatti fotografici con amicizia e curiosità.
Appuntamento
al 2016 con la mostra fotografica “Sale dal profondo”, sperando di riuscire a
portarla anche Racalmuto.
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