sabato 23 novembre 2013

Il paese dà il meglio nei momenti peggiori

Amare il proprio paese, essere fiero di amarlo, dovrebbe essere qualcosa di semplice, di  naturalmente istintivo, come il bere, come sfamare la propria famiglia, come programmare la propria vita e in una società civilmente organizzata dovrebbe essere naturale avere contegno e rispetto verso le norme scritte ed etiche che regolano la civile convivenza. La politica è un arte nobile, anzi la più nobile delle arti, diretta ad organizzare le comunità ed il bene comune al fine del raggiungimento di un progresso collettivo. 
Come tutti le vicende umane anche la politica, forse principalmente, soffre di quel male proprio degenerativo chiamato demagogia.  
Ed ecco che le amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del comune, con particolare riferimento a quelle degli ultimi vent’anni, hanno assunto scientificamente linee politiche deleterie e totalizzanti mirate ad annichilire ogni forma di libera aggregazione sociale e di libera manifestazione di opinioni.
In questo paese è stato dato un prezzo a tutto e a tutti (quasi), pagato con gettoni di presenza in consiglio comunale, con la nomina ad assessore per tre mesi, con una nomina in commissione edilizia, con incarichi professionali pubblici, promozioni a limite della legittimità, il comune era diventato una sorta di centro commerciale dove ogni forma di impostura e di mercimonio era possibile.
Se si riflette sul periodo che va dal ’93 ad oggi un lasso di tempo di 20 anni, quale messaggio ha percepito la ragazza o il ragazzo che oggi ha trent’anni e nel ’93 ne aveva 10? Questi giovani riescono ad immaginare che ci può essere un mondo e un paese diverso con meno corrotti e più ricchezza per tutti?
Questi giovani ritengono che i politici responsabili dello scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa non si devono candidare?
I giovani ritengono che i consiglieri comunali  rimasti attaccati alle poltrone e non si sono dimessi, atto che poteva evitare lo scioglimento, forse solo per quel misero gettone di presenza, si siano macchiati di ulteriore responsabilità ovvero di aver arrecato un enorme danno al paese? I giovani in che misura sono stati contagiati dalla malapolitica?  Credono in una prospettivo futuro fondato sulle loro capacità, sul loro coraggio, sulle loro idee, sulla loro grinta e ripudiare il malcostume della raccomandazione e credere nel merito? Sono convinti che la Giustizia e la legge sono l’unica cosa a cui affidare il proprio futuro e senza legalità non c’è progresso?.   
Dico questo perché se non prendiamo coscienza di quale male soffre questo paese non giungeremo mai ad una prognosi e conseguenziale diagnosi.      
Inoltre sono d’accordo con il Sig. Prev. Il quale sostiene che parlare, controllare, riflettere, va bene ma ad un certo punto e necessario agire, intervenire, operare, altrimenti continuando a fare analisi preliminari  (con più o meno enfasi) si rischia che l’ammalato ci muore tra le mani.  Se un vivace dibattito non si trasforma in vitale intervento si rischia, non operando, che anziché asportare un cancro che ci affligge faremo morire il corpo sociale.
A Racalmuto le cose da fare sono poche ma importanti: Piano regolatore generale; recupero del centro storico; iniziative finalizzate al rilancio delle attività agricole; Far decollare il turismo culturale, non solo per avere un ritorno economico ma anche come obbligo morale verso il Maestro Sciascia per averci lasciato una enorme eredità culturale, è obbligatorio.
Sono un che vive a Racalmuto da sempre, un paese che da il meglio di se nei momenti peggiori, Oriana Penzillo, Serafina Macaluso e al Signor Prev ne siete un puro, autentico, eccellente esempio. Grazie. L’unica amarezza che voci come le vostre ce ne dovrebbero essere tante, occorre sperare che se ne sollevino tante, perché Racalmuto possa ripartire e dimenticare tanto male subito ingiustamente.
Viva Racalmuto
Con Stima Ignazio Scimè



1 commento:

  1. nicoletta marchesesabato, 23 novembre, 2013

    Ho tanta fiducia nelle giovani generazioni.E' veramente arrivato il momento di ricominciare a parlare di politica,intesa come momento di discussione pragmatica per risolvere i veri problemi del paese.Basta ...non servono i"vecchi marpioni" ma volti nuovi che credano nelle loro potenziali capacità di gestione della res publica..non è difficile spendersi per il paese che si ama...miei cari giovani racalmutesi incominciate a creare momenti d,incontro e stilate programmi concreti,realizzabili nell.immediato.IL FUTURO DEL PAESE DIPENDE DA VOI

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