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| Il poeta Trilussa |
Introduzione di Iolanda Salemi
Dopo circa due anni e mezzo di letargo forzato, l' “homo
politicus racalmutensis”, inizia a dare segni di risveglio. Questo esemplare, maschio, si risveglia
quando sente odore di elezioni; allora, entra in piena attività: cerca
consensi, fa accordi, apparentamenti, e più si avvicina l'agognata meta più si
dà da fare. Ognuno in cuor suo si sente convinto di poter essere il nuovo
sindaco, mostra pubblicamente, di essere interessato al bene comune e
disinteressato al proprio. Così inventa programmi, trova soluzioni a secolari
problemi, fa promesse vane, nomina giunte in pectore, ma
soprattutto DISCUTE! Si accapiglia con i cosiddetti avversari, difende le sue
posizioni, afferma la sua IDEOLOGIA! Ma solo su un punto si trovano tutti
daccordo: quando è ora di mangiare!!!
A tal proposito, in questi giorni sfogliando dei libri, mi è
capitata tra le mani una poesia di Trilussa del 1915, che descriveva
metaforicamente la politica del suo tempo, ma che sembra descrivere
brillantemente la situazione politica attuale.
Ecco la poesia :
La politica
Ner modo de pensà c'è un gran divario:
mi' padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so' monarchico, ar contrario
de Ludovico ch'è repubbricano.
Prima de cena liticamo spesso
pe' via de 'sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso!
Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so' cotti li spaghetti
semo tutti d'accordo ner programma.
mi' padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so' monarchico, ar contrario
de Ludovico ch'è repubbricano.
Prima de cena liticamo spesso
pe' via de 'sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso!
Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so' cotti li spaghetti
semo tutti d'accordo ner programma.
Trilussa 1915

Carissima Iolanda Salemi,
RispondiEliminail richiamo che Lei fa dell'atteggiamento generale dei politici di di ogni fazione e/o colore politico mette in evidenza il degrado generale nei rapporti tra i componenti di una "Comunità" locale, regionale e nazionale. Chi ne piange le conseguenze siamo tutti noi che, malgrado tutto, tra questi "politici" non abbiamo la capacità (o non ce ne danno l'opportunità) di fare una distinzione tra chi può essere in qualche modo "affidabile" e chi è sfacciatamente imbroglione. Analogo mi pare il discorso relativo alla ricchezza "economica" della nostra nazione. Si fa riferimento al "pil", allo "spred" o ad altre parole non italiane per indicare che stiamo andando avanti molto bene, anche se c'è chi ogni giorno si trova a fare i conti con i pochi spiccioli che si trova in tasca.
A tal proposito mi viene in mente una poesia dello stesso Trilussa, che Lei ha avuto modo, opportunamente, di citare, e che è intitolata LA STATISTICA:
Sai ched'è la statisica? E' una cosa
che serve pe' fa' li conti in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e , se nun entra nelle spese tue,
t'enta ne la statistica lo stesso
perchè c'è un altro che ne magna due.
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