Carmela Curto di Racalmuto, residente a Roma
funtana. La raccontava mio padre, noi
bambini ascoltavamo attentamente anche perché ai miei tempi non c'era la televisione ed eravamo felici
quando qualcuno ci raccontava qualche cosa.
Ai tempi il conte aveva
assediato il castello i Racalmutesi stavano all'erta, hanno saputo che il conte
aveva dato ordine di
ispezionare nei d'intorni se potevano esserci dei ribelli. Loro hanno riempito
la fontana di fave e hanno messo attorno della paglia, legna e tanta roba che poteva
bruciare e le hanno dato fuoco tutt'intorno.
Nella piazzetta della fontana si
sono riuniti tutti i cittadini e nell'attesa si misero a mangiare le fave
secche si scambiavano qualche parola, nel frattempo arrivano i cavalieri mandati
dal conte tutti imponenti e incominciano a chiedere: cosa state facendo con
questa fiamma intorno alla fontana? Ma loro con calma hanno risposto ci siamo
riuniti qui per cuocere le fave, siccome siamo tanti li abbiamo messi dentro la
fontana e adesso aspettiamo che si cuociono. I cavalieri: ma così quanto
tempo ci vuole? I cittadini: noi non abbiamo fretta aspettiamo che sono pronti. I cavalieri ritornano al castello il conte che aspettava con ansia chiede ci sono
ribelli? Mafiosi? delinquenti? No signor conte la c'è gente ignorante pensa che
stanno a cuocere le fave dentro la fontana e sono tutti li intorno, aspettano
che sono pronti per mangiare. Che cosa dobbiamo fare signor conte dobbiamo
controllare altri paesi? Il conte: no se a Racalmuto sono così figuriamoci se
andiamo più lontano. Questa fu la salvezza del paese di Racalmuto e d'intorni.
Roma 25/08/2013

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