Carissimo Sig. Anonimo, PREV, apprezzo
i suoi commenti alle mie estemporanee considerazioni, con i quali
dimostra di essere una persona di cultura, con una certa attenzione
analitica verso tutto ciò che accade intorno. Mi piacerebbe avere
con lei un confronto dialettico, per conoscere la sua opinione sui
diversi aspetti che compongono la nostra variegata realtà. Racalmuto,
per via di Sciascia, è un paese di intellettuali; tutti si si
sentono figli di Sciascia, pertanto c'è una proliferazione di
scrittori con velleità letterarie, alcuni riescono meglio, altri
peggio, ma l'importante è partecipare.
Tutti gli sforzi
intellettuali o letterari contribuiscono a creare quell'humus
culturale che contraddistingue un paese da un altro. Quindi ben
vengano, tutte quelle persone, che rompono le reticenze del pudore e
si esprimono pubblicamente, anche attraverso un semplice blog. Il
fatto che le persone critichino e si indignino di fronte a certe
situazioni, significa che c'è ancora un rigurgito di morale. Ma
bisogna andare oltre, il prossimo step è: superare la fase critica
ed essere propositivi. Parafrasando un aforisma di J. F. Kennedy
direi: non chiederti cosa il tuo paese è disposto a fare per te, ma
cosa tu sei disposto a fare per il tuo paese. A buon intenditore
poche parole!
Iolanda Salemi
Gentilissima Iolanda Salemi,
RispondiEliminaLa ringrazio molto per le gentili espressioni che ha riservato nei miei riguardi.
In realtà non ritengo di meritarle pienamente. Normalmente mi sento, e probabilmente lo sono, un “nenti ammiscatu cu nuddru”. Non me ne rammarico. Anzi questo mi spinge ad avere verso gli altri un atteggiamento di estremo rispetto per quello che fanno e per quello che dicono. Mi sforzo, non sempre riuscendoci, di non dare giudizi sulle posizioni altrui, ma di considerare la comunità che ci circonda come un ottimo terreno di coltura anzi di cultura capace di fare crescere in ognuno di noi il senso della fragilità, dell’equità e della collaborazione e, perché no!, anche della ricchezza, non solo materiale.
Mi si potrà obiettare come mai uno che vale zero o, quantomeno, zero virgola qualche piccolissimo decimale, possa avere queste posizioni nei confronti dell’avanzamento di una comunità. Eppure probabilmente è proprio così.
Mi scusi per il mio sproloquio. Attendo di leggerla ancora tante altre volte.
Prima di chiudere, vorrei esprimerle una mia testarda convinzione: LO ZERO HA SEMPRE LA PRECEDENZA RISPETTO ALL’UNO, non solo in campo matematico, ma, auspicabilmente, anche in altri campi. Altrimenti lo zero rischia la sorte, oggi comune e talvolta preferita dallo stesso Zero, di assumere le caratteristiche dello Zero di Trilussa come si legge qui appresso.
PREV. (“u prevessuri” per gli amici)
Conterò poco, è vero,
diceva l'Uno ar Zero.
Ma tu che vali? Gnente: proprio gnente.
Sia nell'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
E' questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.
Trilussa