giovedì 4 aprile 2013

Come sarà il Teatro "Regina Margherita" di Racalmuto senza le barcacce?

Cari lettori, in questi giorni i racalmutesi si chiedono come diventerà il Teatro "Regina Margherita"senza le barcacce di primo ordine, che si collegano con i corridoi esterni. Al posto delle due barcacce il comune realizzerà le uscite di sicurezza. Con i nostri poveri mezzi abbiamo immaginato  il teatro dopo l'intervento di adeguamento (ci scusiamo per il disegno e per i colori di più non siamo capaci).
Ci aspettavamo la diffusione di un disegno tecnico realizzato dai progettisti per vedere in anteprima le modifiche che verranno apportate.
Ci chiediamo:
E' necessario stravolgere un "piccolo gioiello" con un intervento così pesante? 
Per cinquanta, cento posti in più. E dopo? 
Quale sarà il futuro del teatro in un comune povero, che non ha fondi neanche per garantire i servizi essenziali ?
Noi ci fermiamo qui con la nostra discussione, poiché siamo convinti che altri hanno il compito di rispondere ai cittadini di tutto questo e soprattutto del destino del Teatro di Sciascia dopo l'adeguamento a norma di legge.

Regalpetra (libera) teatro

9 commenti:

  1. Alla sovraintendenza dei beni archeologici propongo l'abolizione delle barriere architettoniche dei gradoni del tempio della concordia, tanto per rendere maggiormente fruibile l'accesso e l'uscita dai templi come dal teatro regina margherita

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  2. Penso e spero che nessuno, alla fine, avrà il coraggio di deturpare il teatro di Racalmuto. Sarebbe una cosa profondamente ingiusta oltre che, probabilmente, anche illegale. Ma forse la mia speranza è vana e mal riposta... Sembra, infatti, che una delle zone situate sotto il palcoscenico sia allagata da diversi giorni, e che nessuno si prenda la briga d'intervenire...

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    1. Il teatro lo stanno distruggendo,non se ne può piu' di questi vandali .Possibile che non si riesca a capire che il Teatro è bello proprio perché é
      rimasto quasi intatto ? Oggi alcuni cosiddetti benpensanti con la scusa della sicurezza e per potere spendere 40.000 euro,fregandosene di tutto e di tutti mira a distruggere questo nostro piccolo, caro gioiello. Già hanno pensato bene di renderlo più bello togliendo i velluti e le poltrone dalla platea.Nel primo restauro sono stati danneggiati gli stucchi trattati con materiali che li appesantiscono con conseguente pericolo di caduta o con lo scavare sui muri portanti nella ricerca di infiltrazioni di acqua incuranti dei pericoli che potevano portare alla struttura fatto dei danni mi riferisco agli stucchi che sono stati toccati da mano inesperta con dei materiali che appesantiscono gli stucchi con conseguente pericolo di caduta o con delle rotture di muri portanti per cercare delle perdite d'acqua incuranti dei danni alle strutture portanti che tali lavori hanno comportato Ditemi fino a quando dovremmo sopportare tutto questo ? Con la scusa di fare entrare altre 20 persone , finiamola se il Teatro deve essere usufruito da una novantina di spettatori.Tanto vale lasciarlo così com'é. Dimenticavo,la follia della burocrazia dei Vigili del Fuoco: se si tratta di una conferenza allora il pubblico puo' entrare ma se si tratta di uno spettacolo scattano tutte le norme di sicurezza e non danno i permessi.

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  3. Quando si deve adeguare un edificio storico alle norme vigenti, anche in materia di sicurezza, si deve cercare di valutare tutte quelle soluzioni che rendano poco invasivo l'intervento per non deturpare l'assetto storico-architettonico del manufatto.
    Quando invece si perviene alla soluzione più semplice e sbricativa si rischia un irrimediabile danno al bene monumentale; è così che a mio modo di vedere stanno operando nel nostro Comune.
    Ormai non mi stupisco più di nulla ma a titolo di esempio vorrei fare notare come l'inserimento dell'anscensore nel palazzo municipale, fortemente voluto dal sottoscritto quando era Assessore Comunale, è avvenuto seguendo il principio del minore impatto sulla struttura architettonica.
    Confido dunque nel buon senso di chi, sapendo che il suo intervento potrebbe danneggiare gravemente il nostro piccolo gioiello architettonico, valuti la soluzione meno invasiva per la fruizione del bene.
    Arch. Vincenzo Maniglia

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  4. Caro Fabrizio, il Teatro è stato già deturpato, da tutti questi "scienziati"
    mi riferisco: vigili del fuoco,sovraintendenza e tecnici,infatti loro hanno tolto il corridoio già esistente al centro,tra i sedili della platea, hanno anche messo delle plafoniere assurde e non adeguate a un teatro del 1800.


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  5. Faccio tournée da diversi anni, e ho visto alcune centinaia di teatri. In Sicilia e in Italia ci sono tanti teatri dell'800, con corridoi più stretti di quello di Racalmuto, con meno uscite di sicurezza, con file di 18 posti in platea (la più lunga a Racalmuto ne ha 14). E questo perché gli edifici storici hanno diritto a delle deroghe. In un recente viaggio in Belgio, e dunque nel cuore dell'Unione Europea, ho gioiosamente affrontato un percorso di quasi 300 gradini per salire su una torre medioevale: gradini stretti, poco illuminati... e ovviamente una torre non può avere uscite di sicurezza! Sarebbe stato pensabile sminchiare quella torre per adeguarla alle moderne norme di sicurezza? Un paio di mesi fa, sul finire della tournée, sono stato in un'altro comune commissariato: Isernia. La Commissaria era una signora colta, cortese, deliziosa, che non ostentava in alcun modo il proprio potere... Bisognerebbe eliminare dall'amministrazione pubblica tutte quelle persone che non capiscono che il loro ruolo è essere al servizio della comunità.

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  6. Mi trasferirò ad Isernia, Grazie Fabrizio. da Ignazio

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  7. 14.02.2013 articolo pubblicato da Malgradotutto “Quel che Sciascia si è perso” – Speciale teatro 2003/2013 Dieci anni dopo - a fima di Gigi Restivo.
    Così concludeva l’articolo in cui racconta l’esperienza vissuta in prima persona per la riapertura del teatro Regina Margherita: ……”una comunità che ha saputo coltivarlo e apprezzarlo, la di là del fatto che poi si possa discutere e criticare, applaudire o fischiare. Ma questa è la vita, come il teatro : alla fine c’è sempre chi applaude e fischia, ma la cosa importante è che lo spettacolo vada avanti”.
    Oggi pochissimi uomini discutono, un po’ di più criticano, molti altri applaudono e tanti fischiano. Ma alla fine ci basterebbe, come nel teatro, che un questo spettacolo abbia qualche pausa.
    Forse, oggi, l’amico Gigi il titolo del suo articolo lo avrebbe integrato: “ quel che Sciascia si è perso e quello che si è risparmiato”. Per la serie “La speranza è l’ultima a morire, ma a volte il morire è l’ultima speranza”.
    Ignazio Scimè

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  8. Intanto mi scuso per aver scritto "un altro" con l'apostrofo... La foga!

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