sabato 23 marzo 2013

Racalmuto riconquisti la sua libertà smarrita (Giovanni Salvo)

Fu in occasione della presentazione della ristampa del libro Memorie e Tradizioni di Tinebra Martorana, che si celebrò dentro un teatro distrutto, che Sciascia pronunciò il grande sillogismo sul popolo, la memoria e la libertà.
Una frase bella e di grande effetto, detta con la tipica parola stanca , di cui esiste anche un filmato.
"Quando un popolo, una collettività, grande o piccola che sia, non è disposta a perdere la Memoria; vuol dire che non è disposta a perdere la libertà"
Mi ha segnato parecchio, quella profondissima frase, tanto che appena mi si è presentata l'occasione, ho suggerito di inciderla su di una piccola lapide di travertino, ancora oggi collocata, nel palazzo di città, tra le due porte che introducono nell'aula consiliare.
Ritengo che non potrà sfuggire, in occasione della manifestazione in onore dello storico racalmutese, Tinebra Martorana, ricordare quelle parole, allo stesso modo come certamente avrebbe fatto Sciascia, solo se fosse stato presente.
Peccato però, e qui il mio rammarico è forte, che non possano essere ripetute all'interno del Teatro Regina Margherita, il quale deve a quella frase e a quella ristampa, Memorie e Tradizioni, la sua rinascita.
Un restauro lungo e travagliato che Sciascia, da quella sera, s'impegnò tanto affinché si realizzasse.
Oggi più che mai, noi racalmutesi, abbiamo estrema necessità di dare il giusto significato a quelle parole.
Mi scuso per il suggerimento e l'intrusione. Auguro comunque una buona riuscita della manifestazione, affinché Racalmuto rinasca e dunque riconquisti, attraverso la memoria, la sua libertà smarrita.


Giovanni Salvo

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