Lo
scioglimento per infiltrazione mafiosa del Comune di Racalmuto, l’annullamento
delle amministrative di maggio, l’arrivo dei nuovi commissari, la vita del
paese, le iniziative della società civile e il fallimento della politica. Sono
questi i temi della nuova puntata di RESET, il programma condotto da Carmelo
Vella su TV EUROPA in onda oggi su alle 21,00, domani alle 14,40 (dopo il Tg) e
domenica alle 21,00. Ospiti in studio Enzo Sardo,
Carmelo Borsellino, Giusy Sintino, Sergio Scimè e Lillo Alaimo Di Loro.
Tutti
esponenti di movimenti, partiti e associazioni, pronti – fino a pochi giorni fa
– a scendere in campo per le amministrative bloccate popola decisone del
Viminale di sciogliere l’Ente.
Ecco le motivazioni, sacrosante, che hanno indotto l’Assessore Regionale Caterina Chinnici, il Ministro dell’Interno ed il Governo Monti a sciogliere il Consiglio Comunale di Racalmuto.
RispondiEliminaAlcune forniture di materiali e dei lavori pubblici affidati a delle imprese munite di relative certificazioni antimafia, rilasciate dalla Prefettura di Agrigento.
I responsabili di tali legittimi affidamenti, vanno ricercati all’interno dell’Ufficio Tecnico di Racalmuto.
Ma la cosa che risalta subito è l’entità di tali affidamenti, ripeto a delle imprese, regolarmente iscritte alla camera di Commercio di Agrigento; iscrizione effettuata previo rilascio di relativa certificazione antimafia da parte della Prefettura di Agrigento, ai sensi delle vigenti leggi antimafia.
Si tratta di un nolo mezzi, nel 2007, del valore di mille e duecentottoeuro e settanta centesimi.
Di due forniture di materiali del valore complessivo di 11.142 euro in lettere undicimilacentoquarantadueuro nel 2009.
Nonché di altri circa seimilatrecento euro, sempre nel duemilanove.
Questa sarebbe l’entità dell’infiltrazione mafiosa che ha consentito lo scioglimento del Consiglio Comunale di Racalmuto, cioè meno di ventimila euro in quattro anni di affidamenti a due imprese, regolarmente iscritte alla Camera di Commercio di Agrigento, previo rilascio della regolare certificazione antimafia da parte della Prefettura di Agrigento.
Questi sono i dati ufficiali che emergono dalla relazione, lo ripeto, sacrosanta, che è stata stilata dalla Commissione Prefettizia.
Non riusciamo a capire, al di là delle scontate affinità, frequentazioni e parentele, tra burocrati, tecnici, amministratori e consiglieri comunali, buone a suffragare un intrigante teorema politico-burocratico-mafioso, quali sono gli estremi di uno scioglimento che, ribadiamo, potrebbe essere sacrosanto, solo se riferito all’imbecillità dei protagonisti, ovvero gli apparati politico-amministrativi di cui sopra.
Se solo facciamo un semplice raffronto con il perverso ed illegale giro di affari, relativo alla raccolta, al trasporto e smaltimento dei rifiuti dell’A.T.O. AG 2 di Agrigento, con affidamenti diretti ed illegali per 5 anni alle stesse imprese SAP ed ISEDA di Agrigento, del valore di oltre 250 milioni di euro, cose da me denunciate alla Procura della Repubblica di Agrigento nel gennaio del 2011, ci viene da ridere!
Eppure, affidare, da parte dell’Ufficio Tecnico, e non da parte mia, meno di ventimila euro di forniture di materiali e lavori, in quattro anni, con regolare gara a delle imprese munite di regolare certificazioni antimafia, comporta, non si sa perché, lo scioglimento per mafia del Comune di Racalmuto.
Queste sono le motivazioni ufficiali dello scioglimento del Comune di Rcalmuto per infiltrazioni mafiose.
E qui non affronto l’altra spinosa vicenda dell’ATO idrico di Agrigento, di Girgenti Acque e delle implicazioni affaristiche, all’attenzione della Guardia di Finanza di Agrigento, dell’ATO idrico, così come dell’ATO Rifiuti.
Le indagini della Guardia di Finanza sono ancora in corso e gli sviluppi possono essere assai clamorosi, in considerazione del fatto che su acqua e rifiuti sono implicati politici regionali e nazionali di altissimo livello che stanno tentando di distogliere le attenzioni dell’opinione pubblica e degli organi inquirenti e giudicanti, con la vicenda dello scioglimento del Comune di Racalmuto.
Ma la mia denuncia depositata nel gennaio del 2011, presso la Procura della Repubblica di Agrigento parla chiaro.
Su acqua e rifiuti qualche miliardo di giro d’affari illegali, ha provocato il dissesto di tutti i comuni siciliani e l’indebitamento di tutte le famiglie e le aziende, di quelle agrigentine in modo particolare.
Il tutto è stato garantito, grazie alle complicità del Governo Regionale e delle istituzioni periferiche da me denunciate.
Salvatore Petrotto
Ex sindaco di Racalmuto