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Antonio Fragapane |
L’ingresso del Circolo Unione, a Racalmuto, è caratterizzato da strette scale con soffitto basso. All’interno le stanze sono ben ordinate, alcune molto spaziose, da rappresentanza. Il bel tavolo da biliardo è usato anche come bacheca espositiva, all’interno della quale è conservata una preziosa raccolta della rivista “Illustrazione italiana” dell’editore Treves, tante foto in ricordo di incontri ed eventi lì organizzati negli anni, nonché alcune copie di libri di Leonardo Sciascia contenenti dediche ai soci del Circolo con tanto di autografo del Maestro.

In effetti abbiamo avuto l’onore di ospitare sulle pagine di “Malgrado tutto” molti grandi nomi della letteratura del secondo novecento. Con tutti loro “trait d’union” ed elemento d’attrazione fu però certamente Leonardo Sciascia, loro grande amico, a volte anche loro confidente, con il quale le affinità, non solo letterarie ma culturali in genere, furono tali da incuriosirli e invogliarli, loro così importanti e cercati da tutti, a scrivere preziosi articoli e incisivi interventi per un piccolo periodico di provincia qual era, ed è, il nostro.
Entrambi fate parte della redazione di un periodico divenuto ormai storico. Come nasce “Malgrado tutto”, il cui nome è stato definito da Gesualdo Bufalino “il migliore che si potesse dare ad un giornale”?
“Malgrado tutto” è stato fondato nel 1980 dagli allora adolescenti Gaetano Savatteri, Giancarlo Macaluso e Carmelo Arrostuto, anche se la sua registrazione come testata giornalistica risale al 1982.
Ai tre fondatori sorse subito la necessità d’avere un giornalista iscritto all’albo che potesse dirigere la rivista e fu in questa occasione che mi furono presentati dall’allora presidente della Pro Loco di Racalmuto, Baldanza. All’inizio, devo ammetterlo, accettai con poca convinzione, ma in poco tempo mi accorsi che probabilmente mi ero imbarcato in quella che senza dubbi sarebbe diventata una bellissima ed entusiasmante esperienza. Il primo numero, ciclostilato, uscì nel luglio del 1980 e il duo Savatteri-Macaluso, “i ragazzi”, già prometteva bene: mi accorsi subito che scrivevano divinamente, a leggerli quasi non si credeva che fossero due sedicenni. “I ragazzi” (che nel 2008, sulla storia dei primi venticinque anni di vita del periodico, hanno scritto un libro a quattro mani intitolato “Malgrado tutto. L’avventura di un giornale”) dicono che “Malgrado tutto” sia “figlio della noia”, ma ovviamente nell’accezione migliore, ovvero quella di pregevole effetto della passione per la parola scritta, dell’impegno culturale e civile e della curiosità. Ricordo che Sciascia, in riferimento al periodico, diceva che era l’unica rivista che non conteneva refusi, era sempre perfetta. Sul nome della testata, effettivamente Bufalino così lo definì per iscritto in “Cere perse”, anche se ne aveva già riferito prima, e oralmente, a Racalmuto, in occasione di una mostra di ritratti dell’ottocento.Con “Malgrado tutto” avete condotto anche tante campagne e inchieste…
E’ vero, negli anni ci siamo occupati di tante questioni, da quella relativa alla pessima condizione in cui versava l’Archivio del Comune (affrontata energicamente da Sciascia in un famoso articolo, significativamente intitolato “Requiem per un archivio”) fino alla “battaglia” per ottenere la riapertura dello splendido teatro del paese, il Regina Margherita, passando per le inchieste di denuncia relative alle distorsioni della giustizia in Italia, innescate dal celebre e controverso “caso Tortora”. Ma permettici di approfittare di questa occasione per ricordare l’indispensabile lavoro di tante persone a noi vicine da sempre, come il professore Salvatore Restivo, che fino a poco tempo fa coordinava i rapporti con gli abbonati emigrati e che è stato anche un eccellente lettore di bozze, i suoi figli, Gaetano e Gigi, entrambi componenti della redazione, il qui presente Salvatore Picone (è Terrana che parla, ndr), ovvero colui il quale è, a detta di Savatteri, “nostromo abile nel manovrare gli ormeggi di ogni numero in uscita”, e ultimo, ma non meno importante, il nostro unico (e storico) tipografo da sempre, Lillo Vitello, silenzioso ma anch’egli acuto lettore di bozze.
Tu Egidio, sei stato anche uno “strano nostrano”. Vuoi parlarcene?
Gaetano Savatteri tiene una rubrica mensile sulla rivista “I Love Sicilia”, intitolata appunto “Strani nostrani”, dove racconta storie, fatti, situazioni ma anche tic e peculiarità di tanti siciliani che vivono in Sicilia, tra le innumerevoli contraddizioni della nostra splendida isola. Savatteri in quel pezzo ha letteralmente “fotografato” il mio modo di essere, sono esattamente così come mi ha descritto: sia nella vita che nel lavoro, infatti, accingendomi a fare qualsiasi cosa, ho una prima fase iniziale che potrebbe sembrare caotica ma poi, iniziato il tutto, proseguo, come scrive Gaetano, “affilato come un rasoio”.
Secondo voi, quali ulteriori potenzialità potrebbe avere un periodico d’impegno civile e culturale come il vostro, inserito in un contesto complicato, e a volte spigoloso, quale è la provincia di Agrigento?
Le potenzialità sono tantissime, ma non vorremmo fare prosa fine a se stessa. In redazione abbiamo, per esempio, discusso moltissimo sull’ampliamento del numero delle pagine e le collaborazioni, di certo, non mancherebbero. Ma il tutto deve però fare i conti con una realtà complessa, nella quale appare molto difficile che possa esistere un’informazione libera, anzi l’informazione libera in quanto tale non può esistere, è un’utopia. Nel nostro proseguo professionale e giornalistico facciamo (e faremo) sempre tesoro di un insegnamento del Maestro di Regalpetra, il quale nel 1985, in occasione di un convegno sulla funzione della stampa minore nel nostro territorio, disse che “il ruolo di un periodico locale è quello di svolgere opposizione concreta”: lo disse allora Sciascia e lo abbiamo sempre pensato anche noi fino a oggi.
Ringraziandovi per la vostra gentile disponibilità, potreste anticipare ai lettori qualche progetto futuro al quale, in redazione, state lavorando?
Ci stiamo occupando della versione on-line di “Malgrado tutto”, anche se, ovviamente, la versione cartacea continuerà ancora ad esistere. Quella on-line servirà per pubblicare le notizie correnti, quelle più immediate, che perderebbero il loro valore cronachistico se pubblicate a distanza di settimane o mesi. Per quanto riguarda invece gli approfondimenti, gli inediti sciasciani e la “terza pagina”, punto di forza sarà ancora, e sempre, la versione cartacea, la cui realizzazione, ricordo, fece commuovere l’inviata de “La Repubblica” che nel novembre del 1989 venne a Racalmuto per seguire i funerali di Sciascia: da noi accompagnata in redazione, fu molto colpita dall’atmosfera che, allora, si respirava nel laboratorio per la stampa, tra odore di piombo, inchiostro e attrezzi tipografici.
Antonio Fragapane, http://www.perlacitta.it/
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