A tirare in ballo l’ex amministratore comunale erano state le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati. Adesso sarà il Gip Petrucci a decidere se archiviare o meno il procedimento nei confronti dell’ex sindaco. A confermare la notizia uno dei difensori di Petrotto, l'Avvocato Ignazio Valenza.
(Salvatore Picone/Malgrado tutto)
auguri sinceri a toto petrotto.....
RispondiEliminaUmanamente sono contento per Petrotto.
RispondiEliminaLeggendo la motivazione del provvedimento, ce da continuare ad essere fortemente preoccupati.
"Il Sindaco Petrotto (e quindi i consigli comunali succedutisi e gli assessori) hanno favorito o comunque non impedito l'infiltrazione della mafia al comune.
Non evincendosi tuttavia situazioni penalmente rilevanti, se ne chiede l'archiviazione". (per un fatto tecnico giuridico)
Resta tutto il dato di un atteggiamento politico eticamente più che discutibile.
Così come resta tutto il peso delle dichiarazioni di Di Gati su diversi episodi e personaggei della politica locale.
Voglio sperare che il paese non pensi di archiviare questa vicenda come se niente fosse successo.
Racalmuto ha bosogno di voltare pagina rispetto a questi 20 anni di malapolitica che ha operato in una grande area grigia.
Si può concludere dicendo che la politica nel suo complesso non può essere assolta in nessun modo.
Questa ormai è storia, sancita dalla stassa richiesta di archiviazione che riguarda Petrotto.
E adesso, tutti i teoremi costruiti si Totò?!? E tutti coloro che hanno gettato fango, che fine faranno?
RispondiEliminaL'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso,
RispondiEliminaquel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose,
però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto.
E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di
carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi,
ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso.
Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri,
cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni,
i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe
vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il
politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati
tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai
stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente
che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla,
però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici
a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro
interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti,
anche se non costituenti reati
Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989
Ma in un paese in cui sono considerati onesti persino coloro i quali hanno ricevuto condanne, come si fa a ritenere disonesta una persona che non viene condannata?? Stando alle testimonianze del Di Gati a Racalmuto circa 1000 persone sono state o sono vicine a Cosa Nostra (loro assicuravano i voti di 200-300 famiglie).
RispondiEliminaMi chiedo, visto che la giustizia non lo ha fatto, lo vogliamo lapidare noi Totò Petrotto? ed in tal caso chi scaglierà la prima pietra?
Mi chiedo sempre, come si fa a ricominciare in questo paese se mettiamo in dubbio (dubbio sacrosanto caro art. 21!!) quello che decidono le istituzioni???