lunedì 25 ottobre 2010

“ECCE” RACALMUTO: Urge certezza, seppur consapevoli del “Vangelo” secondo Sciascia…di Giovanni Salvo

Le parole di Don Diego Martorana che hanno rotto il silenzio sono le uniche che continuano a rimbombare nella Racalmuto appellata imprudentemente della ragione.
Una locandina dallo sfondo verde speranza, con la quale l’Arciprete ha tuonato contro l’uso di stupefacenti e la ricerca spasmodica dello sballo.
Dite, cercate, non cedete; con tali imperativi la chiesa racalmutese si è rivolta severamente ai giovani affinchè la loro vita si riempia di ben altre cose.
“Siete tutti a rischio, non dite di essere i migliori, cercate di dire tutto ciò che è vero”.
Questa l’unica voce autorevole ed incisiva che ha gridato ad un paese sfigurato, il quale forse sarà presto costretto a ricorrere ad una ricostruzione maxillo facciale.
Dunque “Ecce” Regalpetra aggiungiamo noi.
Proprio come nella passione di Cristo ecco la faccia malconcia, emaciata, sfigurata di una cittadina flagellata.
Ecco Racalmuto; come dire vi mostriamo il volto di un paese martoriato; basta! ciò non vi soddisfa?
Probabilmente anche questa volta nessuno riuscirà a frenare la persecuzione nei confronti di un'intera collettività, innocente rispetto ai fatti di cui hanno ampiamente parlato le maggiori testate giornalistiche.
Potremmo rimanere zitti e godere delle “disgrazie” altrui, come si è soliti dire dalle nostre parti, mangiarci su un bel piatto di pasta, magari sussurrando: "Silenzio! parla Agnesi!".
Proprio come nello spot, andato in onda nei caroselli degli anni ottanta, dove su di una tavola di commensali intenti a chiacchierare allegramente calava il silenzio più totale all’arrivo di un bel piatto di spaghetti.
Ci si potrebbe dunque unire al mutismo di una classe politica che tace o bisbiglia improbabili mozioni di sfiducia prive di consensi, incapace di incidere e decidere su problemi che riguardano l’ordine pubblico nella cittadina che, spesso solo per un suprfluo vezzo si suole dire, diede i natali allo scrittore Leonardo Sciascia.
Proviamo a rompere quindi il silenzio in quanto sarebbe comodo ed oltremodo codardo tacere per chi, da “testimone scomodo”, ha sempre espresso liberamente la propria opinione.
La fiducia mal riposta, come gli spaghetti , gli scandali, i soprusi e gli abusi in politica come altrove, si combattono esclusivamente infilzandoli con i rebbi della forchetta, non si tagliano con il coltello, nè si usa il cucchiaio per agevolarsi.
Tirarsi indietro, non ruotando i denti della posata solo per vigliaccheria o altro, varrebbe come sentenziare oltremodo, giudicando temibili tutti i protagonisti che chiamiamo in causa.
Riguardo ai noti fatti contestati dalla magistratura non desideriamo aggiungere nulla, nessuna considerazione, alcuna speculazione.
Una cosa però va detta.
Esprimere liberamente il nostro giudizio, anche per quella parte dell’inchiesta che ci potrebbe interessare meno, non deve significare per forza uno schieramento di parte.
Volendo essere più chiari e salomonici, per quanto concerne il filone della prevaricazione, che riguarderebbe eventuali ricatti , criticare politicamente le accuse non deve rendere vittima nessuno.
Ci riferiamo alla gestione privata delle acque verso la quale abbiamo il dovere di continuare, essendo l’acqua un bene pubblico, ad esprimere il nostro dissenso con una giusta critica attenzione.
Stringendo; il sindaco di Racalmuto non deve essere per nostra responsabilità, seppur anche solo nell’immaginario collettivo, il “pretoriano carnefice” dell’amministratore delegato di Girgeni acque, Giuffrida, come anche al contrario.
Riteniamo tale incombenza esclusivo compito della magistratura.
Andiamo a noi: "Racalmutesi, dunque, la parola alla pasta!".
Servono dunque risposte certe della politica locale e provinciale, seppur nella consapevolezza del Vangelo sciasciano : “ Non penso che la politica sia poi granché, la considero più che altro un'attività mediocre riservata ai mediocri. Ritengo che non si arriverà mai a niente di perfetto, di giusto e di affatto libero, in materia di organizzazione politica e sociale, ma che occorra vivere e lottare come se si fosse convinti di arrivarci.”
Consci di ciò, la nostra considerazione va rivolta a coloro i quali oggi stanno a fischiettare con le mani in tasca , in attesa che passi la tempesta.
Sono quei consiglieri comunali , vicini alle posizioni degli Onorevoli Di Mauro e Fontana che insieme a quelli del P.D. di Capodicasa non riterrebbero sufficienti le motivazioni per sfiduciare il primo cittadino di Racalmuto.
Le male lingue attribuirebbero tale rigida posizione, in difesa del Sindaco, all’arrivo delle compensazioni ANAS che il comune di Racalmuto dovrebbe ricevere come risarcimento per il passaggio dell’autostrada Agrigento Caltanissetta, somme che ammonteranno a circa 1.900.000 euro.
Denaro che secondo quanto sostenuto da alcuni malpensanti cittadini farebbe gola a quanti oggi fanno solo finta di sostenere l’amministrazione nella speranza di spartirsi, dietro il ricatto della sfiducia, incarichi a professionisti e affidamenti vari.
Noi che non crediamo tanto alle fantasie altrui, ci limitiamo solo a fare un nodo al nostro fazzoletto promettendo di ritornare eventualmente sull’argomento.
La discussione della sfiducia a Petrotto, più volte rinviata, è prevista per lunedì 25 ottobre ore 20,00 in un’aula consiliare, dove non mancherà di certo il nervosismo, divisa nettamente fra dieci consiglieri che si dicono pronti a mandare a casa il Sindaco anticipatamente e dieci contrari.
Gli antitetici, avversari ostili alla sfiducia sono quei consiglieri che ci hanno letteralmente abbandonato.
Sono coloro i quali sono scesi in strada, dopo i fatti, fischiettando "everybody need somebody", tu ce la puoi fare da solo, nascondendosi dietro un paio di occhialoni scuri, rimanendo inermi dinanzi a notizie che hanno ulteriormente infangato l’immagine di un paese, allor quando le maggiori testate giornalistiche hanno titolato, sarà vero o falso: "droga, tangenti e politica nel paese di Leonardo Sciascia" .
Racalmuto oggi è un paese sempre più alla ribalta solo perchè qualche temerario ha pensato di concedersi qualche libertà altrimenti inimmaginabile o anche per colpa di una classe politica con i voti ma insensibile?
Una città allo sbando dove vivono i nostri figli, in cui l'automobilista, come nei migliori film del cinema muto, passa (ir)regolarmente inosservato guidando bruciando il rosso, parlando tranquillamente al cellulare, ignorando la carrozzina sul marciapiede in attesa di attraversare.
Un paese senza regole dove anche il politico arrivato a suo tempo in bicicletta, pedalando pedalando, ha voluto esagerare abbandonando il manubrio, infilandosi persino le mani nelle tasche del giubbotto, fischiettando felice.
Forse l' imprudente impudente si fermerà, non dinanzi ad una classe politica scrupolosa ed efficiente, ma solo dinanzi ad un Agente zelante?
Questo ci rattrista molto.
Il nostro pensiero va dunque a quei consiglieri comunali, poco intraprendenti per certi aspetti invece che per altri, "simpatiche canaglie" del dorato mondo delle comiche, incapaci di darci risposte e ai loro occhiali scuri.
Politicanti che non sembrano disposti ad assumersi la responsabilità riguardo alle note “zingarate”, che sono per certi versi ancor più abbaglianti e sorprendenti dei cruenti fatti di mafia degli ultimi anni che hanno contribuito a rendere il paese uno straccio.
Amministratori comunali, bizzarre e simpatiche creature, che con la loro indifferenza sono da considerare assoluti complici di malcostumi documentati.
Sono coloro ai quali abbiamo riposto piena fiducia delegando anche la nostra tutela e loro invece?
Per esempio crediamo che oggi serva poco sapere se il futuro segretario del Partito Democratico in provincia di Agrigento sarà vicino alle posizioni di Arnone o Capodicasa, bensì necessita conoscere come si pone il Partito Democratico rispetto agli scandali che riguardano le amministrazioni di cui fa parte, vedi il caso Racalmuto.
Necessita conoscere quanti sono coloro i quali in questa cittadina hanno ancora saggezza, ponderatezza, criterio, discernimento, giudizio e principalmente onestà.
Non si può continuare a chiudere la porta in faccia agli errori, poiché anche la verità rischia di rimanere fuori.
Serve principalmente che i partiti ammettano veramente i propri errori con atti concreti, prima che qualcuno li esageri.

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