martedì 17 agosto 2010

L'Italia è veramente un paese stupefacente (comitato Fra' Diego La Matina)

L'Italia è veramente un paese stupefacente.
E' forse l'unico paese al Mondo (tra quelli occidentali sicuro) in cui affari, malaffari, politica, malapolitica e mafia convergono in un unico punto di fuga.
Tra la classe dirigente vi sono uomuni che riescono ad incarnare, contemporaneamente, tutte queste "virtù".
E spesso tutto si consuma alla luce del sole; si ricordi la vicenda del ministro Scagliola, e della casa con vista Colosseo.
E' assolutamente sconcertante e foriera di ogni male possibile la vicenda dei due rami del parlamento composti non da persone elette dal popolo ma da nominati dal padrone.

Ciò consente risvolti veramente stupefacenti; su tutte le vicende dei Senatori Dellutri e Cuffaro condannati per mafia in secondo grado di giudizio, che tuttavia continuano a sedere in Senato.
Il giudizio complessivo sulla politica senza distinzione di colori di appartenenza non può che essere fortemente negativo.
Ma è chi governa a dare gli esempi più dissacranti per la democrazia.
Non è accettabile che un paese democratico possa, per decenni, essere governato da una persona coinvolta in vicende di mafia, di corruzione, di frode fiscale, di malaffare in generale, di palesi conflitti di interesse.
Non è altresì accettabile che quest'ultimo utilizzi la prescrizione dei procedimenti, e l'immunità istituzionale per evitare le, altrimenti sicure condanne.
Vi suggerisco, per farsi un'dea dell'uomo, di rivisitare la vicenda della "rapina" della villa di Arcore consumata ai danni di una minorenne che subisce la tutela patrimoniale di un tale Previti poi ricopensato con la carica di Ministro.
La villa valutata più di 10 miliardi delle vecchie lire viene pagata solo 500 milioni; ma non di soldi liguidi, ma titoli delle società del Cavaliere non quotate in borsa.
Quando la sventurata cerca di rivendere i titoli si accorgere che possiede solo carta straccia.
I titoli vengono ricomprati dallo stesso cavaliere per 250 milioli di lire.
Nella villa viene assunto come bibliotecario un tal Dellutri e come stalliere un certo Mangano, uomini affiliati organicamente e cosa nostra.
Dellutri, vero ispiratore della discesa in campo in politica del Cavaliere, viene nominato per l'ennesima volta parlamentare.
Mangano non fa in tempo, arrestato, muore da eroe omertoso.
Tutto questo e molto, molto altro ancora non è uno spettacolo edificante.
Chiunque, in Italia, detenga anche un piccolo potere istituzionale (dalle regioni, ai piccoli comuni o al Tre Sorgenti di turno) si sente leggittimato ad esercitare in modo illegale e vessatorio il proprio effimero potere.
Tutto questo è veramente "stupefacente".

Nessun commento:

Posta un commento