giovedì 4 febbraio 2010

Il pasticcio delle "TRE SORGENTI " ... Salvatore Sardo (Consigliere Comunale di Racalmuto del PD)



Leggo sul Blog del sindaco Petrotto che il presidente del “TRE SORGENTI” ha convocato per il prossimo 3 Febbraio la riunione dell’Assemblea Consortile che dovrà occuparsi del sollecito fatto dall’Ato Idrico per la consegna degli impianti a Girgenti Acque, gestore del Servizio Idrico Integrato.
Ora, la questione ci riguarda da vicino sia come cittadini utenti del servizio idrico che come Comune facente parte del Consorzio Acquedottistico “TRE SORGENTI”.
Per capire di che cosa stiamo parlando è necessario fare un breve excursus.
Il Servizio Idrico Integrato è stato previsto dalla L. n.36/94, la cosiddetta legge Galli, la quale all’articolo 8 prevede:

Capo II - Servizio idrico integrato
8. Organizzazione territoriale del servizio idrico integrato
1. I servizi idrici sono riorganizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati secondo i
seguenti criteri:
a) rispetto dell'unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui, tenuto
conto delle previsioni e dei vincoli contenuti nei piani regionali di risanamento delle acque di cui
alla legge 10 maggio 1976, n. 319, e successive modificazioni, e nel piano regolatore generale
degli acquedotti, nonché della localizzazione delle risorse e dei loro vincoli di destinazione, anche
derivanti da consuetudine, in favore dei centri abitati interessati;
b) superamento della frammentazione delle gestioni;
c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici,
demografici, tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative.

Dalla lettura della legge si evince chiaramente che la costituzione degli Ato Idrici presupponeva il “rispetto dell’unità dei bacini idrografici” e non gli interessi e le convenienze politico-clientelari.
Seguendo la logica politico-clientelare, in Sicilia, il governo Cuffaro, ha costituito 9 Ato idrici, uno per ogni provincia, indipendentemente dal rispetto dei bacini idrografici. Ne sono nati dei carrozzoni affaristico – clientelari che invece di migliorare il servizio idrico, nell’interesse dei cittadini, sono serviti a favorire affari privati e ad innalzare le bollette dell’acqua!
L’Ato Idrico di Agrigento non è altro che un Consorzio formato in modo obbligatorio da tutti i comuni della provincia di Agrigento. La legge prevede che la gestione del servizio possa essere fatta direttamente, in house, o tramite un soggetto gestore esterno: l’Ato idrico di Agrigento ha scelto, con i voti determinanti dell’allora presidente della provincia Vincenzo Fontana e del sindaco di Favara, Lorenzo Airò, che detenevano le quote di maggioranza del consorzio, la gestione esterna del servizio idrico integrato cioè l’appalto.
L’appalto del servizio, della durata trentennale, è stato vinto da Girgenti Acque, una spa di cui fanno parte diversi soggetti privati, il consorzio del Voltano e il comune di Catania. Ci nono state proteste, manifestazioni di piazza, ricorsi giurisdizionali davanti al TAR e al CGA, ma allo stato attuale il gestore resta in sella: abbiamo assistito alla privatizzazione di un bene sociale essenziale. L’acqua non può essere una merce e la fornitura del servizio non può prevedere l’utile di impresa come in atto avviene, ma la tariffa deve coprire soltanto il costo effettivo del servizio. Ecco perché l’acqua deve rimanere in mano pubblica. Come se non bastasse, il gestore privato non solo non ha fatto gli investimenti per ammodernare gli acquedotti e le reti idriche, come previsto nel contratto, ma non riesce neanche ad assicurare la normale manutenzione della rete e non ha aperto un ufficio nel nostro comune cui rivolgersi per i reclami o per stipulare contratti di fornitura che sono diventati particolarmente salati.
La madre di tutte le battaglie deve essere, quindi, quella di riportare sotto la gestione pubblica il servizio idrico.
La resistenza del presidente del “TRE SORGENTI” alla consegna degli impianti, alla Girgenti Acque, è solo una battaglia di retroguardia che non ha nessuna prospettiva, considerato anche che i comuni Canicattì, di Ravanusa, di Campobello di Licata e Grotte, da due anni non partecipano alle riunioni dell’assemblea consortile e spingono per lo scioglimento del Consorzio.
Il presidente dà tutta l’impressione di volere stare aggrappato al “calderone”, di non volere mollare l’osso, piuttosto che quella di condurre una battaglia nell’interesse dei comuni consorziati.
Non convince neppure la tesi secondo cui Girgenti Acqua non avendo la concessione non può emungere l’acqua, in quanto titolare della concessione è l’Ato Idrico di Agrigento di cui i comuni del TRE SORGENTI fanno obbligatoriamente parte per legge e non Girgenti Acque che è solo il gestore del servizio.
D’altra parte che senso ha tenere in piedi due presidenti e due consigli di amministrazione, rispettivamente dell’Ato idrico e del TRE SORGENTI con le stese funzioni?
Il Consorzio del TRE SORGENTI può avere una prospettiva solo se la sua struttura viene riconvertita in uno strumento tecnico – operativo nell’ambito dell’Ato e in un quadro di totale riassetto del servizio idrico –integrato.
Mi sorprende l’incoerenza del sindaco Petrotto che prontamente ha consegnato a Giuffrida gli impianti del comune di Racalmuto, senza la minima resistenza, mentre ha sposato la causa della resistenza ad oltranza del presidente del TRE SORGENTI !
Non sono fautore della gestione privata dell’acqua, ne tanto meno l’amministratore delegato di Girgenti Acqua, Giuffrida, mi è simpatico; tuttavia le battaglie che hanno una ricaduta civile e sociale debbono essere fatte indicando con chiarezza la posta in gioco e non buttando fumo negli occhi degli allocchi.

Salvatore Sardo
Consigliere Comunale del PD

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