"Il servizio giornalistico sulla vecchia miniera di Racalmuto che ho realizzato alcuni mesi fa e che avete condiviso sul vostro blog, non è stato commissionato da Legambiente. E' stata una mia idea, nata dopo aver sentito parlare del sito abbandonato. Ho contattato Mimmo Fontana e ho parlato con il Capitano Polio per capire meglio quale fosse il problema. Successivamente ho realizzato il servizio per TRC (Tele Radio Canicattì), la tv per cui lavoro. Nel maggio scorso ho scritto anche un articolo sull'argomento per il quotidiano "La Sicilia", testata con cui collaboro".
Regalpetra Libera ... ringrazia Cecilia Gaetani per il servizio giornalistico e pubblica di seguito l'articolo pubblicato nel quotidiano "La Sicilia" e il video pubblicato su yuotube.
Si torna a parlare della vecchia miniera di Racalmuto, ed in particolare delle voci che circolano in città su quanto sarebbe stato seppellito nell’impianto. Secondo i residenti del piccolo comune agrigentino, infatti, la miniera abbandonata custodirebbe pericolosi rifiuti tossici che potrebbero contenere addirittura tracce di radioattività.
Una miniera che, in realtà, abbandonata non è, poiché il suo accesso viene controllato da un custode che impedisce l’ingresso a chiunque voglia curiosare. La miniera, dunque, per la sua ubicazione favorevole e per la profondità (che sfiora i 700 metri, ndr) dei tunnel scavati nel sottosuolo, potrebbe essere il luogo ideale in cui stoccare in sicurezza rifiuti altamente inquinanti.
Tra questi, anche le cosiddette ceneri volanti, ossia tutto ciò che rimane nei filtri delle fabbriche dopo la depurazione dei fumi degli inceneritori. Quelle ceneri contengono, ad alta concentrazione, metalli pesanti, diossine, ed idrocarburi. E sono proprio le miniere abbandonate di salgemma le preferite per il deposito di queste ceneri, almeno secondo quanto dichiarato dai vertici dell’associazione “Italia Nostra”, che avrebbe condotto delle indagini specifiche nelle miniere abbandonate presenti in Germania.
A Racalmuto, però, forse esagerando, si parla anche dell’interramento di scorie radioattive. Ovviamente lo smaltimento dei rifiuti tossici alimenta un business illegale che vale milioni di euro e che potrebbe essere un affare interessante anche per la mafia. Una vicenda, quella della miniera di Racalmuto, che se verificata sarebbe gravissima per la salute dei cittadini e che ha visto un grande interessamento da parte di Legambiente.
“Continueremo a chiedere di effettuare dei controlli – dice il presidente regionale dell’associazione, Mimmo Fontana – perché finora nulla di concreto è stato fatto”. Nel frattempo le voci che circolano in paese cominciano a diventare davvero insistenti, tanto da interessare del caso i Carabinieri della Compagnia di Canicattì che, attraverso il Nucleo Operativo Ecologico, condurranno specifiche indagini. Intanto esiste un progetto per bonificare la miniera, redatto dall’Agenzia Regionale Rifiuti ed Acque e finanziato dalla Regione con fondi comunitari.
Il progetto, però, dal 2007 giace in un cassetto.
Cecilia Gaetani
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