Lillo Bongiorno prende
a pretesto la ricorrenza del trentesimo anniversario dell’articolo di Leonardo
Sciascia sui "Professionisti dell’antimafia” pubblicato sul Corriere della Sera, per accusare di
inerzia la Fondazione Sciascia.
Siamo felici di
smentirlo: siamo al lavoro per organizzare un importante evento proprio su
questo tema e l’articolo di Felice Cavallaro e il confronto sui quotidiani
nazionali che si è aperto servono proprio a preparare il terreno, creando la
giusta e doverosa attenzione su una grande questione del nostro Paese.
E’ vero, non ci sono
più le risorse di una volta, quando Comune e Regione finanziavano la Fondazione
Sciascia, consentendole di diventare un’istituzione culturale di primaria
importanza, grazie soprattutto all’inestimabile patrimonio donato dal grande
scrittore racalmutese.
La Fondazione, da quasi
dieci anni, vive solo grazie al contributo regionale, che si è progressivamente
ridotto, fino ad arrivare alla cifra riconosciuta per l’anno 2016 di 47 mila
euro, che servono a pagare gli stipendi dell’unico dipendente a tempo pieno e
della collaborazione part time della bibliotecaria e le spese di ordinario
funzionamento.
Prima che arrivassimo
noi, l’ultima iniziativa di rilievo era datata 2012.
Noi abbiamo invertito
la tendenza, con i pochi soldi a disposizione abbiamo organizzato iniziative
importanti che hanno visto la presenza tra gli altri del Presidente del Senato
Pietro Grasso, del saggista e traduttore francese J. Noel Schifano, al quale
abbiamo concesso la "cittadinanza onoraria", ringraziandolo per la
donazione del manoscritto de “L’affaire
Moro”, del regista Moni Ovadia, per
citare i più importanti.
Per la prima volta la
Fondazione ha promosso un’iniziativa di popolo, ideando il Festival della Lettura,
in occasione del sessantesimo anniversario delle “Parrocchie di Regalpetra”. Lo scorso mese di maggio l’Italia intera
ha parlato di noi, della Fondazione Sciascia, di Racalmuto e del suo popolo
che, rileggendo il libro delle Parrocchie,
simbolicamente, ha celebrato un nuovo coinvolgimento dei cittadini alle
attività della Fondazione.
Per la prima volta
abbiamo coinvolto uno sponsor, l’Italkali, che l’anno scorso, generosamente, ci
ha concesso un contributo di 10.000,00 euro proprio per quelle attività
culturali e per altre che abbiamo fatto nel corso dell’anno: la mostra del
carteggio Sciascia-Laterza, poi confluita nel libro “L’invenzione di Regalpetra” edito da Laterza, che dà merito al
Comune e alla Fondazione per l’organizzazione dell’evento sulle Parrocchie; il dibattito sulle feste
religiose in Sicilia, lo scorso mese di luglio, con Vittorio Sgarbi, il Vescovo
Pennisi, Nino Buttitta e Felice Cavallaro; la presentazione del volume “Fine del carabiniere a cavallo” con la
cerimonia della “cittadinanza onoraria” di Racalmuto al professor J. Noel
Schifano, e le due “Giornate Sciasciane”,
lo scorso novembre, con la presenza di oltre quattrocento studenti siciliani.
Il tutto con poche
risorse economiche, anche da parte del Comune, che fa quel che può in tempi di
riequilibrio finanziario e di tagli periodici da parte di Stato e Regione. Era
facile amministrare e guidare un Ente culturale importante come la Fondazione
quando le casse erano strapiene, quando si poteva organizzare un convegno sapendo
di avere tanti soldi a disposizione.
E tuttavia anche allora
c’era chi criticava, chi parlava di “immobilità”. Era immobile prima, quando
c’erano i soldi e si faceva un convegno l’anno, o è immobile ora, che con pochi
soldi si è riusciti, da due anni a questa parte, a riprendere le attività
culturali, ad idearne altre e a definire il censimento del lascito promesso da
Leonardo Sciascia, ovvero delle lettere da lui ricevute “in circa mezzo secolo
di attività letteraria”. Si, abbiamo l’elenco completo. Sappiamo quante lettere
ci sono, chi le ha scritte. E cosa raccontano queste lettere? Intanto ci dicono
che sono più di quattromila gli autori e oltre dodicimila le carte appartenenti
al mondo culturale, politico, editoriale, artistico e sociale dell’Europa
intera del secolo scorso. Un patrimonio immenso che a breve, dopo che il
Consiglio di Amministrazione deciderà le modalità, presenteremo ufficialmente.
Peccato che Lillo
Bongiorno, sempre così attento, non se ne sia accorto.
In quanto al contributo
perso per l’anno 2015, ci siamo assunti pubblicamente le nostre responsabilità,
cercando di comprendere le ragioni di quello che era accaduto. Anche perché,
lasciatemelo dire, non ricordo sindaci o ex assessori alla Cultura dietro una
scrivania a seguire bandi per la Fondazione, a leggere Gazzette e a
confezionare progetti e presentarli. Era un meccanismo virtuoso, seguito
personalmente dal Dott. Aldo Scimè, guida essenziale della Fondazione per tanti
anni.
Venuto meno, per
ragioni di salute, l’impegno costante del Dott. Scimè, la Fondazione – che non
ha mai avuto una struttura organizzativa stabile che si occupasse della
gestione - ha subìto questa grave dimenticanza, in un contesto di confusione
generale alla Regione, di Assessori e dirigenti di Dipartimenti che cambiano
ogni tre mesi.
Abbiamo rifatto il
prospetto dell’ex Centrale dell’Enel, che era ammalorato da anni, bandito i
lavori per il rifacimento della strada e dei marciapiedi che costeggiano la
residenza della Fondazione, risanato il costone sottostante.
La Fondazione segue e
partecipa attivamente, accanto ad altri Comuni e al Distretto turistico Valle
dei templi, al progetto “La Strada degli Scrittori”.
Abbiamo già incontrato
dirigenti regionali e nazionali di Conad i quali sono pronti a finanziare un
nostro progetto culturale, onorati di poter legare il loro brand alla nostra
Fondazione.
La Fondazione Sciascia,
cari lettori di Regalpetra Libera, l’abbiamo trovata abbandonata e ci siamo
messi al lavoro per restituirle il ruolo centrale nel mondo culturale che le
compete.
Il percorso di
rinnovamento gestionale e di programmazione va perseguito. La Fondazione
Sciascia non è più la stessa di trent’anni fa, quando è stata concepita. Il
mondo è cambiato. Viviamo altri tempi e dobbiamo spingere questa nave di
cultura verso nuovi lidi, aperti all’Europa e al mondo.
Per fare questo è
importante che chi vive in questo paese e ha idee, relazioni, passione e
volontà, cooperi e collabori, senza utilizzare il nome di quest’importante
centro culturale per strumentalizzazioni che non portano a niente. In due anni
e mezzo di guida dell’assessorato alla Cultura, sono stato sempre aperto e
disponibile a qualsiasi confronto. E’ un assessorato difficile da gestire, soprattutto
in tempo di casse vuote e pre dissesto, che contempla la grande responsabilità
di dialogo con un Ente Culturale di calibro internazionale, che impegna e
coinvolge un mondo di idee, relazioni, progetti. Da soli, naturalmente, non si
va da nessuna parte. Ed per questo che rinnovo l’invito non solo a Bongiorno, ma
ai consiglieri comunali, agli intellettuali, agli artisti, alle associazioni e
ai giovani, a tutti: Sciascia e i beni culturali del nostro paese devono unire
e non dividere, almeno questo dovremmo provare a farlo, rispetto al passato.
Salvatore
Picone
Assessore alla Cultura del Comune di Racalmuto
Consigliere Fondazione L. Sciascia
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