lunedì 18 giugno 2012

La Festa del Monte si farà, altrimenti ci arrabbiamo (Sergio Scimè)


Tutto si può dire e contraddire a Racalmuto:
 ma quando si tratta della Festa di lu Munti 
nessuna discussione fuori riga è consentita. 

Era il 18 giugno 2009, tre anni fa precisi, quando dalle colonne del blog scrivevo l'importanza della Festa del Monte per i Racalmutesi link 2009. In questi tre anni abbiamo raccontato con successo la festa nella rete di internet: foto, video, testi. Trovi tutto.
Ma in questi giorni tra i racalmutesi c'è un lento mormorio: qualcuno ha detto che la festa forse non si farà.
Questo qualcuno non sappiamo se dice la verità oppure ha inventato tutto, cercando di  screditare il lavoro dei commissari che amministrano il paese da dopo lo scioglimento.
Forse i commissari vogliono capire un po' come si svolge questa nostra festa religiosa; vogliono capire come viene gestito il contributo che il Comune concede al comitato; sono funzionari dello Stato molto precisi e tutto deve essere fatto nei "limiti" della legge. Ma per chi ha dubbi, lo rassicuriamo: siamo certi che la festa si fa, non può essere altrimenti.
Il comitato dei festeggiamenti da una settimana gira il paese per raccogliere le offerte della gente. Non si sa con certezza quale sarà il contributo che il Comune darà al comitato; un racalmutese mi ha detto che i commissari hanno previsto 12.000 euro; inoltre si sta pensando ad un carrello omologato per il trasporto "di lu ciliu di li burgisi", per evitare quello che è successo per il carnevale.
Siamo molto fiduciosi che tutto andrà bene.
Sergio Scimè, blogger Regalpetra libera

17 commenti:

  1. Genitrice incazzatalunedì, 18 giugno, 2012

    Sergio, mi sembra giusto che i commissari pretendano il rispetto della legge, in questo paese la legge non è mai esistita. Ognuno ha fatto di testa propria, anche quelle apparentemente oneste. Ma i signori commissari devono andare oltre alla Festa del Monte in questo caso c'è poco di illegale, bisogna scavare in alcuni ambienti lavorativi pubblici non ancora esplorati.

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  2. se la prendono con la festa e con i commercianti, non vedono il paese sporco e dipendenti che continuano a passeggiare; non è cambiato niente.

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  3. FESTA DELLE ARANCE A IVREA.....MA LE ARANCE SONO OMOLOGATE A NON FAR MALE?...ESSENDO CHE SI PARLA DI UNA FESTA SECOLARE,NOI RACALMUTESI NON POSSIAMO FARNE A MENO DI LU CILIU.....CHE COME UNA DROGA......UNIAMOCI PER NON FAR MORIRE LA FESTA......E PI L'ANTINNA DELLA FESTA DEL CARMELO NON METTEREMO SAPONE COSI' SARA' OMOLOGATO O FORSE

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  4. fin quando non succede nulla tutto ok, ma quando nascono gli incidenti tutti pronti a puntare il dito. Non è bello vedere i cavalli che sfilano accanto i bambini o tra i passeggini. Cerchiamo di essere seri.

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    1. sono d'accordo, è arrivato il momento di regolamentare meglio anche la Festa del Monte

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    2. cari signori,
      volevo solo puntualizzare che i problemi non sono i cavalli ma ignoranza della gente. perche se si hanno bambini piccoli all'interno di passegini non possiamo metterli dietro i cavalli sono sempre animali,
      e poi se ci sono le transenne nella scala non vuol dire metteri davanti per vedere meglio.

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  5. IL 20 LUGLIO RIAPRE IL TEATRO?

    http://www.malgradotuttoweb.it/racalmuto/21-notizie-di-racalmuto/301-il-20-luglio-riapre-il-teatro-di-sciascia.html

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  6. w la madonna di lu muntilunedì, 18 giugno, 2012

    e da tanti anni che sfilano cavalli mai successo niente, lunica volta un grottese e stato preso con un calcio ma e stato lui a stuzzicarlo e poi "circa' scuru e fudda" pi essiri risarcitu, sfido chiunque essere umano che dopo un ceffone o pugno non reagire e un istinto animale, quindi nessun incidente serio

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    1. non solono i cavalli il problema ma l'ignoranza della gente

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  7. scendo dal nord italia per la festa del monte....non scherziamo che non si faccia eh!

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  8. Personalmente non ho mai nutrito particolare amore per questa festa (come per altre), ma ho sempre avuto profonda attenzione per tutto ciò che costituisce e fonda la cultura collettiva di una comunità; e le tradizioni, specie se secolari, sono la memoria lunga di un gruppo sociale. "Le tradizioni, come i miti, sono l'anima sognante di un popolo", scrisse qualcuno. Bisognerebbe spiegare queste (e tante altre) cose ai tre commissari straordinari. Invisibili e altezzosi, hanno retrocesso in "serie B" un'intera comunità, hanno trasformato il saluto in mugugno infastidito, hanno assunto le funzioni di un triunvirato dai poteri pieni, colgono delle norme solo gli aspetti formali mortificando le esigenze reali della gente, non concedono udienza a nessun cittadino che non sia di "serie A" (qualifica che, a quanto sembra, spetta di diritto a chi, per esempio, è diventato giornalista-scrittore "esperto" di fatti locali, pur non vivendo più immerso in quegli stessi fatti: osservarli da lontano e pontificare in bello stile conferisce tono e prestigio). Racalmuto, da sempre, è un paese irraccontabile. E questo è il suo limite; ma anche la sua unicità. Racalmuto ha solo bisogno di buon governo. Non di tre sceriffi.
    LILLO FARRAUTO.

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  9. Beh se fosse per me potrebbero anche abolire sta festa religiosa,sono almeno dieci anni che non mi stresso più seguendo i soliti cerimoniali.Tralaltro credo sia notevolmente peggiorata no?io preferirei si facesse piuttosto una bella "estate racalmutese"come si faceva una quindicina di anni fa con cinema all'aperto e gruppi e cantanti anche famosi,ma erano altri tempi e la cittadina era viva.

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  10. Adesso Racalmuto ha bisogno di "TRE SCERIFFI" so che la cosa è molto indigesta a tanti Racalmutesi, poi per quanto riguarda la festa, ci si può sempre limitare ad una festa semplicemente religiosa, lasciando da parte tutto quello che c'è di profano in questa festa.
    Suppongo che non ci sia bisogno di tanti soldi, magari con una bella prummisione fatta dai vecchi politici (con la speranza di non vederli mai più) o tutti gli uomini che hanno avuto a che fare con il governo di questa terra. Saranno indigesti i tre sceriffi, ma questa terra ha bisogno di regole, oppure se vi va, potete tornare a vivere nell'illegalità, come siete stati abituati a vivere da sempre!!!
    Applicare le leggi, regole chiare per tutti, e se per quest'anno vengono a mancare i soldi per la festa, pazienza, un buon cristiano suppongo che possa capire questo momento di difficoltà che attraversa il paese, un buon cristiano si, un cattolico NO !!!

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  11. Caro Sergio, questo populismo non porta da nessuna parte "Tutto si può dire e contraddire a Racalmuto:
    ma quando si tratta della Festa di lu Munti
    nessuna discussione fuori riga è consentita".
    Ti immagini che questo comitato riceve il solito finanziamento del comune per organizzare questa festa senza dare risposte su come vengono spesi i soldi dei contribuenti.
    Molto difficile, la vedo dura, conoscendo certe persone!!!

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  12. Una (non brevissima) risposta a I.G.Y. (I.G.Y. !! ...non vedo altro modo per indicare qualcuno che ritiene - chissà perchè - di esporre l'acronimo in luogo del proprio nome per esteso). 1) che Racalmuto abbia bisogno di sceriffi, è una opinione che, verosimilmente, appartiene a chi possiede una concezione molto "stretta" della legalità; talmente stretta da non distinguere il formalismo ottuso e arrogante nell'applicazione delle regole dalla gestione razionale ed efficace, ma entro le stesse regole, di una comunità che chide solo di essere amministrata. La mia sensazione, caro I.G.Y, è che tu non abbia colto la vera essenza del mio intervento precedente. 2) in merito all'aspetto sacro/profano della festa: non credo sia questa la sede per dessertare su tale questione; io avevo solo posto l'accento sul rispetto delle tradizioni locali. Esse, sacre o prafone che siano, sono il fondamento della cultura di un popolo; avevo usato, forse pretenziosamente, una citazione che mi sembrava efficace ("..l'anima sognante di un popolo"); evidentemente non è efficace abbastanza. Userò altre parole: una festa popolare, piaccia o non piaccia (a me non pice), deve essere salvaguardata! "Cultura" non è solo quella filtrata dai libri: è anche quella sedimentata dalle tradizioni. 3) Hai scritto: "...oppure se vi va, potete tornare a vivere nell'illegalità come siete abituati a fare da sempre" (!!!). Il tono che hai impresso a questa tua affermazione, caro I.G.Y., e, soprattutto, l'uso perentorio della seconda persona plurale si spiegano in due modi: o tu non sei di Racalmuto, e allora ti senti in diritto di guardare dall'alto in basso questo paese diprezzando indiscriminatamente chiunque vi abiti; oppure, anche tu sei di Racalmuto. In questa seconda ipotesi -che credo sia quella esatta -, per non correre il grave (e concreto)rischio di subire anche tu la contaminazione della malattia di cui soffriamo, a tuo dire, tutti i racalmutesi (la malattia dell'illegalità), non ti resta che una soluzione: andartene. Possibilmente in un luogo ove non vi sia il "problema" delle tradizioni popolari.
    LILLO FARRAUTO (non è un acronimo).

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  13. Fra Diego La Matinavenerdì, 22 giugno, 2012

    Io penso che I.G.I. se ne sia andato da un pezzo da Racalmuto.
    E' sacrosanto affermare che una società per avvicinarsi quanto più al vivere civile ha bisogno di regole giuste, di gente che ne controlli l'osservanza, rispettandole a loro volta, e di un popolo che accetti volontariamente di farlo per convinzione culturale.
    Tuttavia non vorrei vivere mai in un paese prigioniero di un'eccesso di regole e sopratutto dove il buon senso, a volte, non sia la più importante regola da applicare.
    I commissari a Racalmuto, non dimentichiamolo, sono solo la conseguenza di un rapporto causa effetto
    che una certa classe dirigente a provocato governando anche se democraticamente eletta.
    I tre prefetti sono stati insediati dallo Stato per tentare di fare quello che ne la politica ne la società civile
    sono riusciti a fare.
    Questo non significa che il risultato è scontato.
    Osservando il modo con cui si propongono o meglio si impongono, ho l'impressione che alla lunga i prefetti rischiano di far rimpiangere ai cittadini la situazione amministrativa precedente al loro arrivo.(Sarebbe un fallimento per lo Stato)
    E' giusto che assumano un atteggiamento di distacco (quasi punitivo) verso chi ha responsabilità amministrative e politiche ed è causa di tutto questo.
    Altro deve essere l'atteggiamento verso il popolo (che ricordiamo ai prefetti gerarchicamente è superiore a loro stessi e al Ministro che al momento dell'insediamento, intelligentemente, ha ribadito.
    Non tenere conto di queste distinzioni significherebbe, per Racalmuto, perdere una grande (forse l'unica) possibilità per intraprendere un percorso di reale cambiamento.

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