Per una coincidente fatalità il
consiglio veniva “sacrificato” nelle stesse ore in cui
Cristo saliva sulla croce!
Per carità, non voglio certo
paragonare l’altissimo valore religioso ed ideale del sacrificio di Gesù
Cristo, immolatosi per salvare l’umanità, allo scioglimento del consiglio
comunale di Racalmuto, ma solo ricordare che per pura coincidenza i consiglieri
comunali hanno avuto il loro Venerdì Santo di passione!
Certamente, lo scioglimento del
consiglio non è stato un capriccio del capo dello Stato ma la conseguenza
dell’indagine ispettiva che ha messo in evidenza “ collegamenti
diretti ed indiretti tra componenti del consesso e la criminalità
organizzata locale” e che “la permeabilità dell’ente ai
condizionamenti esterni della criminalità organizzata arreca grave pregiudizio
per gli interessi della collettività e determina lo svilimento e la perdita di
credibilità dell’istituzione locale”.
Sarebbe stato opportuno, invece
di marchiare l’intero consiglio comunale, individuare e
perseguire, nei modi previsti dalla legge, coloro i quali , tra amministratori,
consiglieri e burocrati si fossero resi responsabili delle illegalità
riscontrate dalla commissione ispettiva.
Appare, inoltre, eccessivamente
penalizzante la previsione legislativa di sospendere per un periodo di 18
mesi, prorogabili per ulteriori 6 mesi, l’esercizio della democrazia e di
affidare l’amministrazione del comune ad una commissione straordinaria
che ovviamente sconosce le problematiche locali.
Tuttavia nel prendere atto della
situazione che si è venuta a determinare non possiamo assistere passivamente
alle scelte amministrative che verranno assunte dalla commissione straordinaria
in ordine alle questioni che ci riguardano direttamente.
La cittadinanza si estrinseca
attraverso l’esercizio dei diritti e dei doveri per cui il “cittadino attivo”
non si limita a vivere la propria esperienza sociale all’interno dei confini
ristretti dell’ambito familiare o della rete amicale ma volge lo sguardo
e l’azione verso la comunità in cui vive facendosi carico delle problematiche
collettive.
Dobbiamo, quindi, raccogliere
l’invito rivolto a tutti i racalmutesi dal Ministro dell’Interno Anna
MariaCancellieri, in occasione della sua venuta a Racalmuto, a
costituire un “Comitato Cittadino” che affianchi la
Commissione Straordinaria e avanzi proposte, iniziative, idee per la
soluzione dei tanti problemi che affliggono la nostra comunità.
Viviamo in tempi di crisi
generale, in primo luogo di quella etico-morale. Basta ricordare
alcuni casi emblematici: l’appropriazione indebita di 50 milioni di euro da
parte del tesoriere della Margherita Lusi, le vacanze lussuose di Formigoni
pagate dal faccendiere Daccò, il caso Lega Nord con il coinvolgimento personale
del Senatur e dei suoi figli, la vicenda Penati, gli scandali
dell’ex premier Berlusconi ecc.. per non parlare degli intrighi della curia
romana che gettano un'ambra sinistra perfino sulla “casa di Dio”con
i corvi che svolazzano sulla cappella Sistina.
Seguono la crisi
economico-finanziaria che riguarda l’euro e coinvolge l’intero continente
europeo, e quella politico-istituzionale dai risvolti imprevedibili.
E’ chiaro che la nostra
situazione locale non può non risentire di questo contesto generale, anzi
risulta essere più critica data la debolezza storica della
struttura economico – sociale e la sua capacità reattiva.
Tutti i comparti sono in crisi:
l’agricoltura è in ginocchio e non riesce ad assicurare un reddito adeguato
agli addetti, l’edilizia è bloccata sia per mancanza di risorse economiche che
di regole urbanistiche certe e di nuove imposte sulla casa, il settore
minerario langue soprattutto per responsabilità dei governi della Regione
Siciliana, il piccolo commercio è stato sopraffatto dall’apertura dei grossi
centri commerciali.
Il paese, inoltre, si è deperito
anche demograficamente, passando da poco più di 10.000 abitanti
dell’ultimo censimento a circa 8.000 di quello in corso.
I giovani fuggono via e il paese
si avvia ad essere abitato per la gran parte da anziani.
Che fare, allora?
Chi non ha perso ancora la
speranza e non insegue facili populismi o soluzioni magiche od opportunistiche
e improbabili carriere politiche e sente la responsabilità di contribuire a
dare una mano al paese deve, senza boria o spocchia ma con umiltà ed
onestà intellettuale, confrontarsi sulle questioni del paese in modo da
elaborare assieme ad altri una piattaforma programmatica da proporre, anche in
un confronto pubblico, alla commissione straordinaria che in atto amministra il
comune.
Sta tutto qui il senso della
costituzione di un “Comitato Civico” aperto ai
partiti, alle associazioni, al volontariato, ai giovani, alle donne, al mondo
delle professioni, agli intellettuali, agli artigiani, agli imprenditori, agli
agricoltori ecc… che dialoghi con la triade commissariale e le faccia da
pungolo.
Dobbiamo sempre avere in mente
che il paese è nostro; esaurito il loro incarico i commissari se ne andranno e
se in questo arco di tempo, per nostra ignavia, i problemi si aggraveranno
saremo tutti noi a piangerne le conseguenze.
Salvatore Sardo
Coordinatore circolo Pd
Racalmuto
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