venerdì 18 novembre 2011
B. il miracolo non c'è stato.
sergio scimè, blogger
facebook 18.11.2011 h 16:48
... in bocca al lupo al governo Monti, nella speranza che nella politica di risanamento paghino i più ricchi, e tuteli quelle classi sociali deboli che il governo B ha tralasciato, distrugendo il welfare state o Stato sociale, MA NESSUNO LO DICE, tutelando come sempre le caste del potere.
Una politica che ha Moltiplicato il divario tra ricchi e poveri. In poche parole B. ha tradito gli italiani: il miracolo non c'è stato.
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B. ha tradito, P. ha tradito, M. Ha tradito, in politica si tradisce ormai dalla A alla Z. Si, perchè con l'avvento di politicanti furbi, vedi il Partito degli Ortolani, gli accordi e gli impegni si stabiscono per tradirli. E perciò minoranze che diventano magioranze , elettore che si ingrassa come il maiale sei mesi prima per scannarlo alle elezioni. Politici che non sono la soluzione ai problemi sociali, ma sono il problema. Vorrei sbagliarmi a pensare che molti considerano la volgarità, la diffamazione, la violenza verbale, l'essere scurrile solo un dettaglio di poco conto, solo una questione di forma. Perchè così non è, il degrado della forma manifesta l'animo derelitto di chi la usa. Se leggo un pò della nostra storia e guardo come siamo ridotti penso: Si può sprofondare senza toccare il fondo avrebbe detto il nostro Caro Nanà.
RispondiEliminaSciascia nella prefazione del libro di Nicolò Tinebra Martorana, Racalmuto Memorie e Tradizioni ristampa del 1982, dedica una ampia parte al periodo storico in cui racalmuto fu amministrato dai fratelli Matrona. La descrizione che fa Sciascia dell'amministrazione Matrona è carica di compiacimento, stima, affetto, usa aggettivi come intelligente ardito prodigo romantico passionale amoroso, per qei cinque fratelli che liquidarono un patrimonio ingente per la costruzione del teatro, delle scuole uffici pubblici, per le fogne, il selciato delle strade, il macello e le fontanelle rionali.
La frase di Don Gasparino Matrona quando, nel cosiglio comunale, decidendosi un opera pubblica, il segretario faceva osservare che non esisteva la possibilità finanziaria di coprirla: "il Sindaco provvederà di tasca propria", questa frase ancora aleggia nell'aula del consiglio toccando il sentimento, la dignità e l'amor proprio di coloro che vi siedono.
Che non tireranno denaro dalla tasca propria, ma certo avranno ritegno a mettersene in tasca di quello pubblico.