Distratti, per niente detentori della cultura del sobrio o del bello, con l'arma terrificante del piccone ecco cadere l'ultimo spazio, in parte, ancora conservato; almeno nelle proporzioni prospettiche.
La piazzetta di San Pasquale ospitava una vecchia fontana con acqua perenne, collegata in presa diretta con la sorgente "Malati", assieme all'abbeveratoio della contrada "Guardia". Poi con l'avvento della rete idrica perse la sua vitale importanza, ma conservò a lungo la sua armonia in tutt'uno con la piazzetta e la chiesa.
Uno scorcio che andava conservato e restaurato con la sapienza necessaria. Invece no! Prima si ridimensionò il blocco della fontana e si tolse l'acqua ai rubinetti, fatto motivato da fattori igienici; le mosche, gli scarafaggi attratti dall'umidità, i piccioni che andando a bere e sporcavano; così l'acqua da produttrice di igiene divenne esattamente l'opposto.
Erano, quelli, anni in cui non c'era la cultura del restauro, dalle nostre parti, ma poi essendoci incamminati verso un mondo più aperto niente trova più giustificazione. Arrivò, ad un certo punto, la mano benedetta della regione siciliana che finaziò tutti i cantieri scuola che vennero presentati dal Clero locale. E cosi alla picola Chiesa di quartiere vennero cambiati i connotati.
Poi arrivò il monumento ed oggi in modo definitivo si restringe la sede della piazza per far posto a qualche macchina e al tempo stesso a qualche favore, forse, elettorale. Bisognerebbe spiegare le scelte tecniche e progettuali, le scelte politiche, le assegnazioni delle priorità alle scelte stesse e motivare la logica che muove la pubblica amministrazione nel momento in cui decide di rendere un'opera cantierabile. Si sarebbe potuto lasciare in pace San Pasquale ed andare a disturbare la via del raffo; può darsi che avrebbe avuto più senso.
Ho rinunciato da tempo a cercare un senso che possa avere una logica nelle azioni di certe amministrazioni.
RispondiEliminail tentativo malsano di cancellare la memoria di un paese
RispondiEliminatroppa superficialità e ignoranza nella gestione del territorio. O c'è dell'altro?
RispondiEliminaNon ci sono interventi “convincenti” capaci di coniugare architettura, paesaggio e storia. Spesso (per nostra fortuna non molto spesso) il risultato negativo è dato dal mancato rinnovamento delle culture di chi, a titolo diverso, interviene nel processo di decisione, salvaguardia e progetto. Che tristezza!
RispondiEliminatutto ciò si fa sistematicamente da circa 50 anni, a partire dal giardino della "sciurera" in contrada Guardia per la costruzione delle case popolari da parte dell'illuminata amministrazione di Eugenio Messana, alla fontana in piazza F. Crispi, agli scempi di oggi. Penso che sia un problema dei racalmutesi e non delle singole amministrazioni.
RispondiEliminalungi da me nel voler giustificare Petrotto, ma da sempre i vari Sindaci
RispondiEliminache si sono susseguiti, hanno contribuito a distruggere la memoria di un paese come dice Sergio Scimè.
Infatti quando Mulè faceva politica attiva rivestendo delle cariche, accettava lo scempio di Racalmuto, vedi,PIAZZA CASTELLO, prima ed oggi, LA PIAZZETTA, PIAZZA MUNICIPIO.
Erano bellissime con il loro acciotolato con i bordi in pietra, ma loro li hanno distrutti perchè la Regione gli ha dato i finanziamenti.
Quindi non si dovevano restituire i soldi, quindi hanno distrutto.
Come hanno distrutto i due bagni pubblici che esistevano.
Sapete perchè?, davano fastidio a qualche politico di turno.
Come hanno distrutto tutte le fontanelle rionali che esistevano ecc..
Quindi,tra prima ed oggi, sono cambiati i nomi, ma non la sostanza.
Come non cambiano i nomi dei progettisti del comune e dei reggenti dell'ufficio tecnico.
sicuramente avete proprio ragione....si è stato un favore elettorale.....mi riferisco al signor Mulè.....ma lei grande barone della politica crede che in passato avendo governato non ha fatto lo stesso o magari peggio????
RispondiEliminaper "Angelo C."
RispondiElimina..."troppa superficialità e ignoranza nella gestione del territorio", come per la racalmuto-milena?!?
basterebbe fare due passi in un qualsiasi paesino delle Madonie per vedere come si recupera il centro storico. io ci manderei gli architetti e gli ingegneri locali, prima ancora che gli amministratori, poichè a tal riguardo il panorama professionale racalmutese è pieno di persone prive di ogni senso estetico e di cultura dell'integrazione urbanistica. La loro poverta mentale è in buona fede, e lo si nota anche nell'estetica degli edifici costruiti a loro uso personale.
RispondiEliminaDare un senso? spiegazioni? e chi su sti cosi?
RispondiEliminaUsurpatori delle memorie del nostro paese, hanno già cancellato, con i loro nomi e cognomi, l'importanza che questo paese aveva raggiunto nel glorioso passato. 150 anni fa chi amministrava costruì grandi cose, compreso le fontane nei quarti...eri... Ora, per ricordare l'importante anniversario, si distrugge tutto. Chi disamministra il patrimonio pubblico sperperando denaro degli altri con l'aggravante di distruggere il volto del paese, andrebbe denunciato. Non si può continuare soltanto a discutere... bisogna adesso agire. Bisogna fermare questo continuo sfacelo... E c'è chi in questi giorni usurpa anche le tradizioni...Consiglieri comunali e dirigenti stanno tentando di stravolgere addirittura la festa del Monte!!!
RispondiEliminaIntervento pienamente condivisibile.
RispondiEliminaFin troppo buono direi, specie quando leggo:
"Erano, quelli, anni in cui non c'era la cultura del restauro, dalle nostre parti, ma poi essendoci incamminati verso un mondo più aperto niente trova più giust...ificazione."
Da operatore nel settore posso affermare senza paura di essere smentito che dalle nostre parti la "cultura del restauro", inteso nelle sue accezioni più avanzate e moderne non è mai arrivata. Anche perché il ramo è stato e continua a essere gestito come un mezzo per accedere ai fondi pubblici e non come l'esigenza culturale di salvare e conservare per le generazioni future il nostro patrimonio storico, architettonico e artistico.
Questa sensibilità purtroppo ancora è molto rara.
La cultura del restauro va di pari passo con il culto della memoria. Oggi viviamo in una società senza memorira e senza passato. una società che non conoscere e non vuole conoscere il proprio passato non può progettare il proprio futuro.
RispondiEliminaLa cosa che trovo incredibile di un certo "modus operandi" è la freddezza, l'apatia il distacco. Un'Amministrazione ( un Sindaco, degli Assessori, un C. Comunale per intenderci ) ha tutto il diritto di governare e quindi di decidere. Potre...bbe farlo coinvolgendo i cittadini nella fattispecie i Racalmutesi; ha deciso, invece, che non è necessario in quanto, essa,(l'Amministrazione) è depositaria della verità e della giustizia.Va bene lo stesso. Come dicevo, è però incredibile e sconcertante che, sempre questa Amministrazione, davanti alle legittime e spesso giuste critiche esternate dai cittadini ne resta totalmente indifferente. Non sente ( in verità non ha mai sentito) l'esigenza di giustificare, di spiegare in qualche modo di creare un contatto (non clientelare) con chi l'ha delegato ad amministrarli. I danti causa non trovano opportuno neanche difendere loro stessi, incapaci come sono di contraddire e contraddirsi (anime morte li definiva Sciascia). Secondo un ricorrente luogo comune ogni popolo si merita il governo che ha. E in parte è vero. Ma di certo Racalmuto può avere e merita qualcosa di meglio!
RispondiEliminaIl dibattito sulla politica e sulla città potrebbe diventare interessante; per una volta si potrebbe fare chiarezza e consegnare alla storia di questo paese un pezzo di verità. Ciò è cosa ardua, se ci si deve confrontare in modo anonimo e senza carte alla mano e non credo sia il caso di cercare attenuanti, nè giustificazioni per eventuali interventi, magari sbagliati; ma va subito detto che Mulè non ha mai fatto il sindaco, ma il vicesindaco alcune volte e altre l'assessore, con il peso politico di un partito minore com'era il P.S.D.I.
RispondiEliminaNonostante ha consegnato al paese: La Biblioteca Comunale- Il restauro della piazza fontana con annessa fontana-L'avvio del progetto per il restauro del teatro-L'avvio delle procedure per l'acquisto del castello chiaramontano," chiamiamolo cosi",- la riproposizione delle tradizioni storiche del paese che tramite la Pro-Loco del tempo si realizzarono e andarono creando un'atmosfera diversa di quella che oggi si vive- e tante altre cose che solo guardando con occhio di profondo osservatore possono vedersi. Ma quello che è stato il passaggio politico e sociale più importante è l'aver portato lo Scrittore di Racalmuto a passeggiare in piazza e ad occuparsi delle cose del nostro paese. Sicuramente ci saranno stati errori; chi non ne fa, ma fare peggio di quello che la politica fa oggi risulta impossibile a chiunque abbia un minimo di raziocinio. Questo nostro amico anonimo confonde date e fatti parlando di strade carrozzabili distrutte o rubate all'orginaria bellezza; certe cose sono accadute quando questo barone della politica era ancora ragazzo.