giovedì 10 giugno 2010

Petrotto replica al manifesto di dimissioni a firma di dieci consiglieri comunali e di alcuni coordinamenti politici

Credo che replicare a quanti hanno, giustamente, dal loro punto di vista, infierito sulla mia persona, senza pietà, con violento cinismo, con profondo e radicato odio e stomachevole disprezzo, ha poco senso. Chi pianta chiodi, chi lacera le carni, chi frusta, chi da calci e pugni, chi grida ed inveisce contro un uomo inerme che ha avuto la sola colpa, di essere stato rieletto per la terza volta sindaco di Racalmuto, ledendo la maestà di chi è ammantato dall’autorevolezza che gli deriva dal fatto di confinare le proprie confessioni nel segreto di una sagrestia, evitando di renderle di dominio pubblico, così come ho fatto io. E se non fosse vero, quello che ho detto a proposito degli stupefacenti, così come, con tutta probabilità, tra probabili errori di valutazione, omissioni ed abusi vari, può non essere vero ciò che è sostenuto in alcune carte giudiziarie? Come la mettiamo se è tutto falso? E se si tratta di una madornale impostura, ordita ai danni di chi, voleva mettere ordine in un paese?
 Andiamoci calmi nello schiacciare la testa al presunto serpente o nel raccontare che si è contro il maresciallo che diventa così attore e protagonista di una azione che parte da lontano, da prima che mi insediassi, prima cioè del 2007. E se poi si scopre che, ingiustamente sono stato infilato, assieme a qualche altro indagato, all’ultimo minuto, in zona cesarini, in alcune vicende, per alzare proprio questo polverone? Prima di affrettarsi nel tirare le somme, aspettiamo come si conclude tutto quanto. Può darsi che questa fretta nel chiedere le mie dimissioni, discende dal fatto, che possono emergere fatti inaspettati che riguardano proprio alcuni soggetti che, magari per ora gridano, suggeriscono, blaterano nel tentativo di difendersi. Perchè questa fretta nel chiedere le mie dimissioni, da parte di alcuni? Da parte mia sarebbe solo un atto di viltà, di vigliaccheria, se abbandonassi adesso. Perchè dovrei dimettermi, che senso avrebbe farlo? Le mie dimissioni suonerebbero come una sorta di ammmissione di colpe che a mio parere non ho e che neanche mi sono state contestate. Di che cosa stiamo parlando? Di qualche presunto abuso d’ufficio, tutto da dimostrare, nel caso in cui fossi rinviato a giudizio e calato inopinatamente nel 2010, in un’ inchiesta, partita nel 2007? C’è più di qualcosa che non va. Soprattutto a livello procedurale. Forse per queste ragioni, qualcuno si ostina a preoccuparsi? Si ha paura che vengano svelati, documentalmente, degli errori procedurali forse casuali, ma sicuramente imperdonabili? E sarei io ad avercela con il maresciallo? Ma io non ce l’ho con nessuno. Sono estremamente calmo e tranquillo e soprattutto conscio di non aver commesso alcun reato. Potrei parlare di persecuzione giudiziaria, ma non lo faccio, anche perchè ancora dobbiamo verificare se questa inchiesta ha ragione di esistere e se può essere sostenuta in un’aula di Tribunale e soprattutto da chi deve essere sostenuta. Può darsi che solo il Presidente della Repubblica, al quale prego che gli avvocati difensori di alcuni indagati si rivolgano, nella sua qualità di Presidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), potrà consentire un’attenta verifica di talune sospette iscrizioni, assai tardive, sul registro degli indagati. Ho l’impressione che questa indagine, limitatamente ad alcuni indagati, non andava fatta e che si è trattato soltanto di un casuale errore procedurale. Speriamo che anche il sostituto procuratore della Repubblica che ha seguito il procedimento in questione se ne sia resa conto e che stralci la posizione di chi poco o nulla c’entra in questa inchiesta e che, semmai, può essere incolpato di avere richiesto un controllo di legalità su alcune vicende ben precise. Con questo, non si vuole concludere che ho pienamente ragione nel sostenere queste tesi. Però carte, codici e procedure alla mano, a detta di una ventina di avvocati penalisti ed amministrativisti, sembrerebbe emergere qualche vistoso profilo di illegittimità, non solo procedurale, ma anche relativamente a contestazioni che semmai riguardavano e riguardano soltanto coloro i quali hanno realmente posto in essere degli atti amministrativi e di gestione. In ogni caso, siamo sempre pronti a rispondere di tutto, consci come siamo di avere agito correttamente e senza essersi macchiati nè di doli o colpe che semmai sono da ricercare altrove. E questo lo dico rivolgendomi ai miei Concittadini, per rassicurarli rispetto ad una montagna di calunnie agitate per ora ad arte da chi, per troppo tempo, si è visto escluso dall’esercizio di pubbliche funzioni, proprio perchè dal 1993 sempre bocciato dalla volontà popolare, in tutte le elezioni amministrative. Ma, rivolti a questi amici, dico loro che, se vogliono vincere facile, non devono avere preoccupazioni di sorta, la prossima volta che sarà magari tra un giorno, un mese, o due anni, visto che non mi ricandiderò, potranno correre da soli e questa volta, sicuramente, farcela, per il loro bene e, soprattutto, quello dei loro figli. Auguri a tutti quanti un Mondo di Bene, sia a quelli che mi odiano e me lo stanno dimostrando in tutte le maniere, sia a tutti quanti gli altri cittadini, ai quali sono amorevolmente affezionato, per via di uno stupendo e meraviglioso rapporto che mi lega a Racalmuto ed i Racalmutesi, da oltre 17 anni.
Salvatore Petrotto Sindaco di Racalmuto

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